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ISIDE SVELATA

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compresa la nostra, che li popolano. Poiché abbiamo indicato l’esistenza di un potere nella<br />

volontà umana, che, concentrando correnti di questi atomi su di un punto oggettivo, può<br />

creare un bambino corrispondente alla fantasia materna, perché non dovrebbe essere<br />

perfettamente credibile che questo stesso potere emanato dalla madre, possa, con un<br />

intenso, per quanto inconscio, rovesciamento di queste correnti, dissipare e cancellare una<br />

parte o anche l’insieme del corpo del bambino non ancora nato? E qui si affaccia il<br />

problema delle false gravidanze, che tanto spesso hanno completamente frustrato il medico<br />

e la paziente. Se la testa, il braccio e la mano dei tre bambini menzionati da Van Helmont<br />

hanno potuto scomparire in conseguenza di un’emozione di orrore, perché la stessa<br />

emozione, o qualche altra, fortemente eccitate, non potrebbero causare l’intera estinzione<br />

del feto nella cosiddetta falsa gravidanza? Questi casi sono rari, ma avvengono, e sfidano<br />

totalmente la scienza. Non vi è certo, nella circolazione della madre un solvente chimico<br />

abbastanza potente da dissolvere il suo bambino senza distruggere lei stessa. Noi affidiamo<br />

l’argomento al corpo medico, sperando che, come classe, non adotti la conclusione di<br />

Fournié, il quale dice: “In questa successione di fenomeni dobbiamo limitarci al compito di<br />

storici, dato che non abbiamo nemmeno tentato di spiegare i perché e i come di queste<br />

cose: vi è lì l’imperscrutabile mistero della vita, e, via via che avanzeremo nella nostra<br />

esposizione, saremo costretti a riconoscere che questo è per noi Con la parola anima, né<br />

Democrito né gli altri filosofi intendono il nous o pneuma, la divina anima immateriale, ma<br />

la psychè, o corpo astrale: quella che Platone chiama sempre la seconda anima mortale”. (26)<br />

Nei limiti delle sue capacità intellettuali, il vero filosofo non conosce terreni proibiti e<br />

non accetta che vi siano segreti di natura imperscrutabili e inviolabili.<br />

Nessuno studioso della filosofia ermetica e nessuno spiritista farà obiezione al<br />

principio astratto stabilito da Hume che un miracolo è impossibile: perché supporre una<br />

simile possibilità equivarrebbe a considerare l’universo governato da leggi speciali invece<br />

che universali. È questa una delle fondamentali contraddizioni fra la scienza e la teologia.<br />

La prima, ragionando in base a un’esperienza universale, sostiene che vi è una generale<br />

uniformità nel corso della natura, mentre la seconda ammette che la Mente Direttrice possa<br />

essere invocata perché sospenda la legge generale per adeguarsi a emergenze particolari.<br />

John Stuart Mill dice: (27) “Se non credessimo già in agenti soprannaturali, nessun miracolo<br />

potrebbe provarci la loro esistenza. Il miracolo stesso, considerato semplicemente come<br />

fatto straordinario, può essere sufficientemente accertato dai nostri sensi o dalle<br />

testimonianze, ma nulla potrà mai dimostrare che è un miracolo. Vi è ancora un’altra<br />

possibile ipotesi, quello che esso sia il risultato di qualche causa naturale sconosciuta; e<br />

questa possibilità non può essere così totalmente esclusa da non lasciare altra alternativa se<br />

non quella di ammettere l’esistenza e l’intervento di un essere superiore alla natura”.<br />

È esattamente questo il punto che abbiamo cercato di suggerire ai nostri logici e ai<br />

nostri fisici. Come dice lo stesso Stuart Mill, “non possiamo ammettere una proposizione<br />

come una legge naturale e credere tuttavia in un fatto che decisamente la contraddice.<br />

Dobbiamo negare tale fatto oppure credere che ci siamo sbagliati nell’ammettere la<br />

supposta legge”. Hume cita la “sicura e inalterabile esperienza” umana come quella che<br />

stabilisce le leggi la cui operazione rende, ipso facto, impossibile il miracolo. La difficoltà<br />

consiste nell’uso dell’aggettivo inalterabile, perché questo fa supporre che la nostra<br />

esperienza non possa mai cambiare, e che, per conseguenza, noi abbiamo sempre le stesse<br />

(26) Fournié, Physiologie du Système Nerveux, pag. 16.<br />

(27) A System of Logic, ottava edizione, 1872, vol. II, pag. 165.<br />

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