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ISIDE SVELATA

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Disordini epidemici mentali e morali<br />

Se il lettore ricorderà quello che è stato detto dai dotti autori dell’Unseen Universe<br />

circa gli effetti positivi prodotti sull’etere universale da cause così piccole come<br />

l’evoluzione del pensiero in un singolo cervello umano, quanto più ragionevole gli apparirà<br />

che i terribili impulsi dati a questo mezzo comune dal movimento di miriadi di globi<br />

fiammeggianti che attraversano “le profondità interstellari”, abbiano una potente influenza<br />

su di noi e sulla terra su cui viviamo? Se gli astronomi non possono spiegarci l’occulta<br />

legge per cui le particelle vaganti di materia cosmica si aggregano in mondi e poi prendono<br />

il loro posto nella maestosa processione che si muove senza sosta attorno a un qualche<br />

punto di attrazione centrale, come si può pretendere di dire quali mistiche influenze<br />

possano o non possano slanciarsi attraverso lo spazio e influenzare la vita su questo e altri<br />

pianeti? Quasi nulla si sa delle leggi dei magnetismo e di altri agenti imponderabili; quasi<br />

nulla dei loro effetti sui nostri corpi e sulle nostre menti; anche quello che si sa e che è<br />

perfettamente dimostrato, viene attribuito al caso e a curiose coincidenze. Ma sappiamo, da<br />

queste coincidenze, (36) che “vi sono periodi in cui certe malattie, tendenze, fortune e<br />

disgrazie dell’umanità sono più abbondanti che in altri”. Vi sono periodi di epidemia<br />

morale e fisica. In un’epoca “lo spirito di polemica religiosa susciterà le più feroci passioni<br />

di cui la natura umana è capace, provocando reciproche persecuzioni, spargimenti di<br />

sangue e guerre; in un’altra un’epidemia di resistenza alle autorità costituite si diffonderà<br />

su mezzo mondo (come nell’anno 1848), rapida e simultanea come il più virulento<br />

contagio corporeo”.<br />

Ancora una volta il carattere collettivo dei fenomeni mentali è illustrato da una<br />

condizione psicologica anomala che invade e domina migliaia e migliaia di individui<br />

privandoli di tutto eccetto un’azione automatica e facendo sorgere l’idea popolare di<br />

possessione demoniaca, opinione in certo senso giustificata dalle sataniche passioni,<br />

emozioni e gesta che accompagnano questa condizione. In un certo periodo la tendenza<br />

collettiva si dirige verso l’isolamento e la contemplazione: di cui l’enorme abbondanza di<br />

monaci e di anacoreti; in un altro la mania è diretta verso l’azione, ponendosi per scopo<br />

uno schema utopistico egualmente irrealizzabile e inutile: di qui le miriadi di individui che<br />

hanno abbandonato i parenti, la casa, il paese per cercare una terra le cui pietre erano d’oro,<br />

o si sono lanciati in guerre sterminatrici per il possesso di città senza valore o di deserti<br />

senza piste. (37)<br />

L’autore da cui abbiamo tolto queste citazioni dice: “i semi del vizio e del delitto<br />

sembrano essere stati seminati sotto la superficie della società e germogliare e dar frutto<br />

con paurosa rapidità e in successione paralizzante”.<br />

In presenza di questi fenomeni impressionanti la scienza non ha parole; non tenta<br />

nemmeno di supporne le cause, ed è naturale, perché non ha ancora imparato a guardar<br />

fuori da questa palla di fango su cui viviamo e dalla sua pesante atmosfera per cercare le<br />

influenze nascoste che agiscono su di noi giorno per giorno e minuto per minuto. Ma gli<br />

antichi, la cui “ignoranza” è presupposta da Proctor, si resero pienamente conto del fatto<br />

che le reciproche relazioni fra i corpi celesti sono perfette come quelle fra i corpuscoli del<br />

sangue, che fluiscono in un fluido comune, e che ognuno è influenzato dagli influssi<br />

combinati di tutti gli altri e, a sua volta, influenza ognuno degli altri. Come i pianeti<br />

(36) La più curiosa di tutte le “curiose coincidenze”, a nostro parere, è che i nostri uomini di scienza scartino<br />

fatti abbastanza notevoli per far loro usare questa espressione quando ne parlano, invece di mettersi al lavoro<br />

per darne una spiegazione filosofica.<br />

(37) Vedi Charles Elam, M. D., A Physician ‘s Problems, Londra, 1869, pag. 159.<br />

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