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ISIDE SVELATA

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parabole; (1) perché i due racconti della creazione e del popolamento della terra si<br />

contraddicono diametralmente l’un l’altro in quasi tutti i particolari di tempo, di luogo e di<br />

metodi seguiti nella cosiddetta creazione. Accettando la narrazione letteralmente e nel<br />

complesso’, noi abbassiamo la dignità della divinità sconosciuta. La trasciniamo al livello<br />

dell’umanità e le attribuiamo la particolare personalità dell’uomo, che ha bisogno della<br />

“frescura del giorno” per rilassarsi, che si riposa delle sue fatiche e che è suscettibile di ira<br />

e di vendetta e deve perfino usare precauzioni contro l’uomo “per paura che stenda la<br />

mano e prenda anche l’albero della vita” (tacita ammissione, sia detto per inciso, da parte<br />

della Divinità, che l’uomo avrebbe potuto farlo se non fosse stato impedito dalla forza).<br />

Ma, riconoscendo il colorito allegorico della descrizione di quelli che possono essere<br />

considerati fatti storici, ci troviamo subito su di un terreno solido.<br />

Anzitutto, il giardino dell’Eden, in quanto località, non è affatto un mito; esso fa parte<br />

di quei punti di riferimento storici i quali ogni tanto rivelano allo studioso che la Bibbia<br />

non è semplicemente allegoria. “L’Eden, o l’ebraico ןדא׳ןנ , GAN-EDEN, che significa il<br />

giardino di Eden, è un nome arcaico della regione bagnata dall’Eufrate e dai suoi numerosi<br />

rami, dall’Asia e l’Armenia al Mare Eritreo”. Nel Libro dei numeri caldeo, la sua<br />

ubicazione è indicata in numeri, e nel manoscritto cifrato rosacrociano, lasciato dal conte<br />

di St. Germain, è completamente descritto. Nelle Tavolette assire è denominato gan-duniyas.<br />

(2) “Ecco”, dice il אלה׳כ Eloim del Genesi, “l’uomo è divenuto come uno di noi”.<br />

Eloim può essere interpretato, in un senso come dèi o poteri, e in un altro come Aleim, o<br />

sacerdoti, gli ierofanti iniziati nel bene e nel male di questo mondo; perché vi era un<br />

collegio di sacerdoti chiamati Aleim, mentre il capo della loro casta, o capo degli ierofanti,<br />

era conosciuto come Java Aleim. Invece di divenire neofita e ottenere gradualmente la sua<br />

conoscenza esoterica mediante una regolare iniziazione, un Adam, o uomo, usa le sue<br />

facoltà intuitive e, spinto dal Serpente — la donna e la materia — gusta illegalmente il<br />

frutto dell’Albero della Conoscenza, la dottrina segreta o esoterica. I sacerdoti di Ercole, o<br />

Mel-Karth, il “Signore” dell’Eden, portavano tutti “vesti di pelle”. Il testo dice: “E Java<br />

Aleim fece per Adamo e sua moglie אךן ‏,כחןנח CHITONUTH OUR”. La prima parola ebraica,<br />

chitun, è il greco χιων chiton. Divenne una parola slava presa dalla Bibbia e significa<br />

mantello, un indumento che si mette sugli altri.<br />

Pur contenendo lo stesso sostrato di verità esoterica al pari di ogni cosmogonia<br />

primitiva, la Scrittura ebraica porta in faccia i segni della sua doppia origine. Il suo Genesi<br />

è puramente un ricordo della cattività babilonese. I nomi di luoghi, di persone e perfino di<br />

oggetti possono essere fatti risalire dal testo originale ai Caldei, e agli Accadi loro<br />

progenitori e maestri ariani. È molto contestato che le tribù accade della Caldea, della<br />

Babilonia e dell’Assiria siano in qualche modo imparentate con i Brahmani dell’Indostan;<br />

ma vi sono più prove in favore di questa teoria che in contrario. I Semiti, o Assiri<br />

avrebbero forse dovuto essere chiamati Turanici, e i Mongoli essere chiamati Sciti. Ma se<br />

gli Accadi sono esistiti altrimenti che nell’immaginazione di alcuni filologi ed etnologi,<br />

certo non sono mai stati una tribù turanica, come alcuni assiriologi vorrebbero farci<br />

credere. Essi furono semplicemente degli emigranti che passavano in Asia Minore<br />

dall’India, culla del genere umano, e i loro adepti sacerdoti avevano indugiato per<br />

civilizzare e iniziare un popolo barbaro. Halevy dimostrò la fallacia della mania turanica<br />

relativamente agli Accadi, il cui nome è già cambiato una dozzina di volte; e altri scienziati<br />

(1) Vedi Galati, IV, 24, e Matteo, XIII, 10-15.<br />

(2) A. Wilder dice che “Ganduniyas” è un nome della Babilonia.<br />

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