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ISIDE SVELATA

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questa facoltà da parte della nostra vista iraeflore è una prova ancora più grande a favore<br />

dell’immortalità dello spirito individuale dell’uomo. Capace di discernere eventi avvenuti<br />

centinaia di migliaia di anni fa, perché esso non dovrebbe applicare la stessa facoltà a un<br />

futuro perduto nell’eternità, in cui non può esservi né passato né futuro ma solo un infinito<br />

presente?<br />

Malgrado le confessioni di stupefacente ignoranza su certe cose, fatte dagli scienziati<br />

stessi, essi negano tuttavia l’esistenza di questa misteriosa forza spirituale che si sottrae<br />

alle comuni leggi fisiche. Essi sperano ancora di poter applicare agli esseri viventi le stesse<br />

leggi da loro stabilite per la materia inerte. E, avendo scoperto quelle che i cabalisti<br />

chiamano “purgazioni grossolane” o Etere — luce, calore, elettricità e movimento — si<br />

sono rallegrati della loro fortuna, hanno contato le sue vibrazioni nel produrre i colori dello<br />

spettro, e, fieri delle loro conquiste, si rifiutano di guardare più in là. Alcuni uomini di<br />

scienza hanno più o meno meditato sulla sua essenza proteiforme, e, incapaci di misurarla<br />

con i loro fotometri, lo hanno chiamato “un mezzo ipotetico di grande elasticità e di<br />

estrema tenuità, che si suppone pervadere tutto lo spazio, non eccettuato l’interno dei corpi<br />

solidi”; “mezzo di trasmissione della luce e del calore” (Dizionario). Altri, che chiameremo<br />

o i fuochi fatui” della scienza — i suoi pseudofigli — l’hanno esaminato a loro volta e, a<br />

quanto dicono, si sono anche presi la pena di scrutarlo “attraverso potenti microscopi”. Ma,<br />

non scorgendovi né spiriti né fantasmi, e non riuscendo a scoprire nelle sue onde traditrici<br />

niente che avesse un carattere più scientifico, gli hanno volto le spalle chiamando tutti<br />

coloro che credono nell’immortalità in generale, e gli spiritisti in particolare, “folli<br />

insensati” e “visionari lunatici”,(24) in un tono dolente, del tutto appropriato al loro misero<br />

fallimento.<br />

Dicono gli autori dell’Unseen Universe:<br />

“Noi abbiamo scacciato fuori dall’universo oggettivo l’operazione di questo mistero<br />

chiamato Vita. L’errore commesso consiste nell’immaginare che, con questo processo, ci si<br />

sbarazzi completamente della cosa così respinta e che essa scompaia del tutto<br />

dall’universo. Ma non è così. Essa scompare solo dal piccolo cerchio di luce che possiamo<br />

chiamare l’universo della percezione scientifica. Chiamatela la trinità del mistero: il<br />

mistero della materia, il mistero della vita, e il mistero di Dio; e questi tre sono Uno”.(25)<br />

Partendo dal principio che “l’universo visibile deve certamente finire come energia<br />

trasformabile e probabilmente come materia”, e “dal principio di continuità... il quale<br />

richiede la continuazione dell’universo..”. gli autori di questa opera notevole si trovano<br />

costretti a credere “che vi è qualche cosa al di là di ciò che è visibile...(26) e che il sistema<br />

visibile non è l’intero universo, ma solo, forse, una piccolissima parte di esso”. Inoltre<br />

guardando dietro e davanti all’origine dell’universo, gli autori affermano che “se l’universo<br />

visibile è tutto ciò che esiste, allora la sua prima brusca manifestazione è una rottura di<br />

continuità come la sua distruzione finale” (Art. 85). Di conseguenza, poiché tale rottura è<br />

contraria alla legge riconosciuta di continuità, gli autori vengono alla seguente<br />

conclusione:<br />

“Non è forse naturale immaginare che un universo di questa natura, che abbiamo ogni<br />

ragione di considerare esistente, ed è collegato da vincoli di energia con l’universo<br />

visibile, sia anche capace di ricevere energia da esso?... Non possiamo forse considerare<br />

(24) F. R. Marvin, Lecture on Mediomania.<br />

(25) Unseen Universe, pag. 84 e segg.<br />

(26) Ivi, pag. 89.<br />

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