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ISIDE SVELATA

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Secoli prima che gli scienziati del diciannovesimo secolo venissero alla luce, i saggi<br />

dell’Oriente così si esprimevano rivolgendosi alla Divinità invisibile: “Perché la tua Mano<br />

Onnipotente fece il mondo con la materia senza forma”. (7)<br />

In queste parole vi è molto di più di quanto vogliamo spiegare, ma diremo che il<br />

segreto è degno di essere indagato; forse in questa materia informe, la terra pre-adamita, è<br />

contenuta una potenza che Tyndall e Huxley sarebbero lieti di conoscere.<br />

L’irrequietezza della materia<br />

Ma, per scendere dagli universali ai particolari, dall’antica teoria dell’evoluzione<br />

planetaria all’evoluzione della vita animale e vegetale, opposta alla teoria di una<br />

particolare creazione, come chiamerebbe, Proctor, la seguente espressione di Ermete se<br />

non una anticipazione della moderna teoria dell’evoluzione delle specie? “Quando Dio<br />

ebbe riempite le sue potenti mani con le cose che sono nella natura e in ciò che la circonda,<br />

richiudendole nuovamente disse: “Ricevile da me, o santa terra, che sei destinata a essere<br />

la madre di tutto, affinché nulla ti manchi;” e poi, aprendo quelle mani, quali si<br />

convengono a un Dio, versò tutto quello che era necessario alla costituzione delle cose”.<br />

Vediamo qui la materia primitiva dotata “della promessa e della potenza di ogni futura<br />

forma di vita”, e la terra dichiarata a essere la madre predestinata di tutto ciò che uscirà dal<br />

suo seno.<br />

Più preciso è il linguaggio di Marco Antonino nel suo colloquio con se stesso: “La<br />

natura dell’universo non si diletta in nulla quanto nel modificare tutte le cose e nel<br />

presentarle sotto altre forme. La sua idea è di giocare un gioco e di cominciarne un altro.<br />

La materia è posta dinanzi a lei come un pezzo di cera, ed essa la modella in ogni forma e<br />

figura. Ora fa un uccello, ora trae dall’uccello un altro animale; ora un fiore, poi una rana,<br />

e si compiace delle sue operazioni magiche come gli uomini delle loro fantasie”. (8)<br />

Prima che alcuno dei nostri moderni maestri pensasse all’evoluzione, gli antichi ci<br />

insegnavano, attraverso Ermete, che nulla è improvviso nella natura; che essa non procede<br />

mai per salti, che ogni cosa nel suo operare è una lenta armonia e che non vi è nulla di<br />

brusco, nemmeno una morte violenta.<br />

Il lento sviluppo da forme preesistenti era una dottrina dei Rosacrociani Illuminati. Le<br />

Tres Matres mostravano a Ermete i misteriosi progressi del loro lavoro prima di<br />

condiscendere a rivelarsi all’alchimista medievale. Nel linguaggio ermetico queste tre<br />

madri. sono il simbolo della luce, del calore e dell’elettricità o magnetismo, e le ultime due<br />

sono convertibili come l’insieme delle forze, o agenti, che hanno un posto loro assegnato<br />

nella moderna “correlazione delle forze”. Sinesio menziona libri di pietra da lui trovati nel<br />

tempio di Memfi, su cui era incisa la seguente sentenza: “Una natura si compiace in<br />

un’altra, una natura ne domina un’altra, e il loro insieme è uno”.<br />

Il continuo movimento inerente alla materia è contenuto nel detto di Ermete:<br />

“L’azione è la vita di Phta”; e Orfeo chiama la natura Πολυµήχανος µατήρ, “la madre che<br />

fa molte cose”, o la madre ingegnosa, industre e inventrice.<br />

Proctor dice: “Tutto ciò che è sopra e dentro la terra, tutte le forme vegetali e animali,<br />

i nostri corpi, i nostri cervelli sono composti da materiali tratti da quelle profondità dello<br />

spazio che ci circondano da ogni lato”, Gli ermetici e poi i rosacrociani sostenevano che<br />

tutte le cose visibili e invisibili erano prodotte dalla lotta della luce con le tenebre, e che<br />

(7) Sapienza di Salomone, XI, 17.<br />

(8) Eugenio Filalete, Magia Adamica.<br />

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