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ISIDE SVELATA

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esperienze avute da Jacolliot e da Sir Charles Napier a Benares, con levitazioni di esseri<br />

umani nella piena luce del giorno, che possono essere spiegate solo con la teoria da noi<br />

avanzata nel capitolo introduttivo di questo libro.(34) Queste levitazioni sono testimoniate,<br />

oltre che dal Crookes, dal professor Perty, che le riferisce prodotte all’aria aperta e, talora,<br />

della durata di venti minuti; tutti questi fenomeni e molti altri sono avvenuti, avvengono e<br />

avverranno in tutti i paesi del globo, a dispetto di tutti gli scettici e gli scienziati che sono<br />

usciti dal fango siluriano.<br />

Tra le ridicole pretese dell’alchimia vi è quella delle lampade perpetue. Se diciamo al<br />

lettore di averle viste, egli ci può domandare qualora la sincerità della nostra credenza<br />

personale non venga messa in questione — come possiamo dire che le lampade da noi<br />

osservate erano perpetue, dato che il periodo della nostra osservazione era limitato. Solo<br />

che, conoscendo gli ingredienti impiegati, il modo con cui erano state costruite, e la legge<br />

naturale applicabile al caso, abbiamo fiducia che la nostra affermazione può essere<br />

confermata da un’investigazione appropriata al loro campo. Quale sia questo campo e da<br />

chi questa conoscenza può essere appresa, i nostri critici devono scoprirlo e prendersi la<br />

pena che ci siamo presi noi. Frattanto citeremo alcune delle (173) autorità che hanno scritto<br />

sull’argomento. Nessuna di esse, che ricordiamo, ha mai affermato che queste lampade<br />

sepolcrali siano perpetue, ma solo che ardono per un indefinito numero di anni, e non<br />

mancano esempi che sono rimaste accese per molti secoli. Non si può negare che, se vi è<br />

una legge naturale per cui una lampada può ardere, senza avere nuovo alimento, per dieci<br />

anni, non vi è ragione per cui la stessa legge non possa far si che la combustione duri cento<br />

o mille anni.<br />

Tra i personaggi noti che credettero fermamente e affermarono strenuamente che<br />

queste lampade sepolcrali ardessero per varie centinaia di anni, e avrebbero continuato ad<br />

ardere forse per sempre se non fossero state spente o non si fossero rotte per qualche<br />

incidente, possiamo ricordare i seguenti nomi: Clemente Alessandrino, Ermolao Barbaro,<br />

Appiano, Burattino, Citesio, Celio, Fox, Costeo, Casalio, Cedreno, Del Rio, Eric, Gesner,<br />

Jacoboni, Leander, Libavio, Lazio, Pico della Mirandola, Filalete, Liceto, Maiolo,<br />

Maturanzio, Battista della Porta, Pancirollo, Ruscellio, Scardonio, Ludovic Vives,<br />

Volterano, Paracelso, vari alchimisti arabi, e finalmente Plinio, Solino, Kircher e Alberto<br />

Magno.<br />

La scoperta è rivendicata dagli antichi Egiziani, questi figli della terra della<br />

chimica.(35) Per lo meno essi furono il popolo che usò queste lampade più di ogni altro, a<br />

causa delle sue dottrine religiose. Si credeva che l’anima astrale della mummia attendesse<br />

presso il corpo per tutti i tremila anni del ciclo della necessità. Era legata a esso da un filo<br />

magnetico, che poteva essere rotto solo da un suo sforzo, e gli Egiziani speravano che la<br />

lampada perenne, simbolo del loro spirito incorruttibile e immortale, avrebbe infine fatto<br />

decidere l’anima più materiale a separarsi dalla sua dimora terrena e a unirsi per sempre<br />

con l’Io divino. Per questo le lampade erano appese nei sepolcri dei ricchi.<br />

Queste lampade si trovano spesso nelle tombe sotterranee, e Liceto ha lasciato un<br />

lungo scritto per dimostrare che al suo tempo ogni volta che veniva aperto un sepolcro vi si<br />

trovava una lampada accesa, che però si spegneva immediatamente a causa della<br />

profanazione. Livio, Burattino e Micael Schatta, nelle loro lettere a Kircher,(36) affermano<br />

di aver trovato molte lampade nelle tombe sotterranee dell’antica Memfi. Pausania parla<br />

(34) Vedi la voce “Eterobazia”.<br />

(35) Salmo CV, 23. Il “Paese di Cham”, o chem, in greco x lu, da cui i termini alchimia e chimica.<br />

(36) Oedipi Aegyptiaci Theatrum, Hieroglyphicum, pag. 544.<br />

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