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ISIDE SVELATA

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Sastra? E una parola composta di Manu; d’harma, o istituto; e sastra, comando o legge.<br />

Come dunque le leggi di Manu possono risalire solo al terzo secolo prima dell’era<br />

cristiana?<br />

Il Codice indù non ha mai preteso di essere una rivelazione divina. La distinzione fatta<br />

dai brahmani stessi tra i Veda e qualsiasi altro libro sacro per quanto di rispettabile<br />

antichità, ne e una prova. Mentre ogni setta ritiene i Veda come diretta parola di Dio —<br />

sruti (rivelazione) — il Codice di Manu e indicato da loro semplicemente come smriti,<br />

raccolta della tradizione orale. Tuttavia queste tradizioni, o “ricordi” sono tra le più antiche<br />

e più rispettate di quei paesi, Ma forse il più forte argomento in favore della sua antichità e<br />

della generale stima in cui e tenuto, sta nel fatto seguente. I brahmani hanno certamente<br />

ristrutturato queste tradizioni in qualche epoca remota, e redatto molte delle leggi attuali<br />

quali si presentano adesso nel Codice di Manu, perché rispondessero alle loro ambizioni.<br />

Quindi devono averlo fatto in un ‘epoca in cui la cremazione delle vedove (sutti) non era<br />

praticata né tendeva a esserlo, ed essa e stata praticata per circa 2500 anni. Nel Codice di<br />

Manu, come nei Veda, non viene mai menzionata una legge così atroce! Chi non sa, se non<br />

e totalmente ignorante della storia dell’India, che questo paese fu una volta sul limite di<br />

una rivolta religiosa causata dalla proibizione del sutti da parte del governo inglese? I<br />

brahmani si appellarono a un verso del Rig-Veda, che lo imponeva. Ma recentemente si e<br />

avuta la prova che questo verso e stato falsificato. (21) Se i brahmani fossero stati i soli<br />

autori del Codice di Manu, o lo avessero interamente codificato invece di limitarsi a<br />

riempirlo di interpolazioni per renderlo rispondente ai loro scopi non prima dell’epoca di<br />

Alessandro, come e possibile che avessero trascurato questo punto importantissimo<br />

mettendo in pericolo la loro autorità? Questo fatto dimostra da solo che il Codice deve<br />

essere classificato fra i loro libri più antichi.<br />

Tradizioni delle razze antidiluviane<br />

Sull’evidenza di questa prova indiziaria — quella della ragione e della logica — noi<br />

affermiamo che, se l’Egitto fornì alla Grecia la sua civiltà, e questa trasmise la sua a Roma,<br />

l’Egitto stesso, nelle epoche sconosciute in cui Menes regnava, (22) ricevette le sue leggi, le<br />

sue istituzioni sociali, le sue arti e le sue scienze dall’India prevedica; (23) e che di<br />

conseguenza in questa antica iniziatrice dei sacerdoti — adepti di tutte le altre nazioni —<br />

dobbiamo cercare la chiave dei grandi misteri dell’umanità.<br />

Quando diciamo indiscriminatamente “India”, non intendiamo l’India dei nostri giorni<br />

ma quella del periodo arcaico. In quegli antichi tempi, regioni che oggi ci sono note sotto<br />

altri nomi venivano tutte chiamate India. Vi erano un’India superiore, una inferiore e una<br />

occidentale, che oggi e la Persia-Iran. Le regioni oggi chiamate Tibet, Mongolia e Grande<br />

Tartaria, erano pure considerate come India dagli [antichi scrittori. Presenteremo ora una<br />

leggenda relativa a quei luoghi che la scienza riconosce oggi come la culla dell’umanità.<br />

La tradizione racconta, e le narrazioni del Gran Libro spiegano, che molto prima dei<br />

tempi di Adamo e della sua curiosa moglie He-va, dove adesso si trovano solo laghi salati<br />

e desolato deserto, vi era un vasto mare interno che si estendeva sull’Asia Centrale, a nord<br />

dell’orgogliosa catena dell’Himalaya e dei suoi prolungamenti occidentali. Un’isola, che<br />

per la sua impareggiabile bellezza non aveva rivali al mondo, era abitata dagli ultimi<br />

(21) Vedi Roth, The Burial in India; Max Müller, Comparative Mythology (conferenza); l’articolo di Wilson,<br />

“The Supposed Vaidic Authority for the Burning of Hindu Widows”, ecc<br />

(22) Bunsen indica come primo anno di Menes il 3645; Manetone il 3892 a.C. Egypt’s Place ecc., vol. V, 34.<br />

(23) Louis Jacolliot, in The Bible in India, afferma la stessa cosa.<br />

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