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ISIDE SVELATA

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sui tiri mancini del Diavolo! Essi decisero di vendicarsi e, riunitisi insieme, proposero una<br />

teoria che superava in assurdità perfino la demonolatria di de Mirville. Il dott. Royer e<br />

Jobart de Lamballe — entrambi celebrità nel loro campo — formarono un’alleanza e<br />

presentarono all’Istituto un Tedesco la cui abilità, secondo la loro affermazione, dava la<br />

chiave di tutti i rumori o colpi battuti in entrambi gli emisferi. “Arrossiamo”, nota il<br />

marchese de Mirville, “nel dire che l’intero trucco consisteva semplicemente nel ripetuto<br />

spostamento di uno dei tendini delle gambe. Vi fu un’immediata dimostrazione del sistema<br />

in piena seduta dell’Istituto, e, seduta stante, l’espressione della gratitudine accademica per<br />

questa interessante comunicazione. Pochi giorni dopo, un professore della facoltà medica<br />

diede piena assicurazione al pubblico che, avendo gli scienziati pronunciato la loro<br />

opinione, il mistero era stato finalmente chiarito”. (11)<br />

Ma queste spiegazioni scientifiche non impedirono al fenomeno di seguire<br />

tranquillamente il suo corso né ai due scrittori di demonologia di continuare a esporre le<br />

loro rigorose teorie ortodosse.<br />

Negando che la Chiesa avesse qualche cosa a che fare con i suoi libri, des Mousseaux<br />

offrì gravemente all’Accademia, oltre al suo Mémoire, i seguenti interessanti e<br />

profondamente filosofici pensieri su Satana:<br />

“Il Diavolo è uno dei pilastri centrali della fede. È uno dei grandi personaggi la cui<br />

esistenza è strettamente legata a quella della Chiesa; e senza la sua parola uscita così<br />

trionfalmente dalla bocca del Serpente, il suo medium, la caduta dell’uomo non sarebbe<br />

potuta avvenire. Così, se non fosse stato per lui, il Salvatore, il Crocifisso, il Redentore<br />

sarebbe stato la più ridicola delle inutilità, e la Croce un insulto al buon senso”. (12)<br />

Questo scrittore, si ricordi, è solo l’eco fedele della chiesa, la quale anatematizza<br />

egualmente chi nega Dio e chi dubita dell’oggettiva esistenza di Satana.<br />

Ma il marchese de Mirville spinge ancora più lontano l’idea dell’associazione di Dio<br />

col Diavolo. Secondo lui si tratta di un regolare affare commerciale nel quale l’associato<br />

più anziano, l’”associato muto”, tollera che l’attività pratica della ditta sia condotta a suo<br />

piacere dall’associato più giovane, dalla cui audace iniziativa trae profitto. Chi può pensare<br />

diversamente leggendo quanto segue:<br />

“Al momento di questa invasione spiritista del 1853, così superficialmente studiata,.<br />

abbiamo osato parlare di “minacciosa catastrofe”. Il mondo era tuttavia in pace, ma poiché<br />

la storia ci mostra gli stessi sintomi in tutte le epoche disastrose, avemmo il presentimento<br />

dei tristi effetti di una legge che Goerres ha formulato così: [vol. V, pag. 356] “Queste<br />

misteriose apparizioni hanno invariabilmente indicato la mano punitrice di Dio sulla<br />

terra“”. (13)<br />

Questa guerrilla tra i campioni del clero e la materialista Accademia delle Scienze<br />

provano abbondantemente quanto poco quest’ultima abbia fatto per sradicare il cieco<br />

fanatismo perfino dalle menti delle persone colte. Evidentemente la scienza non ha<br />

superato né imbavagliato la teologia. Essa la dominerà solo il giorno in cui accetterà di<br />

vedere nel fenomeno spiritico qualche cosa di più della semplice allucinazione e della<br />

ciarlataneria. Ma come può farlo senza investigarlo a fondo? Supponiamo che, prima che<br />

l’elettromagnetismo fosse pubblicamente riconosciuto, il professor Oersted, di<br />

Copenhagen, suo scopritore, soffrisse di un attacco di quella che chiamiamo psychophobia<br />

o pneumatophobia. Egli si accorge che il filo lungo il quale passa una corrente voltaica<br />

(11) De Mirville, Des Esprits, “ Constitutionnel”, 16 giugno 1854.<br />

(12) Chevalier des Mousseaux, Moeurs et pratiques des Démons, pag. X.<br />

(13) De Mirville, Des Esprits, pag. 4.<br />

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