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ISIDE SVELATA

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Sarebbe giusto condannare a una lapidazione critica gli autori più umili e modesti<br />

perché rifiutano totalmente l’autorità di questi due antagonisti? Non dobbiamo piuttosto<br />

accettare come vero aforisma di questo secolo l’affermazione di Horace Greeley: “Non<br />

accetto senza riserve l’opinione di chi che sia, morto o vivente”? (2) Questo, comunque,<br />

sarà il nostro motto, e questo principio sarà la nostra costante guida nel nostro lavoro.<br />

Tra i molti fenomenali prodotti del nostro secolo, la strana credenza dei cosiddetti<br />

spiritisti è sorta tra le vacillanti rovine delle sedicenti religioni rivelate e delle filosofie<br />

materialiste; e tuttavia è la sola che offra un ultimo possibile rifugio di compromesso fra le<br />

due. Che questo inatteso fantasma dei tempi precristiani non sia stato bene accolto dal<br />

nostro secolo ben pensante e positivo, non ci sorprende. I tempi sono stranamente cambiati,<br />

e recentemente un noto predicatore di Brooklyn affermava in un sermone che, se Gesù<br />

potesse tornare e comportarsi nelle strade di New York come aveva fatto in quelle di<br />

Gerusalemme, si troverebbe presto in prigione. (3) Quale accoglienza poteva dunque<br />

aspettarsi lo spiritismo? In realtà questo misterioso straniero non sembra, a prima vista, né<br />

attraente né promettente. Informe e goffo come un bambino allevato da sette nutrici, sta<br />

uscendo dall’adolescenza zoppo e mutilato. Il nome dei suoi nemici è legione; i suoi amici<br />

e protettori sono un manipolo. Ma che importa? Quando mai la verità è stata accettata a<br />

priori? Il fatto che i sostenitori dello spiritismo, nel loro entusiasmo, ne abbiano<br />

magnificato le qualità rimanendo ciechi ai suoi difetti, non ci permette di dubitare della sua<br />

realtà. È impossibile una contraffazione se non abbiamo un modello da contraffare. Lo<br />

stesso fanatismo degli spiritisti è una prova della genuinità e della possibilità dei loro<br />

fenomeni. Essi ci offrono fatti che possiamo investigare e non affermazioni a cui si debba<br />

credere senza alcuna prova. Milioni di uomini e donne ragionevoli non possono<br />

soccombere tanto facilmente a un’allucinazione collettiva. E così, mentre il clero,<br />

seguendo la sua propria interpretazione della Bibbia, e la scienza, attenendosi al Codice, da<br />

lei stessa creato, di possibilità naturali, rifiutano di ascoltarlo imparzialmente, la vera<br />

scienza e la vera religione rimangono in silenzio e aspettano con serietà ulteriori sviluppi.<br />

La filosofia platonica ci offre l’unico terreno intermedio<br />

L’intera questione dei fenomeni si fonda sull’esatta comprensione delle antiche<br />

filosofie. A che cosa, infatti, dobbiamo rivolgerci, nella nostra perplessità, se non agli<br />

antichi saggi, visto che, con il pretesto della superstizione, i moderni ci rifiutano una<br />

spiegazione? Domandiamo loro che cosa sanno della vera scienza e della vera religione,<br />

non nei semplici particolari, ma nella concezione globale di queste verità gemelle, così<br />

forti nella loro unione, così deboli se divise. Inoltre possiamo trovare un profitto<br />

paragonando questa decantata scienza moderna con l’antica ignoranza, questa perfezionata<br />

teologia moderna con le “dottrine segrete” dell’antica religione universale. Forse potremo<br />

scoprire così un terreno intermedio su cui raggiungerle entrambe e trarne profitto.<br />

Solo la filosofia platonica, il più elaborato compendio dei sistemi astratti dell’antica<br />

India, può offrirci questo terreno intermedio. Sebbene siano trascorsi ventidue secoli e un<br />

quarto dalla morte di Platone, le menti elevate di tutto il mondo si occupano ancora dei<br />

suoi scritti. Egli fu, nel pieno senso della parola, l’interprete del mondo. Il più grande<br />

filosofo dell’èra precristiana rispecchiò fedelmente nelle sue opere lo spiritualismo dei<br />

filosofi vedici che vissero migliaia di anni prima di lui, e l’espressione metafisica di quello<br />

spiritualismo. Vyasa, Djeminy, Kapila, Vrihaspati, Sumati e tanti altri hanno trasmesso la<br />

loro indelebile impronta, attraverso i secoli, imprimendola su Platone e la sua scuola. E<br />

così dimostrato che a Platone e agli antichi saggi indù fu rivelata la stessa saggezza.<br />

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