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ISIDE SVELATA

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parte malefica su tutta la natura organica e inorganica. In particolare i deserti e altri luoghi<br />

selvaggi e inabitati, o le regioni in cui le influenze della natura si dispiegano su di una scala<br />

gigantesca e terribile, sono considerati come le principali abitazioni o luoghi di incontro<br />

degli spiriti malvagi. Per questo le steppe del Turan e in particolare il grande deserto<br />

sabbioso del Gobi sono stati considerati come le sedi degli esseri maligni fin da tempi di<br />

remotissima antichità.<br />

Marco Polo, naturalmente, menziona più di una volta, nel suo curioso libro di Viaggi,<br />

questi spiriti birichini dei deserti. Per secoli, e specialmente in quest’ultimo, le sue strane<br />

storie sono state totalmente respinte. Nessuno voleva credergli quando diceva di avere<br />

visto più volte, con i suoi stessi occhi, i più meravigliosi fatti di magia compiuti dai sudditi<br />

di Kublai-Khan e da adepti di altre regioni. Sul suo letto di morte Marco subì forti<br />

pressioni perché ritrattasse le sue pretese “falsità”; ma egli giurò solennemente di avere<br />

detto il vero, aggiungendo di “non avere raccontato nemmeno la metà di quello che aveva<br />

realmente visto”. Da quando sono apparse l’edizione di Marsden e quella del colonnello<br />

Yule, non vi è dubbio che egli abbia detto il vero. Il pubblico deve specialmente a<br />

quest’ultima l’aver messo in luce le tante autorità che confermano le testimonianze di<br />

Marco e l’aver spiegato alcuni fenomeni in modo normale, perché si dimostra così in modo<br />

indiscutibile che il grande viaggiatore era non solo uno scrittore verace ma anche un<br />

attentissimo osservatore. Nel difendere fervidamente il suo autore, il coscienzioso editore,<br />

dopo avere enumerato numerosi fatti finora controversi e addirittura respinti dei Viaggi del<br />

Veneziano, conclude dicendo: “Sì, gli ultimi due anni hanno promesso la possibilità di far<br />

luce anche su quelle che sembravano le più assurde storie di Marco, e le ossa di un vero<br />

Ruc della Nuova Zelanda sono oggi sul tavolo del laboratorio del professor Owen”. (42)<br />

Poiché il mostruoso uccello delle Mille e una notte o della “Mitologia araba”, come<br />

Webster chiama il Ruc (o Roc), è stato identificato, rimane da scoprire e riconoscere che<br />

anche la magica lampada di Aladino ha qualche diritto di essere considerata reale.<br />

Nel descrivere la sua traversata del grande deserto di Lop, Marco Polo parla di una<br />

cosa meravigliosa, “e cioè che quando i viaggiatori sono in marcia di notte... odono gli<br />

spiriti parlare. A volte gli spiriti li chiamano per nome... anche di giorno si sentono parlare<br />

questi spiriti. E a volte si ode il suono di una varietà di strumenti musicali, e in particolare<br />

il rullo di tamburi”. (43)<br />

Nelle sue note il traduttore cita lo storico cinese Ma-Twan-lin, che conferma il fatto.<br />

“Durante il passaggio di questo deserto”, dice Ma-Twan-lin, “si odono suoni, talora di<br />

canti, altre volte di gemiti; ed è spesso avvenuto che viaggiatori, allontanatisi per vedere<br />

che cosa potessero essere questi suoni, abbiano perso la strada e si siano totalmente<br />

smarriti; perché erano voci di spiriti e di folletti”. (44) “Questi folletti non sono peculiari del<br />

Gobi”, aggiunge l’editore, “sebbene esso sembri essere il loro luogo di infestazione<br />

favorito. Il terrore di un vasto deserto solitario li fa sorgere in tutti i luoghi simili”.<br />

Il colonnello Yule avrebbe fatto bene a considerare la possibilità di serie conseguenze<br />

derivanti dall’accettazione della sua teoria. Se ammettiamo che le misteriose voci del Gobi<br />

siano dovute al terrore ispirato da “un vasto deserto solitario”, perché i demoni dei<br />

Gadareni (Luca, VIII, 29) dovrebbero essere presi in maggior considerazione? E perché<br />

Gesù non avrebbe potuto ingannarsi circa l’oggettività del tentatore durante la sua prova di<br />

quaranta giorni nel “deserto”? Noi siamo prontissimi ad accettare o respingere la teoria<br />

(42) The Book of Ser Marco Polo, vol. I, Prefazione alla seconda edizione, pag. VIII.<br />

(43) Ivi, vol. I, pag. 203.<br />

(44) Visdelou, pag. 130.<br />

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