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ISIDE SVELATA

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che, per lo meno, quella parte di pubblico che si considera intelligente e illuminata<br />

dovrebbe coltivare i suoi ricordi e tenere a mente più che non faccia i pensatori “avanzati”<br />

del passato. Dovrebbe farlo specialmente quando dalla scrivania, dalla cattedra o dal<br />

pulpito si propone di istruire tutti coloro che vogliono avere i suoi insegnamenti. Vi<br />

sarebbero allora molto meno timori infondati, molto meno ciarlataneria, e, soprattutto,<br />

molto meno plagi di quanti ve ne siano”. (77)<br />

Cudworth nota giustamente che la massima ignoranza di cui i nostri moderni saccenti<br />

accusano gli antichi, è la loro credenza nell’immortalità dell’anima. Come gli antichi<br />

scettici della Grecia, i nostri scienziati — per usare un’espressione dello stesso dott.<br />

Cudworth — temono che, se ammettessero gli spiriti e le apparizioni, dovrebbero<br />

ammettere anche Dio; e per loro non vi è nulla di troppo assurdo, egli aggiunge, che possa<br />

essere supposto pur di escludere l’esistenza di Dio. Tutto l’insieme degli antichi<br />

materialisti, per quanto essi possano sembrarci scettici, pensava diversamente, ed Epicuro,<br />

che negava l’immortalità dell’anima, credeva tuttavia in Dio, mentre Democrito ammetteva<br />

la realtà delle apparizioni. La preesistenza e i poteri divini dello spirito umano erano<br />

ammessi dalla maggior parte dei sapienti dell’antichità. La magia della Babilonia e della<br />

Persia fondava su di essi la dottrina dei machagistia. Gli Oracoli caldei, commentati per<br />

esteso da Pletone e da Psello, esposero e amplificarono sempre le loro testimonianze in<br />

questo senso. Zoroastro, Pitagora, Epicarmo, Empedocle, Cebete, Euripide, Platone,<br />

Euclide, Filone, Boezio, Virgilio, Marco Cicerone, Plotino, Giamblico, Proclo, Psello,<br />

Sinesio, Origene e infine Aristotele stesso, lungi dal negare la nostra immortalità, la<br />

sostengono con forza. Come Cardon e Pornponazzi “che non erano amici dell’immortalità<br />

dell’anima”, come dice Henry More, “Aristotele conclude espressamente che l’anima<br />

razionale, è un essere distinto dall’anima del mondo, sebbene della stessa essenza, ed esiste<br />

prima di entrare nel corpo”. (78)<br />

Sono passati anni da quando il conte Joseph de Maistre scrisse una frase che, se si<br />

applicava all’epoca voltairiana in cui egli viveva, si applica ancor meglio al nostro periodo<br />

di estremo scetticismo: “Ho udito”, scrive quell’uomo eminente, “ho udito e letto migliaia<br />

di battute sull’ignoranza degli antichi, che vedevano spiriti dappertutto; penso che noi<br />

siamo ancora più imbecilli dei nostri padri ostinandoci a non percepirne alcuno in nessun<br />

luogo”. (79)<br />

(77) “The National Quarterly Review”, dicembre 1875, pag. 96.<br />

(78) De anima, lib. I, cap. 3.<br />

(79) De Maistre, Soirées de St. Petersburg.<br />

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