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ISIDE SVELATA

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all’inizio del sedicesimo secolo, uomini che pretendevano discendere dalla famiglia di san<br />

Paolo sfidavano, come i Marsi, i morsi dei serpenti”. (3)<br />

“I dubbi a questo proposito”, egli continua, “furono rimossi per sempre all’epoca della<br />

spedizione francese in Egitto, e la seguente relazione è confermata da migliaia di testimoni<br />

oculari. Gli Psylli, che pretendevano, come ha riferito Bruce, di possedere questa facoltà...<br />

andavano di casa in casa a distruggere serpenti di ogni genere... Un meraviglioso istinto li<br />

guidava subito verso il luogo in cui i serpenti erano nascosti; con furia, urla e bava alla<br />

bocca essi li afferravano e li facevano a pezzi con le unghie e coi denti”.<br />

“Consideriamo pure”, dice Salverte, scettico inveterato, “come ciarlataneria le urla e la<br />

furia; tuttavia l’istinto che avvertiva gli Psylli della presenza dei serpenti ha in sé qualche<br />

cosa di più reale”. Nelle Antille i negri scoprono dall’odore un serpente che non vedono. (4)<br />

“In Egitto questa stessa antica dote è ancora posseduta da uomini addestrati a essa fin<br />

dall’infanzia e nati con la facoltà, supposta ereditaria, di cacciare i serpenti e di scoprirli<br />

anche a distanze troppo grandi perché i loro effluvi possano essere avvertiti dai deboli<br />

organi di un Europeo. Il fatto principale, la facoltà di rendere innocui animali pericolosi<br />

solo toccandoli, rimane ben verificato, e forse non capiremo mai la natura di questo segreto<br />

celebrato nell’antichità e mantenuto fino ai nostri giorni dagli uomini più ignoranti”. (5)<br />

Fascinazione dei serpenti con la musica<br />

Tutti amano la musica. Un dolce fischiettare, un canto melodioso o il suono di un<br />

flauto attraggono invariabilmente i rettili nelle regioni in cui vivono. Abbiamo osservato e<br />

verificato più volte questo fatto. Nell’Alto Egitto, ogni volta che la nostra carovana si<br />

fermava, un giovane viaggiatore, che credeva di suonare molto bene il flauto, divertiva il<br />

gruppo con la sua musica. I cammellieri e gli altri Arabi lo arrestavano invariabilmente<br />

perché più volte erano stati turbati dall’inatteso arrivo di rettili di vario genere che di solito<br />

evitano di avvicinare l’uomo. Finalmente la nostra compagnia incontrò un gruppo fra cui vi<br />

erano incantatori professionisti di serpenti, e allora il virtuoso fu invitato, per esperimento,<br />

a dar prova della sua abilità. Appena ebbe cominciato, si udì un leggero fruscio, e il<br />

musicista fu atterrito nel vedere all’improvviso un grosso serpente che si avvicinava<br />

pericolosamente alle sue gambe. Il serpente, con la testa eretta e gli occhi fissi su di lui,<br />

strisciava lentamente e quasi inconsciamente, facendo ondeggiare delicatamente il corpo e<br />

seguendo tutti i movimenti del suonatore. Poi ne apparve a distanza un altro, e poi un terzo<br />

e un quarto presto seguiti da altri, finché ci trovammo in mezzo a una moltitudine di<br />

serpenti. Alcuni viaggiatori balzarono sul dorso dei loro cammelli, altri cercarono rifugio<br />

nella tenda del cantiniere. Ma fu un allarme inutile. Gli incantatori, tre in tutto,<br />

incominciarono i loro canti e i loro incanti e, attraendo i rettili, ne furono presto coperti da<br />

capo a piedi. Appena i serpenti si avvicinavano a essi, davano segni di torpore e cadevano<br />

in una catalessi profonda. Avevano gli occhi socchiusi e vitrei e la loro testa pendeva. Ne<br />

rimase solo uno recalcitrante, un grosso serpente nero e lucido con la pelle macchiata.<br />

Questo melomane del deserto venne avanti graziosamente a piccoli salti, come se avesse<br />

danzato sulla coda per tutta la vita, e seguendo il tempo delle note del flauto. Non<br />

intendeva essere sedotto dagli “incanti” degli Arabi, ma continuava a muoversi lentamente<br />

in direzione del suonatore, che infine se la diede a gambe. Il moderno Psylli tolse allora dal<br />

suo sacco una pianta appassita e la fece ondeggiare in direzione del serpente. Essa aveva<br />

(3) Salverte, La Philosophie de la Magie, vol. I.<br />

(4) Thibaut de Chanvallon, Voyage à la Martinique.<br />

(5) Salverte, Philosophy of Magic.<br />

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