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ISIDE SVELATA

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“Nelle vicinanze vi sono numerosi residui indù consistenti in profonde caverne e<br />

templi scavati nella roccia. Molti di questi templi sono circondati da un recinto circolare<br />

spesso adorno di statue e colonne. La figura dell’elefante è molto comune, posta davanti<br />

odi fianco all’ingresso del tempio come una sorta di sentinella. Centinaia e migliaia di<br />

nicchie sono artisticamente scavate nella solida roccia, e quando questi templi erano pieni<br />

di fedeli, ogni nicchia aveva una statua o un’immagine, in genere nello stile fiorito di<br />

queste sculture orientali. È una dolorosa verità che quasi ogni immagine, qui, è<br />

vergognosamente sfigurata o mutilata. Si è detto spesso che nessun Indù si inchina davanti<br />

a un’immagine imperfetta, e che i maomettani, sapendolo, hanno mutilato apposta tutte<br />

queste immagini per impedire che gli Indù le venerassero. Questo è considerato dagli Indù<br />

come sacrilego e blasfemo, e ha risvegliato quell’ardente animosità che ogni Indù eredita<br />

dal padre e che i secoli non hanno potuto cancellare.<br />

“Vi sono qui anche resti di città sepolte, malinconiche rovine in genere senza un solo<br />

abitante. Nei grandi palazzi dove la regalità dava un tempo le sue feste, le fiere trovano<br />

oggi il loro rifugio. In molti luoghi la ferrovia sorpassa o attraversa queste rovine e il<br />

materiale è stato usato per fare la massicciata... Enormi massi sono rimasti al loro posto per<br />

migliaia di anni e vi rimarranno probabilmente per migliaia di anni a venire. Questi templi<br />

scavati nella roccia, come queste statue mutilate rivelano un’abilità artigiana che nessuna<br />

opera dei nativi attuali saprebbe eguagliare. (25) E evidente che, centinaia di anni fa, queste<br />

colline erano animate da una vasta moltitudine; oggi tutto è desolazione senza colture né<br />

abitanti, e abbandonato agli animali selvaggi.<br />

“E un buon luogo di caccia, e, poiché gli Inglesi sono grandi cacciatori, preferiscono<br />

che questi monti e queste rovine rimangano immutati”.<br />

Noi speriamo ardentemente che così sia. Abbastanza vandalismi sono stati perpetrati<br />

nei tempi andati per farci sperare che almeno in questo secolo di esplorazione e di sapere,<br />

la scienza nei suoi rami dell’archeologia e della filologia, non ci privi di queste<br />

preziosissime memorie scritte su tavolette imperiture di granito e di roccia.<br />

Reincarnazione<br />

Presenteremo adesso alcuni frammenti di questa misteriosa dottrina della<br />

reincarnazione — così diversa dalla metempsicosi — che prendiamo da un’autorità in<br />

questo campo. La reincarnazione, ossia comparsa dello stesso individuo, o meglio della sua<br />

monade astrale, due volte sullo stesso ciclo, non è una legge di natura; è un’eccezione<br />

come il fenomeno teratologico di un bambino che nasce con due teste. È preceduta dalla<br />

violazione della naturale legge di armonia, e avviene solo quando la natura, cercando di<br />

ristabilire il suo equilibrio disturbato, richiama violentemente nella vita terrena la monade<br />

astrale che è stata lanciata fuori dal cerchio di necessità da un delitto o da un incidente.<br />

Così, nei casi di aborto, di bambini che muoiono prima di una certa età, di idiozia<br />

congenita e incurabile, il progetto originale della natura di produrre un uomo perfetto è<br />

stato interrotto. Di conseguenza, mentre la materia di ognuna di queste varie entità è<br />

lasciata disperdersi, dopo la morte, nel vasto regno dell’essere, lo spirito immortale e la<br />

monade astrale dell’individuo — quest’ultima messa da parte per animare un altro corpo, e<br />

la prima per versare la sua luce divina sulla organizzazione corporea — devono tentare una<br />

seconda volta di raggiungere lo scopo dell’intelligenza creativa.<br />

(25) Uno scrittore, nel descrivere la maestà degli arcaici monumenti indù e la raffinatezza delle loro sculture,<br />

ha usato una frase molto felice. “Essi costruiscono”, ha detto, “come giganti e rifiniscono come orefici”.<br />

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