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ISIDE SVELATA

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con le opinioni opposte”. Se dobbiamo accogliere l’epiteto di Tyndall in tutto il suo brutale<br />

significato, esso si applica meno agli spiritisti, che rimangono fedeli al loro credo, che a<br />

quegli scienziati atei che lasciano gli amorosi amplessi del materialismo per gettarsi nelle<br />

braccia del disprezzato teismo solo perché vi trovano il loro profitto.<br />

Abbiamo visto come Magendie confessi francamente l’ignoranza dei fisiologi circa<br />

alcuni dei più importanti problemi della vita, e come Fournié sia d’accordo con lui. Il<br />

professor Tyndall ammette che l’ipotesi evoluzionista non risolve e non pretende di<br />

risolvere il mistero definitivo.<br />

Abbiamo anche rivolto tutta l’attenzione in nostro potere alla famosa conferenza del<br />

professor Huxley On the Physical Basis of Life (Sulle basi fisiche della vita), così che<br />

quello che possiamo dire in questo volume sulla tendenza del pensiero scientifico moderno<br />

non può dar luogo ad alcun equivoco. Riassumendo la teoria nei limiti più ristretti,<br />

possiamo formularla così: tutte le cose sono create dalla materia cosmica; le forme diverse<br />

risultano dalle diverse mutazioni e combinazioni di questa materia; la materia ha “divorato<br />

lo spirito”, quindi lo spirito non esiste; il pensiero è una proprietà della materia; le forme<br />

esistenti muoiono affinché altre possano prendere il loro posto; la dissomiglianza<br />

nell’organismo è dovuta solo alle varie azioni chimiche su di una stessa materia vitale,<br />

perché tutto il protoplasma è identico.<br />

Per quel che riguarda la chimica e la microscopia, il sistema del professor Huxley può<br />

essere impeccabile, e la profonda sensazione provocata nel mondo dalla sua enunciazione<br />

può essere facilmente capita. Ma il suo difetto è che il filo della sua logica non comincia in<br />

alcun punto e termina nel vuoto. Egli ha fatto il miglior uso possibile del materiale a sua<br />

disposizione. Dato un universo popolato di molecole dotate di forza attiva e contenenti in<br />

sé il principio della vita, tutto il resto è facile: una serie di forze inerenti a queste molecole<br />

le spinge ad aggregarsi in mondi, e un’altra a evolvere le varie forme di piante e di<br />

organismi animali. Ma che cosa ha dato il primo impulso a queste molecole e le ha dotate<br />

di questa misteriosa capacità di vita? Che cosa è tale occulta proprietà che costringe il<br />

protoplasma dell’uomo, del mammifero, del rettile, del pesce o della pianta a differenziarsi,<br />

ognuno evolvendosi nel proprio genere e mai in un altro? E quando il corpo fisico ha<br />

restituito i suoi elementi costitutivi alla terra o all’aria, “sia esso fungo, o quercia, o verme,<br />

o uomo”, che cosa avviene della vita che un tempo lo animò?<br />

La legge dell’evoluzione, così imperativa nelle sue applicazioni al metodo della<br />

natura, dal tempo in cui le molecole cosmiche fluttuavano nello spazio a quello in cui<br />

formarono un cervello umano, deve essere interrotta a questo punto senza che le sia<br />

concesso sviluppare entità più perfette partendo da questa “preesistente legge della<br />

forma?” Huxley è disposto a sostenere l’impossibilità, per l’uomo, di raggiungere, dopo la<br />

morte fisica, uno stato di esistenza in cui sarà circondato da nuove forme di vita vegetale e<br />

animale, risultato di nuove combinazioni di materia sublimata?” (3) Egli riconosce di non<br />

saper nulla dei fenomeni di gravitazione se non che, poiché in tutte le esperienze umane “le<br />

pietre non sostenute sono sempre cadute a terra, non vi è ragione per credere che qualche<br />

(3) Nel suo Essay on Classification (sez. XVII, pagg. 97-99), Louis Agassiz, il grande zoologo, nota: “La<br />

maggior parte degli argomenti a favore dell’immortalità dell’uomo si applica egualmente alla permanenza di<br />

questo principio in altri esseri viventi. Mi è permesso di aggiungere che una vita futura in cui l’uomo fosse<br />

privato della grande fonte di gioia e di progresso intellettuale e morale proveniente dalla contemplazione<br />

delle armonie di un mondo organico, comporterebbe una perdita deplorevole? E non potremmo considerare<br />

un concerto spirituale dei mondi combinati e di tutti i loro abitanti in presenza del loro Creatore come la più<br />

alta concezione del paradiso”?<br />

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