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ISIDE SVELATA

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agionevole in proposito, il mistero è solo un mezzo mistero, non solo per i grandi adepti e<br />

veggenti, ma anche per chiunque creda veramente e fortemente in un mondo spirituale. Per<br />

il semplice credente che non è stato favorito da un organismo personale la cui delicata<br />

sensitività nervosa gli permetta — come permette al veggente — di percepire l’universo<br />

visibile riflesso, come in un limpido specchio, in quello Invisibile, per così dire<br />

oggettivamente, rimane la fede divina. Questa è solidamente radicata nei suoi sensi<br />

interiori; nella sua sicura intuizione, con cui la fredda ragione non ha nulla a che fare, egli<br />

sente che essa non può ingannarlo. Le creazioni umane, i dogmi erronei e le sofisticherie<br />

teologiche, si contraddicano pure tra loro, si ammucchino pure gli uni sugli altri, e la sottile<br />

casistica di un credo faccia pur cadere l’acuto ragionamento di un altro; la verità rimane<br />

una, e non vi è una sola religione, cristiana o pagana, che non sia più che solidamente<br />

costruita sulla roccia dei secoli: Dio e lo spirito immortale.<br />

Esperimenti magici nel Bengala<br />

Ogni animale è più o meno dotato della facoltà di percepire, se non gli spiriti, per lo<br />

meno qualche cosa che rimane per il momento invisibile agli uomini comuni .e può essere<br />

osservata solo dal chiaroveggente. Noi abbiamo fatto centinaia di esperimenti con gatti,<br />

cani, scimmie di vario genere e, una volta, con una tigre addomesticata. Uno specchio nero<br />

rotondo, noto come “cristallo magico”, fu fortemente mesmerizzato da un nativo indù, un<br />

tempo abitante di Dindigul e ora residente in un luogo più appartato fra le montagne<br />

conosciute come Ghaut Occidentali. Egli aveva addomesticato un cucciolo di tigre,<br />

portatogli dalla costa del Malabar, quella parte dell’India in cui le tigri sono<br />

proverbialmente feroci; e con questo interessante animale facemmo il nostro esperimento.<br />

Al pari degli antichi Marsi e Psilli, celebri incantatori di serpenti, quest’uomo<br />

affermava di possedere il misterioso potere di domare qualsiasi genere di animali. La tigre<br />

era stata ridotta a uno stato di torpore mentale cronico, per così dire; era divenuta<br />

inoffensiva e mite come un cane. I bambini potevano stuzzicarla e tirarle le orecchie, ed<br />

essa si limitava a scuotersi e a mugolare come un cane. Ma, quando fu costretto a guardare<br />

nello “specchio magico”, il povero animale fu immediatamente eccitato da una sorta di<br />

frenesia. I suoi occhi divennero pieni di terrore umano; ululando di disperazione, incapace<br />

di togliere gli occhi dallo specchio a cui il suo sguardo sembrava inchiodato da un incanto<br />

magnetico, esso si torceva e tremava fino a cadere in convulsioni per il terrore di qualche<br />

visione che a noi rimaneva ignota. Poi si abbandonò a terra con flebili gemiti, ma sempre<br />

guardando lo specchio. Quando questo gli fu allontanato dagli occhi, l’animale rimase<br />

prostrato a terra, anelante, per circa due ore. Che cosa vide? Quale immagine spirituale del<br />

suo animalesco mondo invisibile ha potuto produrre un così terribile effetto su quella fiera<br />

selvaggia e naturalmente audace e feroce? Chi può dirlo? Forse solo colui che ha prodotto<br />

la scena.<br />

Lo stesso effetto avvenuto su animali è stato osservato durante sedute spiritiche con<br />

alcuni mendicanti sacri, e così pure quando un Siro, mezzo pagano e mezzo cristiano, di<br />

Kunankulam (Stato di Cochin), noto stregone, fu invitato a unirsi a noi per fare<br />

esperimenti.<br />

Eravamo in tutto nove persone, sette uomini e due donne, una delle quali indigena. Vi<br />

era inoltre nella stanza la giovane tigre, occupatissima con un osso, un wânderoo, o<br />

scimmia leone che, col suo pelo nero, la sua nivea barba e gli occhi astuti e lucenti,<br />

sembrava la personificazione della malizia, e un bel rigogolo dorato, che si lisciava<br />

tranquillo la coda dai vivaci colori su di un trespolo presso la vasta finestra della veranda.<br />

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