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ISIDE SVELATA

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demoni dei teurghi, i diavoli della teologia; gli gnomi, le salamandre, i silfi e le ondine<br />

assaliranno il temerario praticante sotto molteplici forme aeree. Incapaci di inventare<br />

alcunché, essi frugheranno nel profondo della sua memoria; di qui l’esaurimento nervoso e<br />

l’oppressione mentale di certe nature sensitive nei circoli spiritisti. Gli elementari<br />

porteranno alla luce ricordi del passato dimenticati da lungo tempo: forme, immagini, dolci<br />

memorie, detti familiari da tempo svaniti dal nostro ricordo ma vivacemente mantenuti<br />

nelle imperscrutabili profondità della nostra memoria e nelle tavolette astrali<br />

dell’imperiscibile “LIBRO DELLA VITA”.<br />

Ogni cosa organizzata in questo mondo, visibile come invisibile, ha un elemento che<br />

le è appropriato. Il pesce vive e respira nell’acqua; la pianta consuma acido carbonico che è<br />

letale per gli animali e per l’uomo; alcuni esseri sono adatti per gli strati rarefatti dell’aria,<br />

altri esistono solo nei più densi. Per alcuni la vita dipende dalla luce del sole, per altri<br />

dall’oscurità; e così la saggia economia della natura adatta a ogni condizione qualche<br />

forma vivente. Queste analogie permettono di concludere che non solo non vi è nella<br />

natura universale alcuno spazio non occupato, ma anche che per ogni cosa che ha vita sono<br />

fornite particolari condizioni le quali, in quanto fornite, sono necessarie. Se supponiamo<br />

che vi sia un lato invisibile nell’universo, le consuetudini fisse della natura ci permettono<br />

di concludere che questa parte è popolata al pari dell’altra, e che ogni gruppo dei suoi<br />

abitatori è rifornito delle sue indispensabili condizioni di esistenza. E non meno illogico<br />

immaginare che siano fornite a tutti condizioni identiche, di quanto lo sarebbe sostenere<br />

tale teoria relativamente agli abitanti del dominio della natura visibile. Il fatto che vi siano<br />

degli spiriti implica che vi sia una diversità fra gli spiriti; perché gli uomini differiscono fra<br />

loro, e gli spiriti umani non sono che uomini disincarnati.<br />

Dire che tutti gli spiriti sono eguali, o adatti alla stessa atmosfera, o in possesso degli<br />

stessi poteri, o governati dalle stesse attrazioni — elettriche, magnetiche, odiche, astrali,<br />

poco importa quali — è assurdo come dire che tutti i pianeti sono della stessa natura, o che<br />

tutti gli animali sono anfibi, o che tutti gli uomini si nutrono dello stesso cibo. È<br />

ragionevole supporre che le nature più grossolane, fra gli spiriti, si affondino negli strati<br />

più bassi dell’atmosfera spirituale, in altre parole si trovino più vicini alla terra.<br />

Inversamente i più puri si troveranno più lontani. In ciò che, per coniare una nuova parola,<br />

potremmo chiamare psicomatica dell’occultismo, è insicuro supporre che uno di questi<br />

gradi di spiriti possa occupare lo stesso luogo o sussistere nelle stesse condizioni dell’altro,<br />

come lo sarebbe, in idraulica, aspettarsi che due liquidi di densità diversa possano<br />

scambiare i loro indici sulla scala dell’idrometro di Beaume.<br />

Görres, descrivendo una conversazione avuta con un Indù della costa del Malabar,<br />

riferisce che, avendogli chiesto se vi erano fra loro dei fantasmi, ebbe in risposta: “Sì, ma<br />

sappiamo che sono spiriti cattivi... quelli buoni non possono apparirci. Sono soprattutto<br />

spiriti di suicidi o di omicidi, o di coloro che muoiono di morte violenta. Essi vagano<br />

continuamente attorno e appaiono come fantasmi. Le ore notturne li favoriscono; essi<br />

seducono i deboli di mente e tentano gli altri in mille modi diversi”. (13)<br />

Porfirio ci presenta alcuni fatti ripugnanti la cui verità è confermata dall’esperienza di<br />

ogni studioso di magia. “Poiché l’anima”, (14) egli dice, “anche dopo la morte mantiene<br />

un certo affetto per il suo corpo, un’affinità, proporzionata alla violenza con cui la loro<br />

unione è stata spezzata, vediamo molti spiriti aleggiare disperati presso i loro resti terreni;<br />

(13) Gorres, Mystique, lib. III, pag. 63.<br />

(14) Gli antichi chiamavano “anima” gli spiriti dei malvagi: l’anima era la larva o lemure. Gli spiriti umani<br />

buoni divenivano dèi.<br />

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