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ISIDE SVELATA

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di cause precedenti e dimostrabili. Crediamo di poter vedere come mai il professor Müller<br />

confessa che “ogni tanto... ci si immagina di vedere chiaramente in certe epoche e in certi<br />

indizi, ma alla pagina successiva tutto torna nel caos”. (45) Non è possibile che questo caos<br />

sia intensificato dal fatto che la maggior parte degli scienziati, rivolgendo tutta la loro<br />

attenzione alla storia, sorvolano tutto ciò che considerano “vago, contradditorio,<br />

‘miracoloso, assurdo”? Nonostante la sensazione che vi fosse “una base di nobili<br />

concezioni coperta e distorta da una sovrapposizione di fantastiche sciocchezze”, il<br />

professor Müller non può fare a meno di paragonare queste sciocchezze ai racconti delle<br />

Mille e una notte.<br />

Lungi da noi la ridicola pretesa di criticare uno scienziato così degno di ammirazione<br />

per il suo sapere come Max Müller. Ma non possiamo fare a meno di dire che anche fra le<br />

fantastiche sciocchezze delle Mille e una notte, ogni cosa è degna di attenzione se può<br />

aiutarci a trarne qualche verità storica. L’Odissea di Omero supera in fantastiche assurdità,<br />

le fiabe delle Mille e una notte; e tuttavia è oggi dimostrato che molti di quei miti sono<br />

qualche cosa d’altro oltre alla fantasia dell’antico poeta. I Lestrigoni, che divorarono i<br />

compagni di Ulisse sono considerati la gigantesca razza cannibale (46) che si dice abitasse,<br />

nei primi tempi, le caverne della Norvegia. La geologia ha confermato, con le sue scoperte,<br />

alcune affermazioni di Omero considerate per tanti secoli semplici allucinazioni poetiche.<br />

Il giorno perpetuo di cui godeva la razza dei Lestrigoni indica che essi abitavano il Capo<br />

Nord, dove, d’estate, la luce del giorno è continua. I fiordi norvegesi sono perfettamente<br />

descritti da Omero nella sua Odissea, X, 110; e la statura gigantesca dei Lestrigoni è<br />

confermata da ossa umane di dimensioni eccezionali trovate in caverne non lungi da questa<br />

regione e che i geologi suppongono essere appartenute a una razza estinta molto prima<br />

dell’immigrazione ariana. Cariddi, come abbiamo visto, è stata identificata col maelstrom,<br />

e le rocce vaganti (47) con gli enormi iceberg dei mari artici.<br />

E veramente strano che i ripetuti tentativi per creare l’uomo descritti nella<br />

Cosmogonia Quiché non abbiano suggerito confronti con alcuni Apocrifi, con i libri sacri<br />

degli Ebrei e con le teorie cabalistiche della creazione. Anche il Libro di Jasher,<br />

condannato come grossolana falsificazione del dodicesimo secolo, può fornire più di un<br />

indizio per rintracciare una relazione tra la popolazione di Ur dei Kasdei, dove la magia<br />

fioriva prima dei tempi di Abramo, e quelle dell’America centrale e settentrionale. Gli<br />

esseri divini “abbassati al livello della natura umana”, non compivano fatti o trucchi più<br />

strani o incredibili degli atti miracolosi di Mosè e dei maghi del faraone: molti di essi sono<br />

esattamente della stessa natura. E quando, oltre a questo fatto, troviamo così notevoli<br />

somiglianze fra certi termini cabalistici comuni a entrambi gli emisferi, deve esservi<br />

qualche cosa di più di un semplice caso come spiegazione. Molti di questi fatti hanno<br />

evidentemente una parentela in comune. La storia dei due fratelli dell’America Centrale, i<br />

quali, prima di partire per il loro viaggio a Xibalba, piantarono ognuno una canna nel<br />

centro della casa della loro nonna affinché ella potesse sapere dal fiorire o dall’appassire di<br />

esse se erano vivi o morti”, (48) trova analogie nelle credenze di molte altre regioni. In<br />

Racconti e tradizioni popolari, di Sacharoff (Russia) si può trovare una narrazione simile,<br />

e incontriamo questa credenza in varie altre leggende. E tuttavia queste fiabe erano<br />

familiari in Russia molti secoli prima che l’America fosse scoperta.<br />

(45) Max Müller, Popol-Vuh, pag. 327.<br />

(46) Perché no i sacrifici umani dell’antico culto?<br />

(47) Odissea, XII, 71.<br />

(48) Chips from a German Workshop, pag. 268.<br />

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