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ISIDE SVELATA

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308.448.000 anni; (50) quattordici manvantara fanno 4.318.272.000 anni, ai quali bisogna<br />

aggiungere un sandhi per cominciare il kalpa, 1.728.000 anni, facendo il kalpa, o un grande<br />

periodo, di 4.320.000.000 di anni. Poiché siamo ora solo nel Kaliyug della ventottesima età<br />

del settimo manvantara di 308.448.000 anni, abbiamo dinanzi a noi tempo sufficiente per<br />

raggiungere anche la metà del tempo concesso al mondo.<br />

Queste cifre non sono fantastiche, ma fondate su positivi calcoli astronomici come è<br />

stato dimostrato da S. Davis. (51) Molti scienziati, fra cui Higgins, nonostante le loro<br />

ricerche, sono rimasti totalmente perplessi di fronte al decidere quale di questi fosse il ciclo<br />

segreto. Bunsen ha dimostrato che i sacerdoti egiziani che fecero le notazioni cicliche, le<br />

tennero sempre nel più profondo mistero. (52) Forse la loro difficoltà sorse dal fatto che i<br />

calcoli degli antichi si applicavano egualmente al progresso spirituale dell’umanità e a<br />

quello fisico. Non sarà difficile capire la stretta corrispondenza stabilita dagli antichi fra i<br />

cicli della natura e quelli del genere umano, se ricordiamo la loro credenza nelle costanti e<br />

onnipotenti influenze dei pianeti sulle vicende dell’umanità. Higgins crede giustamente che<br />

il ciclo del sistema indiano di 432.000 anni sia la vera chiave del ciclo segreto. Ma il suo<br />

fallimento nel tentare di decifrarlo è evidente, perché, appartenendo al mistero della<br />

creazione, questo ciclo era il più inviolabile di tutti. Esso fu riprodotto in cifre simboliche<br />

solo nel Libro dei numeri caldeo, il cui originale, se esiste, non si può certo trovare nelle<br />

biblioteche, in quanto costituiva uno dei più antichi Libri di Ermete, (53) il cui numero è<br />

oggi indeterminato.<br />

Con il calcolo del periodo segreto dei grandi Neros déi Kalpa indù, alcuni cabalisti,<br />

matematici e archeologi, che non sapevano niente dei calcoli segreti, cambiarono il numero<br />

di 21.000 anni in quello di 24.000 per la durata del grande anno, perché considerarono<br />

l’ultimo periodo di 6.000 anni applicato solo ai rinnovamenti del nostro globo. Higgins ne<br />

dà una spiegazione: nell’antichità si pensava che la precessione degli equinozi avvenisse<br />

solo ogni 2000 anni invece di 2.160 nel segno; e così si avrebbe, per la durata del grande<br />

(50) 50 Coleman, che fa questo calcolo, ha lasciato sfuggire un grosso errore al suo correttore di bozze. La<br />

lunghezza del manwantara è indicata come 368.448.000, ossia esattamente sessanta milioni di troppo.<br />

(51) 51 S. Davis, Essay in the Asiatic Researches, e Higgins, Anacalypsis. Vedi anche Coleman, Mythology of<br />

the Hindus, Prefazione, pag. XIII.<br />

(52) 52 Bunsen, Egypte, vol. I.<br />

(53) I quarantadue Libri sacri degli Egiziani, che Clemente Alessandrino afferma esistenti al suo tempo, erano<br />

solo una parte dei Libri di Ermete. Giamblico, sull’autorità del sacerdote egiziano Abammon, attribuisce a<br />

Ermete 1200 di questi libri, e Manetone 36.000. Ma la testimonianza di Giamblico, neoplatonico e teurgo, è<br />

naturalmente respinta dai critici moderni. Manetone, che è tenuto dal Bunsen nella massima considerazione<br />

come “personaggio puramente storico” col quale “nessuno dei successivi storici indigeni può essere<br />

paragonato” (vedi Egypte, I, pag. 97), diviene improvvisamente uno PseudoManetone non appena le idee da<br />

lui proposte urtano con i pregiudizi scientifici contro la magia e la scienza occulta sostenute dagli antichi<br />

sacerdoti. Tuttavia nessun archeologo mette in dubbio la quasi incredibile antichità dei libri ermetici.<br />

Champollion mostra il massimo rispetto per la loro autenticità e la loro verità, corroborata da molti dei più<br />

antichi monumenti. E Bunsen porta irrefutabili prove della loro antichità. A esempio, grazie alle sue ricerche<br />

sappiamo che vi fu una linea di sessantun re prima del tempo di Mosè, la quale precedette il periodo mosaico<br />

con una civiltà facilmente rintracciabile di varie migliaia di anni. Siamo così autorizzati a credere che le<br />

opere di Ermete Trismegisto esistevano molti secoli prima della nascita del primo legislatore ebreo. Bunsen<br />

dice: “furono trovati stili e calamai sui monumenti della quarta dinastia, la più antica del mondo”. Se<br />

l’eminente egittologo rifiuta il periodo di 48.863 anni prima di Alessandro, a cui Diogene Laerzio fa risalire i<br />

racconti dei sacerdoti, egli è evidentemente più imbarazzato dai diecimila anni delle loro osservazioni<br />

astronomiche, e nota che: “se furono vere osservazioni, devono essersi estese per un periodo di più di 10.000<br />

anni” (pag. 14). E aggiunge: “Sappiamo comunque da una delle loro antiche opere cronologiche... che la<br />

genuina tradizione egiziana relativa al periodo mitologico si riferiva a miriadi di anni”. (Egypte, I, pag. 15).<br />

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