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ISIDE SVELATA

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pietra, nelle stesse condizioni, non cadrà”. Ma respinge decisamente ogni tentativo di<br />

cambiare questa probabilità in necessità, e infatti dice: “Io ripudio e anatemizzo totalmente<br />

questa intrusione. Conosco fatti e conosco leggi; ma che cosa è la necessità se non l’ombra<br />

vuota della mia propria mente”? Il fatto è, però, che ogni cosa che accade in natura è il<br />

risultato della necessità, e una legge che è stata operante continuerà a operare<br />

continuamente così finché non sarà neutralizzata da una legge opposta di eguale potenza.<br />

Così è naturale che la pietra cada a terra obbedendo a una forza, ed è egualmente naturale<br />

che non cada o che, dopo essere caduta, si innalzi ancora obbedendo a un’altra forza<br />

egualmente potente, cosa con cui Huxley può essere, o può non essere familiare. E naturale<br />

che una sedia resti sul pavimento dove è stata posata, ed è egualmente naturale (come<br />

mostra la testimonianza di centinaia di osservatori competenti) che si sollevi nell’aria senza<br />

essere toccata da alcuna mano mortale visibile. Non è forse dovere di Huxley accertare la<br />

realtà di questo fenomeno e poi inventare un nuovo nome scientifico per la forza che è<br />

dietro di esso?<br />

Il Pantheon del nichilismo<br />

“Io conosco i fatti”, dice Huxley, “e conosco le leggi”. Ma con quali mezzi è venuto a<br />

conoscere i Fatti e le Leggi? Evidentemente attraverso i suoi sensi; e questi vigili servitori<br />

gli hanno permesso di scoprire abbastanza su quello che egli considera verità per costruire<br />

un sistema che, come egli stesso confessa, “sembra quasi urtare il senso comune”. Se la sua<br />

testimonianza deve essere accettata come base per una ricostruzione generale del credo<br />

religioso, sebbene, in definitiva, egli abbia stabilito solo una teoria, perché la testimonianza<br />

cumulativa di milioni di persone circa la presenza di fenomeni che minano le fondamenta<br />

di questo sistema non dovrebbe essere egualmente degna della stessa rispettosa<br />

considerazione? Huxley non è interessato in questi fenomeni, ma milioni di persone lo<br />

sono; e mentre egli digeriva i suoi “protoplasmi di pane e montone” onde ricuperare le<br />

forze per voli metafisici ancora più audaci, quei milioni andavano riconoscendo la scrittura<br />

familiare di coloro che avevano maggiormente amato, tracciata da mani spiritiche, e<br />

osservavano le vaporose immagini di coloro che, dopo aver vissuto su questa terra, ed<br />

essere passati attraverso il cambiamento della morte, smentivano la sua teoria favorita.<br />

Finché la scienza confesserà che il suo dominio rimane entro i limiti di questi<br />

cambiamenti di materia, e la chimica affermerà che la materia, cambiando la sua forma<br />

“dalla condizione solida a quella liquida o gassosa”, cambia solo dal visibile all’invisibile,<br />

e che, in tutti questi cambiamenti, rimane la stessa quantità di materia, essa non avrà diritto<br />

di dogmatizzare. Essa e incompetente a dire sì o no, e deve cedere il terreno a persone più<br />

intuitive dei suoi rappresentanti.<br />

Molto al di sopra di tutti gli altri nomi di questo Pantheon del Nichilismo, Huxley<br />

scrive quello di David Hume. Egli considera che il maggior servizio reso da questo filosofo<br />

all’umanità consiste nella sua irrefragabile dimostrazione dei “limiti dell’indagine<br />

filosofica”, al di fuori dei quali stanno le fondamentali dottrine “dello spiritismo” e di altri<br />

“ismi”. È vero che il decimo capitolo della Enquiry Concerning Human Understanding<br />

(Indagine sull’intelletto umano) di Hume, era così altamente stimato dal suo autore che egli<br />

lo considerava, “con i saggi e gli eruditi, “un’imperitura sfida a ogni genere di illusione<br />

superstiziosa”, come chiamava la credenza in fenomeni che non gli erano familiari e che<br />

classificava arbitrariamente come miracoli. Ma, come Wallace osserva giustamente,<br />

l’apoftegma di Hume, secondo il quale “un miracolo é una violazione delle leggi della<br />

natura”, e imperfetto; perché anzitutto presume che noi conosciamo tutte le leggi della<br />

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