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ISIDE SVELATA

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Augoeides, sente intuitivamente la verità; egli non può errare nel suo giudizio, nonostante<br />

tutti i sofismi suggeriti dalla fredda ragione, perché è ILLUMINATO. Di conseguenza la<br />

profezia, la vaticinazione e la cosiddetta ispirazione divina sono semplicemente gli effetti<br />

di questa illuminazione dall’alto, da parte del nostro spirito immortale.<br />

Swedenborg, seguendo le mistiche dottrine dei filosofi ermetici, dedicò numerosi<br />

volumi alla elucidazione del “senso interno” del Genesi. Indubbiamente Swedenborg era<br />

un “mago nato”, un veggente; ma non era un adepto. Così, per quanto rigorosamente possa<br />

aver seguito il metodo di interpretazione apparentemente usato dagli alchimisti e dagli<br />

scrittori mistici, egli fallì in parte; tanto più che il modello da lui scelto in questo metodo,<br />

sebbene grande alchimista, non era un adepto più che non lo fosse lo stesso veggente<br />

svedese, nel pieno senso della parola. Eugenio Filalete non aveva infatti mai raggiunto<br />

“l’alta pirotecnia”, per usare l’espressione dei filosofi mistici. Ma, per quanto entrambi non<br />

abbiano colto l’intera verità nei suoi particolari, Swedenborg ha dato virtualmente la stessa<br />

interpretazione dei filosofi ermetici sul primo capitolo del Genesi. Il veggente, al pari degli<br />

iniziati, malgrado la loro velata fraseologia, mostra chiaramente che il primo capitolo del<br />

Genesi si riferisce alla rigenerazione, ossia a una nuova nascita dell’uomo, non alla<br />

creazione dei nostro universo e al suo capolavoro, l’uomo. Il fatto che i termini degli<br />

alchimisti, come sale, zolfo e mercurio, siano trasformati da Swedenborg in ente, causa ed<br />

effetto, (26) non influisce sull’idea soggiacente di risolvere i problemi dei libri mosaici con<br />

l’unico metodo possibile delle corrispondenze usato dagli ermetici.<br />

La sua dottrina di corrispondenza, o simbolismo ermetico, è quella di Pitagora e dei<br />

cabalisti: “come sopra, così sotto”. E anche quella dei filosofi buddhisti, che, nella loro<br />

ancora più astratta metafisica, rovesciando il consueto modo di definizione dato dai nostri<br />

eruditi, chiamano unica realtà i tipi invisibili, e illusioni tutti i rimanenti effetti delle cause<br />

e prototipi visibili. Per quanto contraddittorie le loro varie elucidazioni del Pentateuco<br />

possano apparire in superficie, ognuno di loro tende a mostrare che la letteratura sacra di<br />

ogni regione, la Bibbia come i Veda o le Scritture buddhiste, può essere capita e<br />

completamente vagliata solo alla luce della filosofia ermetica. I grandi saggi dell’antichità,<br />

quelli del medioevo e anche gli scrittori mistici dei nostri tempi erano tutti ermetici. Sia<br />

che la luce della verità li abbia illuminati attraverso le loro facoltà di intuizione, o come<br />

conseguenza dello studio e della regolare iniziazione, virtualmente essi accettarono il<br />

metodo e seguirono la via loro tracciata da uomini come Mosè, Gautama-Buddha e Gesù.<br />

La verità, simbolizzata dagli alchimisti come rugiada del cielo, era discesa nei loro cuori<br />

ed essi l’avevano raccolta sulla vetta delle montagne stendendo CANDIDA biancheria per<br />

riceverla; e così in un certo senso, si erano assicurati, ognuno per sé e a suo modo, il<br />

solvente universale. Quanto sia stato concesso loro di condividerlo con il pubblico, è<br />

un’altra questione. Quel velo che si dice abbia coperto il volto di Mosè quando, dopo<br />

essere sceso dal Sinai, insegnò al popolo la Parola di Dio, non può essere tolto a volontà<br />

del solo insegnante. Bisogna che anche gli ascoltatori vogliano togliere il velo che è “sui<br />

loro cuori”. Paolo lo dice chiaramente; e le sue parole rivolte ai corinzi possono essere<br />

applicate a ogni uomo e a ogni epoca della storia del mondo. Se “le loro menti sono<br />

accecate” dal risplendente involucro della divina verità, sia che il velo sia tratto o no dal<br />

volto del maestro, non può essere tratto dai loro cuori se essi non “si volgono al Signore”.<br />

Ma quest’ultimo appellativo non può essere applicato ad alcuna delle tre persone<br />

(26) Vedi Arcana coelestia.<br />

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