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ISIDE SVELATA

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suo marito, sia che consegnasse a Pizarro i tesori della corona o no. Allora la regina diede<br />

ordine di chiudere l’ingresso, che era una porta tagliata nella parete rocciosa di un<br />

precipizio. Sotto la direzione del sacerdote e dei maghi, il precipizio fu riempito fino<br />

all’orlo con grandi massi e la superficie coperta così da nascondere il lavoro fatto. L’Inca<br />

fu assassinato dagli Spagnoli e l’infelice regina si uccise. La cupidità spagnola si punì da<br />

sola e il segreto del tesoro sepolto rimase chiuso nel cuore di pochi Peruviani fedeli.<br />

Il nostro informatore peruviano aggiunse che, in seguito a certe indiscrezioni, in<br />

diverse epoche, delle persone erano state mandate da vari governi alla ricerca del tesoro col<br />

pretesto di esplorazioni scientifiche. Esse avevano frugato tutto il paese, ma senza<br />

raggiungere il loro scopo. Fin qui la tradizione è confermata dai rapporti del dott. Tschuddi<br />

e di altri storici del Perù. Ma vi sono certi altri particolari che non ci risulta siano stati mai<br />

resi pubblici prima di ora.<br />

Reliquie peruviane<br />

Parecchi anni dopo avere udito questa storia e la sua conferma da parte dell’Italiano,<br />

visitammo ancora il Perù. Andando per mare a sud di Lima, al tramonto raggiungemmo un<br />

punto presso Arica e fummo colpiti dall’aspetto di un’enorme roccia, quasi a picco, che si<br />

ergeva in cupa solitudine sulla spiaggia, isolata dalla catena delle Ande. Era la tomba degli<br />

Inca. Quando gli ultimi raggi del sole morente colpiscono il fronte della roccia, si possono<br />

scorgere, con un comune cannocchiale, alcuni curiosi geroglifici incisi sulla superficie<br />

vulcanica.<br />

Quando Cuzco era la capitale del Perù, aveva un tempio del sole famoso per la sua<br />

magnificenza. Il tetto era di spesse lastre d’oro e le mura erano coperte dello stesso<br />

prezioso metallo. Sul muro occidentale gli architetti avevano praticato un’apertura in tal<br />

modo che, quando i raggi del sole la raggiungevano, venivano concentrati nell’interno<br />

dell’edificio. Stendendosi come una catena d’oro da un punto luminoso a un altro,<br />

facevano il giro delle pareti illuminando i severi idoli e rivelando certi segni mistici,<br />

invisibili in altre ore. Solo comprendendo questi geroglifici — identici a quelli che si<br />

possono vedere oggi sulla tomba degli Inca — si poteva apprendere il segreto della galleria<br />

e delle vie che vi portavano. Fra esse ve ne era una nelle vicinanze di Cuzco, oggi nascosta<br />

e impossibile a scoprirsi. Questa porta direttamente a un’immensa galleria che va da Cuzco<br />

a Lima e poi, volgendo a sud, entra nella Bolivia. A un certo punto incontra una tomba<br />

reale. Entro questa camera sepolcrale sono abilmente disposte due porte, o meglio due<br />

enormi lastre che girano su cardini e si uniscono così perfettamente da non potere essere<br />

distinte dalle altre parti della muratura scolpita con segni segreti la cui chiave è nelle mani<br />

di custodi fedeli. Una di queste lastre girevoli copre l’ingresso meridionale della galleria di<br />

Lima, l’altra l’ingresso settentrionale della galleria della Bolivia. Quest’ultima, volgendosi<br />

a sud, passa per Trapaca e Cobijo, perché Arica non è lontana dal piccolo fiume chiamato<br />

Pay’quina, (34) che segna il confine fra il Perù e la Bolivia.<br />

Non lungi da questo luogo si elevano tre picchi distinti che formano un curioso.<br />

triangolo, inclusi nella catena delle Ande. Secondo la tradizione, l’unico ingresso<br />

dei Quiche li portarono al Messico; anche gli adoratori del sole peruviani li usavano. Quando arrivarono gli<br />

Spagnoli, dice lo storico, il re dei Quiche ordinò ai suoi sacerdoti di consultare lo specchio per sapere il<br />

destino del suo regno. “Il demonio” aggiunge de Bourbourg, “vi faceva riflettere il presente e il futuro come<br />

in uno specchio”. (Messico, pag. 184).<br />

(34)<br />

Pay’quina, o Payaquina, è così chiamato perché le sue acque portano particelle d’oro dal Brasile.<br />

Abbiamo trovato pochi frammenti di metallo autentico in un pugno di sabbia da noi portato in Europa.<br />

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