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ISIDE SVELATA

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dice: “per millenni questa ramificazione di canali ha portato acque fresche dal Nilo per<br />

fertilizzare le terre di questa lunga e stretta striscia come quelle del delta”. Egli descrive “la<br />

rete di canali sopra il delta, che risale al primo periodo della monarchia egiziana”.<br />

La provincia francese dell’Artois ha dato il suo nome ai pozzi artesiani, come se<br />

questa tecnica fosse stata usata per la prima volta in quella regione; ma, se consultiamo i<br />

documenti cinesi, troviamo che tali pozzi erano di uso comune prima dell’èra cristiana.<br />

Se adesso torniamo all’architettura, troviamo dispiegate davanti ai nostri occhi<br />

meraviglie che superano ogni descrizione. Riferendosi ai templi di Filoe, Abu Simbel,<br />

Dendera, Edfu, e Karnak, il professor Carpenter nota che “questi stupendi e magnifici<br />

edifici... queste piramidi e templi giganteschi” hanno una “vastità e una bellezza” che sono<br />

“ancora impressionanti dopo migliaia di anni”. Egli è stupefatto dinanzi all’”ammirevole<br />

carattere del lavoro: le pietre, in molti casi, sono unite fra loro con meravigliosa precisione<br />

così che non si può inserire nelle giunture nemmeno la lama di un coltello”. Nel suo<br />

pellegrinaggio di archeologo dilettante egli notò un’altra di quelle “curiose coincidenze”<br />

che Sua Santità il Papa può apprendere con interesse. Egli parla del Libro dei Morti<br />

egiziano, scolpito negli antichi monumenti, e dell’antica credenza nell’immortalità<br />

dell’anima. “E veramente notevole”, dice il professore, “vedere che non solo questa<br />

credenza ma anche il linguaggio in cui fu espressa nei tempi dell’antico Egitto, anticipano<br />

la Rivelazione cristiana. Perché in questo Libro dei Morti sono usate le stesse frasi che<br />

troviamo nel Nuovo Testamento in relazione al giorno del giudizio”; e riconosce che<br />

questo ierogramma fu “inciso, probabilmente, 2000 anni prima di Cristo”.<br />

Secondo Bunsen, considerato come colui che ha fatto i calcoli più esatti, la massa<br />

muraria della grande Piramide di Cheope misura 82.111.000 piedi e pesa 6.316.000<br />

tonnellate. L’immenso numero di pietre squadrate ci mostra l’impareggiabile abilità dei<br />

tagliatori egiziani. Parlando della grande piramide, Kenrick dice: “Le giunture sono appena<br />

percettibili, di uno spessore non superiore a quello di una foglia d’argento, e il cemento è<br />

così tenace che frammenti delle pietre di rivestimento rimangono ancora al loro posto<br />

nonostante che siano trascorsi tanti secoli e la violenza con cui furono staccate”. Quale dei<br />

nostri architetti e chimici moderni saprà riscoprire l’indistruttibile cemento dei più antichi<br />

edifici egiziani?<br />

“L’abilità degli antichi nel tagliar la pietra”, dice Bunsen, “si rivela specialmente<br />

nell’estrazione dei grandi blocchi dai quali furono tratti obelischi e statue colossali:<br />

obelischi alti novanta piedi e statue di quaranta piedi scolpite in un solo blocco”. Di queste<br />

statue ve ne sono molte. Essi non facevano saltare i blocchi per tali monumenti, ma<br />

seguivano il seguente metodo scientifico. Invece di usare grandi cunei di ferro, che<br />

avrebbero scheggiato la roccia, “essi scavavano una sottile scanalatura per tutta una<br />

lunghezza, mettiamo, di 100 piedi, e vi inserivano, l’una vicino all’altra, un gran numero di<br />

zeppe di legno secco. Dopo di che versavano dell’acqua nella scanalatura, e le zeppe,<br />

gonfiandosi e scoppiando simultaneamente con tremenda forza spezzavano la pietra,<br />

nettamente come un diamante che tagli il vetro.<br />

I geografi e i geologi moderni hanno dimostrato che questi monoliti venivano portati<br />

da enormi distanze, e non sono riusciti a capire come potesse essere compiuto il trasporto.<br />

Antichi manoscritti ci dicono che esso veniva fatto con l’aiuto di rotaie portatili che<br />

poggiavano su sacchi di pelle gonfiata e resa indistruttibile con gli stessi processi usati per<br />

conservare le mummie. Questi ingegnosi cuscini d’aria impedivano alle rotaie di affondare<br />

nella sabbia. Manetone ne parla e nota che erano così ben preparate da potere essere usate<br />

per secoli.<br />

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