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ISIDE SVELATA

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antica teoria dell’evoluzione è non solo conservata dall’allegoria e dalla leggenda, ma<br />

anche dipinta sui muri di alcuni templi dell’India, e in forma frammentaria, è stata trovata<br />

in quelli dell’Egitto e sulle lastre di Nimroud e di Ninive scavate da Layard.<br />

Ma che vi è in fondo alla teoria darwiniana dell’evoluzione? Per quello che lo<br />

concerne, niente altro che “ipotesi non verificabili”. Perché, come dice lui stesso, egli vede<br />

tutti gli esseri “come i discendenti in linea retta di pochi esseri vissuti molto prima che<br />

fosse depositato il primo strato del sistema Siluriano”. (52) Egli non tenta nemmeno di<br />

mostrarci chi fossero questi “pochi esseri”. Ma questo risponde molto bene al nostro scopo:<br />

ammettendo la loro esistenza, il ricorso agli antichi per la conferma e lo sviluppo dell’idea<br />

riceve il sigillo dell’approvazione scientifica. Con tutti i cambiamenti attraverso cui il<br />

nostro globo è passato per quel che riguarda la temperatura, il clima, il suolo e — ci sia<br />

perdonato di aggiungere, considerando i recenti sviluppi — le sue condizioni<br />

elettromagnetiche, sarebbe davvero audace chi osasse affermare che, nella scienza attuale,<br />

vi è qualche cosa che contraddice l’antica ipotesi dell’uomo presiluriano. Le asce di pietra<br />

trovate per la prima volta da Boucher de Perthes nella valle della Somme dimostrano che<br />

l’uomo deve essere esistito in un periodo così remoto da sfidare ogni calcolo. Se crediamo<br />

a Buchner, l’uomo deve essere vissuto già durante e prima dell’epoca glaciale,<br />

suddivisione del periodo quaternario o diluviale che probabilmente si estende molto al di là<br />

di esso. Ma chi può dire che cosa ci riservano ulteriori scoperte?<br />

Se abbiamo prove indiscutibili che l’uomo è esistito in epoche così lontane, devono<br />

esservi state straordinarie modificazioni del suo sistema fisico, corrispondenti con i<br />

cambiamenti di clima e di atmosfera. E questo non sembra forse mostrare per analogia che,<br />

risalendo nel tempo, possono esservi state altre modificazioni che si adatterebbero ai più<br />

remoti progenitori dei “giganti dei ghiacci”, i quali sarebbero vissuti contemporaneamente<br />

ai pesci del Devoniano e ai molluschi del Siluriano? E vero che essi non hanno lasciato<br />

dietro di sé asce di pietra, né ossa, né depositi nelle caverne; ma, se gli antichi hanno<br />

ragione, le razze di quel tempo erano composte non solo di giganti o “potenti e rinomati<br />

eroi”, ma anche di “figli di Dio”. Se coloro che credono nell’evoluzione dello spirito non<br />

meno fermamente di quanto i materialisti credono in quella della materia, sono accusati di<br />

insegnare “ipotesi non verificabili”, essi possono ribattere prontamente ai loro accusatori<br />

dicendo che, per loro stessa confessione, la loro evoluzione fisica è ancora “non verificata,<br />

se pur non è un’ipotesi inverificabile”. (53) I primi hanno almeno la prova induttiva del<br />

mito leggendario, la cui alta antichità è ammessa dai filologi e dagli archeologi; mentre i<br />

loro antagonisti non hanno niente di simile, a meno che non si servano di una parte delle<br />

antiche iscrizioni murali e sopprimano il resto.<br />

È una vera fortuna che, mentre le opere di alcuni scienziati — che hanno giustamente<br />

raggiunto una grande reputazione — contraddicono nettamente le nostre ipotesi, le ricerche<br />

e le opere di altri non meno eminenti sembrano pienamente confermarle. Nel recente libro<br />

di Alfred R. Wallace, The Geographical Distribution of Animals (La distribuzione<br />

geografica degli animali), troviamo che l’autore favorisce seriamente l’idea di “alcuni lenti<br />

processi di sviluppo” delle specie attuali da altre che le hanno precedute, idea che risale<br />

una innumerevole serie di cicli. E se è così per gli animali, perché non dovrebbe esserlo per<br />

l’animale uomo, preceduto ancor più in là nel tempo da un uomo interamente “spirituale”,<br />

un “figlio di Dio”?<br />

(52) Origin of Species, pagg. 448, 489, prima edizione.<br />

(53) Huxley, Darwin and Haeckel.<br />

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