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ISIDE SVELATA

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ospi solo guardandoli, e anche uccidere individui. La malignità dei loro desideri mette a<br />

fuoco forze malvagie, e il colpo mortale è proiettato come un proiettile da un fucile.<br />

Nel 1864, nella provincia francese di Le Var, presso il villaggio di Brignoles, viveva un<br />

contadino di nome Jacques Pelissier, il quale si guadagnava l’esistenza uccidendo uccelli<br />

col semplice potere della volontà. Il suo caso fu riferito dal ben noto dott. d’Alger, per cui<br />

richiesto il singolare cacciatore esibì davanti a vari uomini di scienza il suo modo di<br />

procedere. La storia è narrata così: “A circa quindici o venti passi da noi vidi un grazioso<br />

storno e lo indicai a Jacques. “Guardatelo bene, signore,” egli disse: “è mio.”<br />

Immediatamente, stendendo la mano verso l’uccello, egli si avanzò cautamente. Lo storno<br />

si ferma, alza e abbassa la testolina, distende le ali, ma non può volare; alla fine non può<br />

fare un sol passo e si lascia prendere limitandosi ad agitare debolmente le ali. Io lo<br />

esamino; i suoi occhi sono chiusi e il suo corpo ha la rigidità di un cadavere sebbene le<br />

pulsazioni del suo cuore siano nettamente distinte; è un vero sonno catalettico e tutti i<br />

fenomeni confermano incontestabilmente un’azione magnetica. Quattordici uccellini<br />

furono presi così nello spazio di un’ora; nessuno poteva resistere al potere di Jacques e tutti<br />

presentavano lo stesso sonno catalettico: un sonno che, inoltre, termina a volontà del<br />

cacciatore, di cui questi uccellini sono divenuti umili schiavi.<br />

“Forse un centinaio di volte chiesi a Jacques di ridare vita e movimento ai suoi<br />

prigionieri, di magnetizzarli solo a metà così che potessero zampettare a terra e di riportarli<br />

poi sotto il suo fascino. Tutte le mie richieste furono perfettamente esaudite, e nessun<br />

errore venne compiuto da quello straordinario Nembrod, che infine mi disse: “Se lo<br />

desiderate ucciderò quelli che mi indicherete senza toccarli.” Ne indicai due per<br />

esperimento, e, a venticinque o trenta passi di distanza, e in meno di cinque minuti egli<br />

compì quello che aveva promesso”. (1)<br />

Insensibilità al veleno del serpente<br />

Una caratteristica molto singolare di questo caso è che Jacques ha un potere completo<br />

solo sui passeri, i pettirossi, i cardellini e gli storni; a volte può incantare le allodole, ma<br />

riconosce che “spesso gli sfuggono”.<br />

Questo stesso potere viene esercitato anche con maggior forza da persone note come<br />

domatori di animali selvaggi. Sulle rive del Nilo, alcuni nativi possono fare uscire dalle<br />

acque i coccodrilli incantandoli con un fischio basso, particolarmente melodioso, e<br />

afferrarli impunemente; mentre altri posseggono gli stessi poteri sopra i serpenti. I<br />

viaggiatori dicono di aver visto questi incantatori circondati da moltitudini di rettili che<br />

essi possono allontanare a volontà.<br />

Bruce, Hasselquist e Lamprière, (2) affermano di aver visto in Egitto, Marocco, Arabia<br />

e specialmente nel Senaar alcuni nativi che trascuravano completamente i morsi delle<br />

vipere più velenose e degli scorpioni. Li afferravano e giocavano con essi mettendoli a<br />

volontà in uno stato di stupore. “Invano gli scrittori latini e greci”, dice Salverte, “ci<br />

assicurano che il dono di incantare rettili velenosi era ereditario in certe famiglie da tempi<br />

immemore voli, che in Africa lo stesso dono era goduto dagli Psylli, e che i Marsi in Italia<br />

e gli Ofiozeni in Cipro lo possedevano. Gli scettici dimenticano che, in Italia, fino<br />

(1) Villecroze, Le Docteur H. d’Alger, 19 marzo 1861. Pierrart, vol. IV, pagg. 254-257.<br />

(2) Bruce, Travels to Discover the Sources of the Nile, vol. X, pagg. 402-447; Hasselquist, Voyage in the<br />

Levant, vol. I pagg. 92-100; Lamprière, Voyage dans l’Empire de Maroc ecc., en 1790, pagg. 42-43.<br />

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