Registro missive n. 12 - Istituto Lombardo Accademia di Scienze e ...

Francesco Sforza a Luchina dal Verme
(1453 luglio 28, “apud Gaydum”).
Francesco Sforza, siccome re Renato sarà a giorni nel Genovese per poi andare nel Monferrato
per sistemare le cose di là e di qua, dovendo, come da promessa fattagli, essere pronti sia i
soldati sforzeschi che quelli di Luchina dal Verme, sollecita detta contessa a soddisfare Pietro
Antonio Confalonieri e i suoi uomini, in modo dhe siano disposti a fare quello che comanderà il
sovrano.
Magnifice domine Luchine de Verme.
Perchè ala receputa de questa, la maestà del re Renato, como havemo giara
informatione, serà giuncta in Genovese e prestissimo se condurà in Monteferrato per
conzare le cose delà et per consequenter quelle de qua, et deliberando nuy, como
havemo promisso, che tute le nostre gente dal canto delà et eciamdio le vostre, siano
in puncto e se uniscano e faciano quanto gli comandarà la maestà soa, ne siamo
maravigliati che, segondo l’ordine presi con li vostri, non siano spazate le vostre gente.
Pertanto, attenduta la importantia de questa facenda, ve confortiamo e carichamo
quanto più 497v possemo che subito, senza altra demora, voliate spazare e Petro
Antonio Confanonero e tute le altre vostre gente e tractarli così nel facto dela
prestanza, como del subsidio, como havemo nuy facto li nostri, et tractarli per modo et
forma che possano servire bene e siano apparecchiati a fare quanto gli comandarà la
prefata maestà del re, perché altramente ne seguiria mancamento et vergogna, non
attendendo quanto gle havemo promesso in darle quelle gente in compagnia et a soa
obedientia. Sichè iterato ve carchamo a far presto et dare tal modo et forma che infra
el termine de sei dì siano spazati, referendone postmodum dela receputa dela
presente et qualiter fecerit in premissis. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.
2305
Francesco Sforza al referendario e al tesoriere di Lodi
(1453 luglio 28, “apud Gaydum”).
Francesco Sforza fa presente al referendario e al tesoriere di Lodi che occorre intervenire per “
refare deli penelli, reconzare el ponte in Adda” e, perciò, a saputa del luogotenente, si sborsino i
denari necessari per pagare i maestri di legname e quant’altro importa acquistare per detti
lavori,
Referendario et thexaurario Laude.
Considerando nuy quanto importa al bene et conservatione de quella nostra cità el
refare deli penelli e reconzare el ponte in Adda de dicta nostra cità, volimo e ve
comettemo che con intelligentia del nostro locotenente lì debiate far exbursare li dinari
per pagare li maystri de ligname, giodi e simile cose necessarie per lo dicto lavorerio,
et in questo non manchate per cosa del mondo, perché la cosa è de tale e tanta
importantia quanta voi estessi potite indicare. Data ut supra.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.
2306
Francesco Sforza a Francesco Crotta
(1453 luglio 28, “apud Gaydum”).
Francesco Sforza risponde a Francesco Crotta, oratore di Bergamo, che sollecita la restituzione
di quanto tolto ai Bergamaschi in virtù del rispetto del salvacondotto. Al che il duca osserva che
suo fratello Corrado li attendeva a Lodi per vagliare il fondamento giuridico della rappresaglia
fatta. e Antonio da Cremona, cancelliere di Corrado, a conoscenza della faccenda saraà a Lodi
con loro se intendono andarvi per la restitutione qualora la rappresaglia non si doveva fare. In
caso contrario, non si dovrebbe gettar addosso la croce ai poveri soldati e “circhare che la
restitutione se facia”