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ISIDE SVELATA

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“Zeus”, dice un inno orfico, “è il primo e l’ultimo, la testa e le estremità; da lui sono<br />

procedute tutte le cose. E un uomo e una ninfa immortale (elemento maschile e<br />

femminile); l’anima di tutte le cose, e il principale motore nel fuoco; egli è il sole e la luna;<br />

la sorgente dell’oceano; il demiurgo dell’universo; una potenza, un Dio; il potente creatore<br />

e governatore del cosmo. Ogni cosa, il fuoco, l’acqua, la terra, l’etere, la notte, i cieli,<br />

Metis, l’architetto primitivo (la Sofia degli gnostici e la Sephira dei cabalisti), il bell’Eros,<br />

Cupido, tutto è incluso nelle vaste dimensioni del suo corpo glorioso”. (18)<br />

Questo breve inno di lode contiene il piano di ogni concezione mitopeica.<br />

L’immaginazione degli antichi si dimostrò illimitata come le manifestazioni visibili della<br />

Divinità stessa, che fornì loro i temi delle loro allegorie. E tuttavia queste ultime, per<br />

quanto possano sembrare esuberanti, non si allontanarono mai dalle due idee principali che<br />

corrono sempre parallele nella loro iconografia sacra; esse sono strettamente aderenti<br />

all’aspetto fisico, come morale o spirituale, della legge naturale. Le loro ricerche<br />

metafisiche non si sono mai urtate con le verità scientifiche, e le loro religioni possono<br />

giustamente essere definite le credenze psicofisiologiche dei sacerdoti e degli scienziati,<br />

che le costruirono sulle tradizioni di un mondo fanciullo quali erano state ricevute dalle<br />

menti non sofisticate delle razze primitive, e sulla loro propria conoscenza sperimentale,<br />

vecchia di.tutta la saggezza dei secoli trascorsi.<br />

Simpatie fra i pianeti e le piante<br />

In quanto sole, quale migliore immagine poteva essere trovata per Giove che emette i<br />

suoi raggi dorati, se non la personificazione di questa emanazione in Diana, la vergine<br />

Artemide che tutto illumina, il cui più antico nome era Diktynna, letteralmente il raggio<br />

emesso, dal verbo dikéin? La luna non è luminosa e risplende solo per la luce riflessa del<br />

sole; di qui l’immagine di sua figlia, la dea della luna, e lei stessa Luna, Astarte o Diana.<br />

Come la Diktynna cretese, essa porta una ghirlanda fatta della magica pianta diktamnon o<br />

dictamnus, l’arbusto sempreverde il cui contatto si dice che provochi il sonnambulismo e<br />

in egual tempo lo curi; e, come Eilithyia e Giunone Pronuba, è la divinità che presiede le<br />

nascite; è una divinità esculapiana, e l’uso della ghirlanda di dittamo, in associazione con<br />

la luna, mostra ancora una volta la profonda osservazione degli antichi. Questa pianta è<br />

conosciuta in botanica come dotata di proprietà altamente sedative; cresce in grande<br />

abbondanza sul monte Dicte, una montagna di Creta; d’altra parte la luna, secondo le<br />

migliori autorità sul magnetismo animale, agisce sugli umori e sul sistema ganglionare, o<br />

cellule nervose, la sede da cui procedono tutte le fibre nervose che hanno tanta parte nella<br />

mesmerizzazione. Durante il parto le donne cretesi venivano coperte con questa pianta, e le<br />

sue radici erano somministrate come il miglior farmaco per alleviare i dolori acuti e<br />

calmare l’irritabilità così pericolosa in questo periodo. Le partorienti erano poste inoltre,<br />

nel recinto del tempio consacrato alla dea, e, se possibile, sotto i raggi diretti della<br />

risplendente figlia di Giove, la brillante e calda luna orientale.<br />

I brahmani indù e i buddhisti hanno complicate teorie sull’influenza del sole e della<br />

luna (gli elementi maschile e femminile) in quanto contenenti i principi positivo e<br />

negativo, gli opposti della polarità magnetica. “L’influenza della luna sulle donne è ben<br />

nota”, scrivono tutti gli antichi studiosi del magnetismo; ed Ennemoser come Du Potet<br />

confermano in ogni particolare le teorie dei veggenti indù.<br />

(18) Stobeo, Egloghe.<br />

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