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ISIDE SVELATA

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pensiero. La ceralacca, il vetro, l’ambra, quando vengono strofinati, quando cioè il calore<br />

latente che esiste in ogni sostanza viene risvegliato, attraggono corpi leggeri: essi<br />

esercitano inconsciamente la volontà; perché la materia inorganica, al pari della organica,<br />

possiede in se stessa una particella di essenza divina, per quanto infinitamente piccola<br />

possa essere. E come potrebbe essere altrimenti? Per quanto nel progresso della sua<br />

evoluzione possa essere passata, dal principio alla fine, attraverso milioni di varie forme,<br />

essa deve mantenere il suo punto germinale di questa materia preesistente, che è la prima<br />

manifestazione ed emanazione della Divinità stessa. Che cosa è allora questo inesplicabile<br />

potere di attrazione se non una parte atomica di quella essenza che gli scienziati e i<br />

cabalisti riconoscono egualmente come il “principio della vita”, l’akâsa? Certo l’attrazione<br />

esercitata da questi corpi può essere cieca; ma se risaliamo la scala degli esseri naturali<br />

organici, troviamo che questo principio vitale sviluppa attributi e facoltà che divengono più<br />

determinanti e definiti a ogni gradino di questa scala infinita. L’uomo, il più perfetto degli<br />

esseri organizzati sulla terra, in cui materia e spirito — ossia volontà — sono i più<br />

sviluppati e potenti, è il solo a cui sia concesso di dare un impulso cosciente a quel<br />

principio che emana da lui; e solo lui può impartire al fluido magnetico impulsi vari e<br />

opposti senza limiti di direzione. “Egli vuole”, dice Du Potet, “e la materia organizzata<br />

obbedisce. Essa non ha poli”.<br />

Il dott. Brierre de Boismont, nel suo volume sulle Hallucinations, considera una<br />

straordinaria varietà di visioni, apparizioni ed estasi, generalmente chiamate allucinazioni.<br />

“Non possiamo negare”, egli dice, “che in certe malattie vediamo svilupparsi una grande<br />

sureccitazione di sensibilità che presta ai sensi una prodigiosa acutezza. di percezione. Così<br />

alcuni individui percepiranno a notevoli distanze, altri annunceranno l’avvicinarsi di<br />

persone che sono realmente per via, sebbene i presenti non possano udirle né vederle<br />

arrivare”. (34)<br />

Un paziente lucido, nel suo letto, annuncia l’arrivo di persone per veder le quali deve<br />

possedere la visione attraverso i muri, e questa facoltà è definita da Brierre de Boismont<br />

allucinazione. Nella nostra ignoranza, abbiamo finora innocentemente supposto che, per<br />

essere chiamata giustamente allucinazione, una visione debba essere soggettiva: deve<br />

esistere solo nel cervello delirante del paziente. Ma, se questi annuncia l’arrivo di una<br />

persona a distanza di miglia, e questa persona arriva nel momento predetto dal veggente,<br />

allora la sua visione non è più soggettiva ma al contrario perfettamente oggettiva perché<br />

egli vede quella persona nell’atto di avvicinarsi. E come potrebbe quel paziente vedere,<br />

attraverso solide mura e ampi spazi, un oggetto irraggiungibile dalla nostra vista mortale se<br />

non esercitando in questa occasione la sua vista spirituale? Coincidenze?<br />

Cabanis parla di certi disordini nervosi in cui i pazienti possono facilmente distinguere<br />

a occhio nudo gli infusori e altri esseri microscopici percepibili di norma solo grazie a<br />

potenti lenti. “Ho incontrato soggetti”, egli dice, “che vedevano nella più profonda oscurità<br />

come in una stanza illuminata... “ altri “che seguivano la pista di persone come cani,<br />

riconoscendo all’odore gli oggetti che appartenevano loro o anche erano solo stati toccati<br />

da loro, con una capacità che fin allora era stata osservata solo negli animali”. (35)<br />

Esatto. Perché la ragione, che, come dice Cabanis, si sviluppa solo a spese dell’istinto<br />

naturale e con la sua perdita, è una muraglia cinese che si alza lentamente sul suolo del<br />

sofismo e finalmente taglia fuori le percezioni spirituali dell’uomo di cui l’istinto è uno dei<br />

più importanti esempi. Arrivati a certi stadi di prostrazione fisica, quando la mente e le<br />

facoltà di ragionamento sembrano paralizzate per la debolezza del corpo, l’istinto —<br />

l’unità spirituale dei cinque sensi — vede, ode, tocca, gusta e sente senza essere ostacolato<br />

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