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ISIDE SVELATA

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Filosofia, religione, arti e scienze trasmesse dalla Madre India alla posterità<br />

Per quanto dovremmo avere già fornito sufficienti prove che la scienza moderna ha<br />

scarse ragioni, o nessuna, per vantarsi della propria originalità, tuttavia, prima di chiudere<br />

questo volume, ne aggiungiamo qualche altra per togliere ogni dubbio. Dobbiamo solo<br />

ricapitolare, il più brevemente possibile, le varie pretese a nuove filosofie e scoperte il cui<br />

annuncio ha fatto spalancare gli occhi al mondo negli ultimi due secoli. Abbiamo indicato<br />

le conquiste nelle arti, scienze e filosofie degli antichi Egiziani, Greci, Caldei e Assiri;<br />

citeremo adesso un autore che ha trascorso lunghi anni in India studiando la sua filosofia.<br />

Nella famosa e recente opera Christna et le Christ troviamo la seguente tabulazione:<br />

“Filosofia. — Gli antichi Indù hanno creato dalle fondamenta i due sistemi dello<br />

spiritualismo e del materialismo, della filosofia metafisica e della filosofia positiva. La<br />

prima è insegnata dalla scuola vedantica il cui fondatore fu Viasa; la seconda dalla scuola<br />

Sankya, il cui fondatore fu Kapila.<br />

“Scienza astronomica. — Gli Indiani hanno stabilito il calendario, inventato lo<br />

zodiaco, calcolato la precessione degli equinozi, scoperto le leggi generali dei movimenti,<br />

osservato e predetto le eclissi.<br />

“Matematiche. — Essi hanno inventato il sistema decimale, l’algebra e i calcoli<br />

differenziale, integrale e infinitesimale. Hanno anche scoperto la geometria e la<br />

trigonometria, e in queste due scienze hanno costruito e dimostrato teoremi che furono<br />

scoperti in Europa solo nel diciassettesimo e diciottesimo secolo. Furono infatti i brahmani<br />

coloro che dedussero per primi la misura della superficie di un triangolo dal calcolo dei<br />

suoi tre lati, e calcolarono le relazioni fra la circonferenza e il diametro. Inoltre dobbiamo<br />

restituire loro il quadrato dell’ipotenusa e la tavola impropriamente detta di Pitagora, che<br />

troviamo incisa nel gôparama della maggior parte delle grandi pagode.<br />

“Fisica. — Essi stabilirono il principio, ancor oggi accettato, che l’universo è un<br />

complesso armonico, soggetto a leggi che possono essere determinate con l’osservazione e<br />

l’esperienza. Scoprirono l’idrostatica; e la famosa proposizione che ogni corpo immerso<br />

nell’acqua perde una quantità di peso eguale a quello dell’acqua che sposta, è un prestito<br />

fatto dai brahmani al famoso architetto greco Archimede. I fisici delle pagode calcolarono<br />

la velocità della luce, fissarono in modo positivo le leggi che essa segue nella sua<br />

riflessione. E infine non vi e dubbio, dai calcoli di Surya-Sidhenta, che conobbero e<br />

misurarono la forza del vapore.<br />

“Chimica. Conobbero la composizione dell’acqua e formularono la famosa legge dei<br />

gas, che noi conosciamo solo da ieri, per la quale il volume di un gas è in proporzione<br />

inversa alla pressione a cui esso è sottoposto. Sapevano preparare gli acidi solforico,<br />

nitrico e muriatico; conoscevano gli ossidi di rame, di ferro, di piombo, di stagno e di<br />

zinco; i solfuri di ferro, di rame, di mercurio, di antimonio e di arsenico; i solfati di zinco e<br />

di ferro; i carbonati di ferro, di piombo e di soda; il nitrato d’argento e la polvere da sparo.<br />

“Medicina. — Le loro conoscenze erano veramente impressionanti. In Charaka e<br />

Susruta, i due principi della medicina indù, è esposto iI sistema di cui Ippocrate si<br />

appropriò più tardi. Susruta in particolare enuncia i principi della medicina preventiva, o<br />

igiene, che egli pone molto al di sopra della medicina curativa, troppo spesso, secondo lui,<br />

empirica. Oggi, siamo molto più avanzati? E interessante notare che i medici arabi, i quali<br />

godevano una meritata celebrità nel medio evo, Averroè fra gli altri, parlavano<br />

continuamente dei medici indù e li consideravano maestri dei greci e di loro stessi.<br />

“Farmacologia. — Conoscevano tutti i semplici, le loro proprietà, il loro uso, e su<br />

questo punto non hanno ancora cessato di dare lezioni all’Europa.<br />

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