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ISIDE SVELATA

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possono essere del carattere più nobile. Questi dipendono interamente dallo stato morale<br />

del medium. Non è necessario che egli sia stato educato a scrivere trattati filosofici degni<br />

di Aristotele, né che sia un poeta capace di scrivere versi che farebbero onore a Byron o<br />

Lamartine; ma è necessario che l’anima del medium sia abbastanza pura per servire da<br />

canale agli spiriti capaci di esperire tali sentimenti elevati.<br />

In Art Magic, uno dei più piacevoli ritratti che ci vengono presentati è quello di<br />

un’innocente bambina medium nella cui presenza, negli ultimi tre anni, quattro volumi di<br />

manoscritti in antico sanscrito sono stati redatti dagli spiriti, senza penne, matite o<br />

inchiostro. “Basta”, scrive l’autore, omettere i fogli bianchi su di un treppiede<br />

accuratamente tenuto al riparo dai raggi diretti della luce, ma tuttavia visibile per gli occhi<br />

di un osservatore attento. La bambina si siede per terra e appoggia la testa sul treppiede<br />

stringendone le gambe con le piccole braccia. In questo atteggiamento ella deve, in genere,<br />

dormire un’ora, e durante questo tempo i fogli posti sul treppiede sono riempiti di caratteri<br />

perfettamente formati in sanscrito antico”. È questo un così notevole esempio di<br />

psicografia medianica, e illustra così completamente il principio che abbiamo enunciato,<br />

che non possiamo trattenerci dal fare una citazione tratta da uno di questi scritti, tanto più<br />

che essa contiene quella parte della filosofia ermetica che si riferisce al precedente stato<br />

dell’uomo da noi esaurientemente descritto altrove.<br />

“L’uomo vive su molti pianeti prima di raggiungere questo. Miriadi di mondi fluttuano<br />

nello spazio dove l’anima, in uno stato rudimentale, compie il suo pellegrinaggio prima di<br />

giungere al grande e luminoso pianeta chiamato Terra, il cui glorioso compito è di<br />

conferire l’autocoscienza. Solo a questo punto l’essere diviene uomo; in ogni altro stadio<br />

del suo lungo e faticoso viaggio è solo un essere embrionale, una forma materiale fugace e<br />

provvisoria, una creatura in cui una parte, ma solo una parte, della sua alta anima che vi è<br />

imprigionata risplende; una forma rudimentale con funzioni rudimentali, che sempre vive,<br />

muore e conduce un’esistenza spirituale vagabonda, rudimentale anch’essa come la forma<br />

materiale da cui emerge; una farfalla che scaturisce dalla crisalide, ma sempre, via via che<br />

avanza, per affrontare nuove nascite, nuove morti, nuove incarnazioni, e subito dopo<br />

morire e vivere ancora, avanzando a fatica, correndo sul vertiginoso, pauroso, penoso e<br />

rude sentiero finché si sveglia ancora una volta per vivere ancora una volta in una forma<br />

materiale, una cosa di polvere, una creatura di carne e ossa, ma, adesso, un uomo”. (45)<br />

L’autore assiste a una gara magica in India<br />

Abbiamo assistito una volta, in India, a una gara di abilità psichica tra un santo<br />

gossein (46) e uno stregone, (47) la quale ci viene in mente a questo proposito. Avevamo<br />

appena discusso sui relativi poteri dei Pitri del fachiro, spiriti preadamitici, e degli<br />

invisibili alleati dello stregone. Convenimmo di fare una gara di abilità e chi scrive fu<br />

scelto come arbitro. Facevamo il riposo pomeridiano davanti a un laghetto nell’India<br />

settentrionale. Sulla liscia superficie delle acque galleggiavano innumerevoli fiori acquatici<br />

e grandi foglie lucenti. I due avversari presero ognuno una foglia. Il fachiro, posatasi sul<br />

petto la sua, vi incrociò sopra le mani e cadde momentaneamente in trance. Poi pose la<br />

foglia sull’acqua con la faccia superiore rivolta in basso. Lo stregone pretendeva di poter<br />

controllare il “signore dell’acqua”, lo spirito che vi abitava, e si vantava di saper<br />

costringere il potere a impedire che i Pitri manifestassero alcun fenomeno sulla foglia del<br />

(45) Art Magic, pag. 28.<br />

(46) Fachiro, mendicante.<br />

(47) Un giocoliere così chiamato.<br />

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