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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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<strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> condurre in città i panni, a <strong>di</strong>spetto <strong>di</strong> lettere ducali, da parte <strong>di</strong> alcuni Pavesi. Il duca<br />

ritenendo necessario che si autorizzi chiaramente il libero ingresso, chiede a Bartolomeo e a<br />

Gracino <strong>di</strong> fargli sapere se, aderendo alla richiesta, si danneggi alcuno.<br />

Spectabili militi et egregio, nostris <strong>di</strong>lectis, domino Bartholomeo de Corigia,<br />

referendario Papie nec non Gracino de Piscarolo ex Magistris intratarum nostrarum.<br />

La nostra comunità de Viglevano altre volte fece querella appresso nuy che gli fideva<br />

facta inhibitione per alcuni de quella nostra cità al condure deli suoy panni de lana per<br />

vendere et mercatare in essa cità, nonobstante che iam<strong>di</strong>u et ab antiquo non gli fusse<br />

facta simile inhibitione; il perché ce recor<strong>di</strong>amo havere facto scrivere lettere sopra ciò,<br />

cussì ad instantia d'essa comunità de Viglevano, come etian<strong>di</strong>o dela comunità de<br />

Pavia. Novamente la comunità de Viglevano ne ha facto <strong>di</strong>re che quamvis<strong>di</strong>u gli<br />

conducano pur deli panni, non<strong>di</strong>meno gli conducono cum timi<strong>di</strong>tate et dubio,<br />

richiedendo che faciamo chiarire che gli possano condure libere senza veruna<br />

exceptione. Pertanto, non intendendo nuy che sia preiu<strong>di</strong>cato ale ragione de alcuna<br />

dele parte, volimo che, non attenduta alcuna particularità, ve debiate informare se,<br />

concedendo questo ala <strong>di</strong>cta comunità de Viglevano, dummodo che li panni fossero<br />

facti bene et laudati ad extimatione de valente homini, se faria iniuria ad alcuno; et de<br />

quanto trovariti, ne avisate per lettere simul cum apparere vostro. Data ut supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

952<br />

Francesco Sforza ad Aimerico Forti<br />

(1452 settembre 26, “apud Lenum”).<br />

Francesco Sforza or<strong>di</strong>na ad Aimerico Forti <strong>di</strong> costringere Rosso da Bergano, famiglio, a<br />

mandare i denari avuti per i buoi presi a Zonevolta come le quattro lire avute nel Bergamasco.<br />

Non facedolo, lo arresti fino a che non avrà pagato, come hanno fatto gli altri.<br />

Aymerico de Fortis.<br />

Volimo che subito tu debbi stringere el Rosso da Bergamo, tuo familio, a mandarce<br />

qua quelli <strong>di</strong>nari quali hebbe per sette paghe deli bovi foreno tolti a Zonevolta et item<br />

quelle quatro libre hebbe de Pergamasca. Et quando non gli mandasse, volimo che tu<br />

lo destegni da non essere relaxato senza nostra licentia, avisandote che deliberemo<br />

omnino paghi la rata sua, como havimo facto pagare l'altri suoy compagni. Data ut<br />

supra.<br />

Ser Iacobus.<br />

Cichus.<br />

953<br />

Francesco Sforza al referendario <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong><br />

1452 settembre 26, “apud Lenum”.<br />

Francesco Sforza <strong>di</strong>spone che il referendario <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> assegni carro e buoi <strong>di</strong> Bassanino de<br />

Caseti al suo famiglio Fiorentino perché ne usi per i lavori or<strong>di</strong>nati.<br />

233v Referendario Laude.<br />

Volimo che faciate dare et assignare el carro con li bovi, che fo de Bassanino de<br />

Caseti, al Fiorentino, nostro famiglio, per operarlo in alcune nostre facende, secundo li<br />

havimo imposto. Data in castris apud Lenum, <strong>di</strong>e xxvi septembris 1452.<br />

Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsi.<br />

Cichus.<br />

954<br />

Francesco Sforza al vicario, ai canonici e al capitolo della chiesa Maggiore <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong><br />

1452 settembre 26, “apud Lenum”.

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