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ISIDE SVELATA

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apparvero nei loro templi. D’altra parte gli antichi storici ci dicono che le conoscenze di<br />

Numa sulla fisica naturale erano notevoli. La tradizione afferma che fu iniziato dai<br />

sacerdoti delle divinità etrusche e istruito da loro nel segreto di costringere Giove, signore<br />

del fulmine, a scendere sulla terra. (11) Ovidio mostra che Giove Elicio cominciò a essere<br />

adorato dai Romani al suo tempo. Salverte e dell’opinione che, prima che Franklin<br />

scoprisse la sua raffinata elettricità, Numa avesse fatto con successo esperimenti su di essa,<br />

e che Tullo Ostilio sia stato la prima vittima del pericoloso “ospite celeste” menzionata<br />

dalla storia. Tito Livio e Plinio narrano che questo principe, avendo trovato nei Libri di<br />

Numa istruzioni sui sacrifici segreti offerti a Giove Elicio, commise un errore e, in<br />

conseguenza, “fu colpito dal fulmine e ucciso nel suo stesso palazzo”. (12)<br />

Salverte nota che Plinio, nell’esporre i segreti scientifici di Numa, “usa espressioni che<br />

sembrano indicare due processi distinti”; l’uno otteneva il tuono (impetrare), l’altro lo<br />

costringeva al fulmine (cogere). (13) “Guidato dal libro di Numi”, dice Lucio, citato da<br />

Plinio, “Tullo cominciò a invocare l’aiuto di Giove... Ma, avendo compiuto<br />

imperfettamente il rito, peri colpito dal fulmine”. (14)<br />

Se risaliamo alle conoscenze del tuono e del fulmine possedute dai sacerdoti etruschi,<br />

troviamo che Tarcone, fondatore della loro teurgia, desiderando proteggere la sua casa dal<br />

fulmine, la circondò con una siepe di brionia bianca, (15) una pianta rampicante che ha la<br />

proprietà di tener lontani i fulmini. Il teurgo Tarcone visse molto prima dell’assedio di<br />

Troia. Il parafulmine a punta metallica, di cui ci consideriamo debitori a Franklin, è<br />

probabilmente una riscoperta. Vi sono molte medaglie le quali sembrano indicare<br />

nettamente che il principio era conosciuto dagli antichi. Il tempio di Giunone aveva il tetto<br />

coperto da una quantità di lame di spade appuntite. (16)<br />

Se abbiamo solo scarse prove che gli antichi possedessero qualche chiara nozione di<br />

tutti gli effetti dell’elettricità, abbiamo tuttavia fortissime prove che fossero perfettamente<br />

al corrente dell’elettricità stessa. “Ben David”, dice l’autore di The Occult Sciences (Le<br />

scienze occulte), “ha affermato che Mosè possedeva qualche conoscenza dei fenomeni<br />

elettrici”. Il professor Hirt, di Berlino, è pure di questa opinione. Michaelis osserva: primo<br />

“che non vi è indicazione che il fulmine abbia mai colpito il tempio di Gerusalemme<br />

durante mille anni. Secondo “che secondo Giuseppe, (17) una foresta di punte d’oro, molto<br />

acute, copriva il tetto del tempio. Terzo “Che questo tetto comunicava con le caverne del<br />

colle su cui il tempio era situato per mezzo di tubi collegati con le dorature che coprivano<br />

tutto l’esterno dell’edificio, così che le punte agivano come conduttori”. (18)<br />

Ammiano Marcellino, un famoso storico del quarto secolo, scrittore generalmente<br />

stimato per l’eleganza e l’esattezza delle sue affermazioni, dice che “I magi conservavano<br />

perpetuamente nelle loro fornaci del fuoco che avevano miracolosamente ottenuto dal<br />

cielo”. (19) Nell’Oupnek-hat indù vi è una sentenza che dice: “Conoscere il fuoco, il sole, la<br />

luna e il fulmine sono i tre quarti della scienza di Dio”. (20)<br />

(11) Ovidio, Fasti, lib. III, vv. 285-346.<br />

(12) Tito Livio, lib. I, cap. 31.<br />

(13) Plinio, Storia naturale, lib. II, cap. 53.<br />

(14) Lucio, Piso. Plinio, Storia naturale, lib. XXVIII, cap. 2.<br />

(15) Columella, lib. X, vv. 346 e segg.<br />

(16) Vedi Notice sur les Travaux de 1 Académie du Gard, di la Boissière, parte I, pagg. 304-314.<br />

(17) Bell. Jud. adv. Roman. lib. V, cap. 14.<br />

(18) “Magasin Scientifique de Goêthingen”, anno III, fascicolo V.<br />

(19) Ammiano Marcellino, lib. XXIII, cap. 6.<br />

(20) Oupnek-hat, brahman XI.<br />

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