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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Lo reveren<strong>di</strong>ssimo monsignore car<strong>di</strong>nale dal Fisco, quale per più rispecti havimo in<br />

loco de honorevole padre, ce ha notificato como, havendo luy per una bolla apostolica<br />

obtenuto in commenda dala Sanctità del nostro sanctissimo Padre uno priorato de San<br />

Martino da Bobio, et non lassando la signoria vostra intrare ala possessione li suoy<br />

procuratori, vene con la vostra signoria a conventione dela <strong>di</strong>cta commenda dala<br />

prefata Sanctità del nostro signore, remaneresti contenta lassarli, senza contra<strong>di</strong>ctione<br />

veruna, pigliare la tenuta et quieta possessione d'esso priorato. Mò <strong>di</strong>ce, lo <strong>di</strong>cto tempo<br />

è passato et non haveti dala corte <strong>di</strong> Roma obtenuto in ciò cosa alcuna. Pertanto,<br />

considerati molti probabili respecti et anche spetialmente la iusticia et honestate,<br />

confortiamo et pregamo la vostra signoria remanga contenta, etiam per nostro rispecto,<br />

lassare che procuratori d'esso monsignore possino intrare, apprehendere et<br />

usufructuare <strong>di</strong>cto priorato, como li pare et piace. In la qual cosa receverimo piacere et<br />

contentamento assay, aspectando vostra risposta et quanto circa ciò sarà stato<br />

or<strong>di</strong>nato. Data Gambare, <strong>di</strong>e xxiiii novembris 1452.<br />

Minuta domini Sceve.<br />

Cichus.<br />

1172<br />

Francesco Sforza al podestà <strong>di</strong> Giarole<br />

1452 novembre 27, Gambara.<br />

Francesco Sforza ammonisce il podestà <strong>di</strong> Giarole a non lasciare l’ufficio lasciando le chiavi,<br />

ricordandogli che non può pernottare fuori dalla sua giuris<strong>di</strong>zione senza autorizzazione e che,<br />

anche allora, deve lasciare le chiavi a persone fidate.<br />

280r Potestati Glarollarum.<br />

Nuy semo informati como ad ogni tracto tu te absenti da quello tuo officio et lo lassi<br />

abandonato, et pegio che lassi le chiave dele porte talhora, como Dio permette et ad te<br />

piace; unde meravigliandone de ciò, te admonimo et comman<strong>di</strong>amo non te debii più<br />

partire né pernoctare fora d'esso officio o iuris<strong>di</strong>ctione a te commissa senza nostra<br />

speciale licentia et tenere tu le chiave della terra. Et quando pur accaderà te<br />

conce<strong>di</strong>amo licentia de absentarte, debii lassare le chiave ad quelle persone fidate al<br />

stato nostro, quale hanno in quella terra più beni et più interesse, altramente te<br />

advisamo daremo quello officio ad un altro, quale haverà a caro doverli stare et<br />

mantenere in <strong>di</strong>cta terra bona tranquilitate et pace. Ex Gambara, xxvii novembris 1452.<br />

Marchus.<br />

Cichus.<br />

1173<br />

Francesco Sforza al podestà <strong>di</strong> Giarole<br />

1452 novembre 26, Gambara.<br />

Francesco Sforza ricorda al podestà <strong>di</strong> Giarole e vicini <strong>di</strong> aver concesso ai nobili de Corte,<br />

citta<strong>di</strong>ni pavesi, onoranze, imbotature, dazi e altro ancora, ma non l’omaggio degli uomini.<br />

Avendo i nobili eletto all’ufficio della notaria della banca del podestà, Ruggero e Alessandro de<br />

Corte, pubblici notai, che hanno nel passato esercitato tale ufficio, ne richiedono ora la<br />

conferma che il duca concede ai due e a nessun altro, con i soliti emolumenti, vantaggi e per il<br />

tempo che vorranno i gentiluomini.<br />

Potestati Glarollarum et pertinentiarum.<br />

Ne recor<strong>di</strong>amo del’anno presente havere concesso seu refirmato ali nobili de Corte de<br />

quili lochi, nostri cita<strong>di</strong>ni de Pavia, le honoranze, imbotature, datii et altre cose, excepto<br />

l'homagio deli homini, le quale li havevamo nuy et, secundo in lo tenore del privilegio et<br />

concessione, li havimo facte più expresso se contene, ali quali volimo havere<br />

rellatione. Et perché <strong>di</strong>cti nobili <strong>di</strong>cono havere ellecti et deputati alo offitio dela notaria<br />

dela bancha tua misser Rogliero et Alexandro de Corte, notarii publici, experti et<br />

autentici, li quali sonno etiam soliti exercitare da qua in drieto lo <strong>di</strong>cto officio, seu<br />

exercitio, et rechiedano da noy la confirmatione, volendoli, in questa parte, la quale è

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