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ISIDE SVELATA

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alcuni, è un male che li riempie di profondo orrore. Questa è ignoranza... La morte è la<br />

distruzione del corpo; l’essere che è in esso non muore... Il corpo materiale perde la sua<br />

forma, che si disintegra nel corso del tempo; i sensi che lo animavano tornano alla loro<br />

fonte e riprendono le loro funzioni; ma gradualmente perdono le loro passioni e i loro<br />

desideri, e lo spirito sale al cielo per divenire. ARMONIA. Nella prima zona lascia dietro di<br />

sé la facoltà di crescere o di decrescere; nella seconda il potere di fare il male e le frodi<br />

dell’indolenza; nella terza gli inganni e la concupiscenza; nella quarta l’insaziabile<br />

ambizione; nella quinta l’arroganza, l’audacia e la temerarietà; nella sesta ogni desiderio di<br />

acquisti disonesti; e nella settima la menzogna. Lo spirito, così purificato dagli effetti delle<br />

armonie celesti su di lui, torna ancora una volta al suo stato primitivo, forte del merito e del<br />

potere acquistato e che gli appartengono propriamente; e solo allora comincia ad abitare<br />

con coloro che cantano eternamente le lodi del PADRE. Da questo momento è posto fra le<br />

potenze, e come tale ha raggiunto la suprema beatitudine della Conoscenza. E divenuto un<br />

DIO!... No, le cose della terra non sono la verità”.<br />

Dopo avere dedicato l’intera vita allo studio delle testimonianze dell’antica saggezza<br />

dell’Egitto, Champollion-Figeac e Champollion Junior dichiararono pubblicamente,<br />

nonostante molti giudizi in contrario arrischiati da certi critici frettolosi e poco saggi, che i<br />

Libri di Ermete “contenevano veramente una massa di tradizioni egiziane costantemente<br />

corroborate dai più autentici documenti e monumenti egiziani della più remota<br />

antichità”. (60)<br />

Concludendo il suo voluminoso sommario delle dottrine psicologiche degli Egiziani,<br />

dei sublimi insegnamenti dei sacri libri ermetici, e delle cognizioni dei sacerdoti iniziati in<br />

metafisica e filosofia pratica, Champollion-Figeac cerca, come può, date le prove allora<br />

accessibili, “se vi è mai stata nel mondo un’altra associazione o casta che possa eguagliarli<br />

in credito, potere, sapere e capacità nello stesso grado di bene o di male. No, mai. E questa<br />

casta era conseguentemente maledetta e stigmatizzata solo da coloro che, non so sotto qual<br />

genere di influenza moderna, la hanno considerata nemica degli uomini e della scienza”.<br />

Al tempo in cui Champollion scriveva queste parole, il sanscrito era, potremmo dire, una<br />

lingua quasi sconosciuta per la scienza. Ma ben poco si sarebbe potuto trarre da un<br />

confronto fra i rispettivi meriti dei filosofi brahmani e degli egiziani. Dopo di allora,<br />

comunque, è stato scoperto che le stesse idee, esposte quasi con le stesse parole, si possono<br />

leggere nella letteratura buddhista e brahmanica. Questa stessa filosofia dell’irrealtà delle<br />

cose mondane e dell’illusione dei sensi — la cui intera sostanza è stata plagiata ai nostri<br />

giorni dai metafisici tedeschi — forma la base delle filosofie di Kapila e di Vyasa, e si può<br />

trovare nell’enunciazione delle “quattro verità” di Gautama Buddha, i dogmi cardinali<br />

della sua dottrina. L’espressione di Pimandro “e divenuto un dio” e sintetizzata nell’unica<br />

parola Nirvana, che i nostri dotti orientalisti considerano, nel modo più incorreggibile,<br />

sinonimo di annichilazione.<br />

Questa opinione dei due eminenti egittologi e del massimo valore per noi sia pur solo<br />

come risposta ai nostri avversari. I Champollion furono i primi in Europa a prendere per<br />

mano lo studioso di archeologia e a condurlo nei silenziosi recessi del passato<br />

dimostrandogli che la civiltà non e cominciata con le nostre generazioni; perché, “sebbene<br />

le origini dell’antico Egitto siano sconosciute, si e trovato che esso, nei più remoti periodi<br />

raggiungibili dalla ricerca storica, ha avuto le sue grandi leggi, i suoi costumi stabiliti, le<br />

sue città, i suoi re, i suoi dèi”; e al di là, molto al di là di queste epoche, troviamo rovine<br />

(60) Champollion-Figeac, Egypte, pag. 143.<br />

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