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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Nuy havemo inteso quanto ad questi dì ne hay scripto per più toe littere continenti li<br />

continui inconvenienti che succedano per la stancia dela compagnia de Gratiolo in<br />

quelle parte et del gran caricho che supporta quella comunità et le ville soe, per quale<br />

acompimento restamo avisati. Del <strong>di</strong>cto Gratiolo è qui per lo facto del suo spazamento,<br />

el quale fra hogi et domane vederemo de spazarlo et mandaremolo via con comissione<br />

ch’el se ne vada in Alexandrina. Expe<strong>di</strong>remo anchora el messo ha mandato qui<br />

monsignore lo veschovo de quella cità con or<strong>di</strong>ne che sia expe<strong>di</strong>to Gratiolo. Li<br />

ambassatori dela <strong>di</strong>cta comunità sonno stati expe<strong>di</strong>ti secundo tu haverai veduto. Et per<br />

più celere expe<strong>di</strong>cione del spazamento del <strong>di</strong>cto Gratiolo et per condurlo in<br />

Alexandrina, et per le <strong>di</strong>fferencie che sonno sucesse fra quelli del magnifico<br />

Bartholomeo et quelli de Castelnovo, per li danni, et cetera, man<strong>di</strong>amo dellà Gentile<br />

dela Molara, nostro fameglio, informato dela mente nostra, al quale haverai a credere<br />

como ad nuy medesmi, siché non extenderemo a <strong>di</strong>rte altro, non ma che te sforzi a<br />

provedere ale cose dellà et ali inconvenienti seguino ala zornata per caxone delli<br />

soldati como meglio parerà, como quello che sii in sul facto. Data ut supra.<br />

Iohannes.<br />

2225<br />

Francesco Sforza a Raffaele Zaccaria<br />

1453 luglio <strong>12</strong>, “apud Gaydum”.<br />

Francesco Sforza comanda a Raffaele Zaccaria, podestà <strong>di</strong> Tortona, <strong>di</strong> por fine alla vertenza tra<br />

Angelello da Lavello, condottiero ducale, e gli uomini <strong>di</strong> Can<strong>di</strong>a.<br />

475r Raphaeli Zacharie, potestati Tertone.<br />

Non sapemo como habii seguito nella <strong>di</strong>fferentia già ben pezo vertisse, como say, fra<br />

Angelello de Lavello, nostro conductero, et li homini de Can<strong>di</strong>a. Et perché Angelello pur<br />

ne insta per questo facto volemo, havuta questa, tu la debbi <strong>di</strong>ffinirla et terminarla et<br />

providere che Angelello sia satisfacto, ita che non ne habiamo più lamenta. Data in<br />

castro nostro felici apud Gaydum, <strong>di</strong>e xii iulii 1453.<br />

Zanetus.<br />

Cichus.<br />

2226<br />

Francesco Sforza al castellano e al podestà <strong>di</strong> Vigevano<br />

(1453 luglio <strong>12</strong>, “apud Gaydum”).<br />

Francesco Sforza vuole che il castellano e il podestà <strong>di</strong> Vigevano restituiscano a Simone da<br />

Spoleto, famigliare ducale, Giovanni Giacomo, il ragazzo che da anni Simone alleva e tornato a<br />

casa e senza il ragazzo Simone non può cavalcare per i servizi ducali. Il duca vuole che<br />

castellano e podestà convincano il genitore a consentire che il figlio ritorni da Simone e, non<br />

volendo, glielo riaffi<strong>di</strong> fino a quando non avrà trovato un suo sostituto.<br />

Castellano et potestati Viglevani.<br />

Ser Simone da Spoleto, nostro carissimo familiare, ha alevato già duy anni passati e<br />

più uno garzone de quella terra, giamato Iohanne Iacomo, stu<strong>di</strong>andose continuo<br />

insignarli virtute e boni costumi, e già l’haveva asay bene reducto et amaystrato, et<br />

novamente è acaduto che, siando el garzone caduto in uno errore et per volerlo<br />

corregere <strong>di</strong>cto ser Simone, se è fugito et, como siamo informati, è venuto a casa,<br />

como più pienamente seriti informati dal presente portatore. Et perché in questi tempi,<br />

non se siando altramente provisto <strong>di</strong>cto ser Simone, gli seria gran<strong>di</strong>ssimo sinistro, anci<br />

non potria cavalchare in li nostri servicii, como gli accade ogni dì, volemo e ve<br />

commettemo che debiati fare consignare <strong>di</strong>cto garzone al presente portatore,<br />

confortando el patre et tucti quelli hanno a regere <strong>di</strong>cto puto che gelo <strong>di</strong>ano voluntera.<br />

Et quando non gelo volesseno dare per più tempo, almancho gelo <strong>di</strong>ano fina tanto ch’el<br />

se ne trovi un altro. Et super omnia fatigelo restituire, omni prorsus exceptione remota.<br />

Data ut supra.

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