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ISIDE SVELATA

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parziale manifestazione dell’anima, sia disincarnata, sia momentaneamente imprigionata<br />

nel suo corpo: una porzione di quella VOLONTÀ intelligente, onnipotente e individuale che<br />

pervade tutta la natura, e conosciuta, per l’incapacità del linguaggio umano di esprimere<br />

esattamente immagini psicologiche, come DIO.<br />

Le idee dei nostri letterati sulla materia, dal punto di vista cabalistico sono per più<br />

rispetti errate. Hartmann chiama le loro opinioni “un pregiudizio istintivo”. Inoltre egli<br />

dimostra che nessuno sperimentatore ha qualche cosa a che fare con la materia<br />

propriamente detta, ma solo con le forze nelle quali egli la divide. Gli effetti visibili della<br />

materia sono solo effetti di forza. Egli conclude dunque che ciò che è adesso chiamato<br />

materia non è altro che un’aggregazione di forze atomiche per esprimere la quale si usa la<br />

parola materia. Fuori di ciò, la materia, per la scienza, è solo una parola priva di senso.<br />

Sebbene molti dei nostri specialisti confessino onestamente di non saper nulla della<br />

materia,(28) essi la deificano. Ogni nuovo fenomeno che essi non riescono a spiegare viene<br />

triturato, ridotto a un incenso e bruciato sull’altare della dea patrona degli scienziati<br />

moderni.<br />

Nessuno tratta questo argomento meglio di Schopenhauer nei suoi Parerga. In<br />

quest’opera egli discute per esteso il magnetismo animale, la chiaroveggenza, le cure<br />

simpatiche, la seconda vista, la magia, i presagi, i fantasmi, e gli altri soggetti spirituali.<br />

“Tutte queste manifestazioni”, egli dice, “sono rami di uno stesso albero e ci forniscono<br />

irrefutabili prove dell’esistenza di una catena di esseri fondata su di un ordine di cose del<br />

tutto diverse da quella natura che ha alle sue basi le leggi dello spazio, del tempo e<br />

dell’adattabilità. Questo secondo ordine di cose è molto più profondo perché è quello<br />

originale e diretto; dinanzi a esso le comuni leggi di natura, semplicemente formali, non<br />

hanno valore; di conseguenza sotto la sua immediata azione, né il tempo né lo spazio<br />

possono più separare gli individui, e la separazione delle forme non presenta più barriere<br />

insormontabili per i rapporti dei pensieri e l’immediata azione della volontà. In questo<br />

modo i cambiamenti possono avvenire secondo un processo del tutto diverso da quello<br />

della causalità fisica, ossia attraverso un’azione della manifestazione della volontà<br />

presentata in un modo particolare e fuori dell’individuo stesso. Il carattere peculiare di tutte<br />

le manifestazioni suddette è la visio in distante et actio in distante (visione e azione a<br />

distanza) nelle sue relazioni col tempo e con lo spazio. Tale azione a distanza è esattamente<br />

ciò che costituisce il carattere fondamentale di ciò che è chiamato magico; perché tale è<br />

l’immediata azione della nostra volontà, un’azione liberata dalle condizioni causali<br />

dell’azione fisica, ossia dal contatto”.<br />

“Inoltre”, continua Schopenhauer, “queste manifestazioni ci presentano una<br />

contraddizione sostanziale e perfettamente logica del materialismo e perfino del<br />

naturalismo, perché, alla loro luce, quell’ordine di cose naturali che entrambe queste<br />

filosofie cercano di presentare come assolute e le sole genuine, ci appare invece puramente<br />

fenomenico e superficiale, e, al fondo di esso, ci si presenta una sostanza di cose a parte e<br />

perfettamente indipendenti dalle sue leggi. Per questo tali manifestazioni — almeno da un<br />

punto di vista puramente filosofico — fra tutti i fatti che ci sono presentati nel dominio<br />

dell’esperienza, sono i più importanti oltre ogni confronto. Ed è quindi dovere di ogni<br />

scienziato prenderne conoscenza.(29)<br />

(28) Vedi Huxley, Phisycal Basis of Life.<br />

(29) Schopenhauer, Parerga. Cap. sulla “Volontà nella Natura”.<br />

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