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ISIDE SVELATA

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che, se questa chiave giacesse abbandonata sulla soglia dell’ “abisso”, nessuno dei nostri<br />

Tyndall si fermerebbe a raccoglierla.<br />

Come apparirebbero timidi ad alcuni cabalisti questi incerti sforzi per risolvere il<br />

GRANDE MISTERO dell’etere universale! Sebbene molto in anticipo su tutto ciò che è<br />

stato proposto dai filosofi contemporanei, quello che gli intelligenti autori dell’Unseen<br />

Universe speculano in proposito era una scienza familiare per i maestri della filosofia<br />

ermetica. Per loro, l’etere non era solo un ponte che collegava il lato visibile e quello<br />

invisibile dell’universo, ma attraverso il suo arco i loro piedi audaci seguivano la strada<br />

verso le misteriose porte che gli speculatori moderni non vogliono o non possono aprire.<br />

Quanto più è profonda la ricerca dell’esploratore moderno, tanto più spesso egli si trova a<br />

faccia a faccia con le scoperte degli antichi. Se Elie de Beaumont, il grande geologo<br />

francese, arrischia un accenno alla circolazione terrestre, in relazione ad alcuni elementi<br />

della crosta del globo, si trova anticipato dagli antichi filosofi. Se domandiamo ai più<br />

distinti tecnologi quali sono le più recenti scoperte sull’origine dei depositi metalliferi,<br />

udiamo uno di loro, il professor Sterry Hunt, mostrarci che l’acqua è un solvente<br />

universale, enunciando così la dottrina ideata e insegnata dal vecchio Talete più di due<br />

dozzine di secoli fa, secondo il quale l’acqua è il principio di tutte le cose. Ascoltiamo lo<br />

stesso professore, in base all’autorità di de Beaumont, esporre la circolazione terrestre e i<br />

fenomeni chimici e fisici del mondo materiale. Mentre leggiamo con piacere che egli “non<br />

è preparato ad ammettere che tutto il segreto della vita organica risieda nei processi<br />

chimici e fisici”, notiamo, con ancora maggior piacere, la seguente sua onesta confessione:<br />

“Sotto molti aspetti noi avviciniamo i fenomeni del mondo organico a quelli del regno<br />

minerale; e in egual tempo impariamo che essi sono così connessi e dipendenti l’uno<br />

dall’altro, che cominciamo a vedere una certa verità nelle conoscenze di quegli antichi<br />

filosofi, che estendevano al mondo minerale la nozione di una forza vitale la quale li<br />

portava a parlare della terra come di un grande organismo vivente e a considerare i vari<br />

cambiamenti della sua aria, delle sue acque, dei suoi dirupi rocciosi come processi<br />

appartenenti alla vita del nostro pianeta”.<br />

Tutto in questo mondo deve avere avuto un principio. Gli scienziati si sono spinti così<br />

avanti in materia di pregiudizio, che é una vera meraviglia veder fatta questa concessione<br />

agli antichi filosofi. I poveri, onesti elementi primordiali sono stati da lungo tempo mandati<br />

in esilio, e i nostri ambiziosi uomini di scienza sono in gara per stabilire chi aggiungerà un<br />

nuovo uccellino alla covata delle sessantatré o più sostanze elementari. Frattanto,. nella<br />

chimica moderna, infuria una lotta circa la terminologia. Ci si nega il diritto di chiamare<br />

queste sostanze “elementi chimici” perché esse non sono “principi primordiali o essenze di<br />

per sé esistenti dalle quali é formato l’universo”.(29) Queste idee, associate con la parola<br />

elemento, erano sufficienti per l’“antica filosofia greca”, ma la scienza moderna le<br />

respinge; perché, come dice il professor Cooke, “sono termini disgraziati”, e la scienza<br />

sperimentale non avrà “niente a che fare con qualsiasi genere di essenze, eccetto quelle che<br />

può vedere, odorare o gustare”. Deve avere solo quelle che si possono mettere negli occhi,<br />

nel naso o nella bocca, e lascia le altre ai metafisici.<br />

Di conseguenza, quando Van Helmont ci dice che “una parte omogenea della terra<br />

elementare può essere convertita in acqua per arte”, ossia artificialmente, negando “che<br />

questo possa essere fatto dalla sola natura, perché nessun agente naturale é capace di<br />

trasformare un elemento in un altro” dato che gli elementi rimangono sempre gli stessi,<br />

(29) Cooke, New Chemistry, pag. 113.<br />

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