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Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

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Cichus.<br />

1903<br />

Francesco Sforza al vescovo <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong><br />

Francesco Sforza scrive al vescovo <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>.<br />

403v Venerabili viro domino vicario reveren<strong>di</strong> domini episcopi Laudensis, <strong>di</strong>lecto<br />

nostro.<br />

Siamo informati per relatione de quelli da Tressano como uno prete Iacomo pe (a)<br />

(a) Così si interrompe la missiva.<br />

1904<br />

Francesco Sforza al luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong><br />

1453 marzo 8, Milano.<br />

Francesco Sforza comunica al luogotenente <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> <strong>di</strong> aver imposto a Fiorentino <strong>di</strong> raccogliere<br />

un bel po’ <strong>di</strong> fieno; perciò or<strong>di</strong>ni a Martino da Tressano <strong>di</strong> far pesare alla pesa pubblica il fieno<br />

che Fiorentino condurrà a Lo<strong>di</strong> e <strong>di</strong> tenerne il conto in modo da aver certezza del suo<br />

quantitativo.<br />

Locumtenenti Laude.<br />

Nuy havemo or<strong>di</strong>nato al Florentino, nostro famiglio, che è lì, che faza fare una bona<br />

quantità de feno. Et perché non volemo che ne vada uno filo in sinistro, vogliamo che,<br />

havuta questa, debiate mandare per Martino da Tressano qui e lì del quale ne<br />

confi<strong>di</strong>amo assay, et comandargli che tuto lo feno, quale farrà condure dentro da Lode<br />

<strong>di</strong>cto Fiorentino, lo fazza pesare ala pesa del comune de Lode, et che de tuto ne tegna<br />

bono conto; et ultra lo conto et raxone che tenerà <strong>di</strong>cto Martino, vogliate or<strong>di</strong>nare<br />

ecian<strong>di</strong>o al pesatore, che peserà <strong>di</strong>cto feno, che ne debbia tenere or<strong>di</strong>natamente bono<br />

conto, ad ciò che possiamo far vedere la raxone del <strong>di</strong>cto feno chiaramente et che nuy<br />

non possiamo essere inganati.Me<strong>di</strong>olani, viii marcii 1453.<br />

Zaninus.<br />

Cichus.<br />

1905<br />

Francesco Sforza al commissario <strong>di</strong> Castronovo Tortonese<br />

1453 maggio 10, Milano.<br />

Francesco Sforza si congratula con il commissario <strong>di</strong> Castronovo Tortonese per l’indagine<br />

svolta sui figli dell’oste, ritenuti non imputabili dell’accusa mossa a loro per i cavalli tolti agli<br />

uomini a Casselli. Aggiunge <strong>di</strong> apprezzare la nuova sistemazione imposta all’oste. Infine<br />

garantisce una reprimenda ai militari sistemati a Salle e a Pontecorvo per i danni cagionati.<br />

Egregio militi et doctori amico nostro carissimo domino commissario Castrinovi<br />

Terdonensis.<br />

Havemo recevuto doe vostre littere et bene inteso tutto quello ne scriveti, ale quale,<br />

respondendo et primo, ala parte deli mo<strong>di</strong> havite tenute et executione havite facto<br />

contra li figlioli de quello hostero, quali trovati tandem incolpeveli de cosa alcuna per la<br />

imputatione alloro facta delli cavalli de quelli nostri homini d’arme tolti ad Casselli, così<br />

dela bona voluntà vostra in questo facto et cetera, de tuto ve rengratiamo,<br />

confortandove ad volere investigare per qualche altro modo, como ad voy parerà, se li<br />

figlioli d’esso hostero ne sano cosa alcuna. Se nuy ne haveremo altro anche ve ne<br />

avisaremo. Ne piace del <strong>di</strong>cto hostero havite facto redure dentro la terra, perché sarrà<br />

cagione de evitare simili suspecti et inconvenienti. Alla parte delli danni fanno le gente<br />

logiano a Salle et Pontecorrono alli homini de quella terra, ne havimo cor<strong>di</strong>ale<br />

despiacere, alle quale scrivemo opportune per modo non dubitamo non ne havereti più<br />

rencresimento. Me<strong>di</strong>olani, x maii 1453.<br />

Zanetus.

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