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ISIDE SVELATA

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astronomiche differiva dal “sistema di educazione” del nostro secolo e appare ridicolo ad<br />

alcuni, rimane tuttavia un problema aperto: quale dei due sistemi è il migliore? Per gli<br />

antichi la scienza camminava di pari passo con la religione, e l’idea di Dio era inseparabile<br />

da quella delle sue opere. E mentre nel nostro secolo non vi è una persona su diecimila che<br />

sappia, se pur ne ha mai avuta l’idea, che il pianeta Urano viene dopo Saturno e gira<br />

attorno al sole in ottantaquattro anni, e che Saturno viene dopo Giove e impiega ventinove<br />

anni e mezzo per fare una completa rivoluzione nella sua orbita, mentre Giove compie la<br />

sua rivoluzione in dodici anni, le masse incolte della Babilonia e della Grecia, avevano<br />

impresso in mente che Urano era il padre di Saturno e Saturno il padre di Giove, e li<br />

consideravano inoltre divinità al pari dei loro satelliti e dipendenti. Forse possiamo inferire<br />

da questo che, mentre gli Europei hanno scoperto Urano solo nel 1781, dobbiamo notare<br />

una curiosa coincidenza nei miti che abbiamo ricordato.<br />

Le “coincidenze”, panacea della scienza moderna<br />

Non abbiamo che da aprire il più comune libro di astrologia e confrontare le<br />

descrizioni raccolte nella Fiaba delle Dodici Case con le più moderne scoperte scientifiche<br />

sulla natura dei pianeti e sugli elementi propri di ogni stella, per vedere che, pur non<br />

possedendo alcuno spettroscopio, gli antichi ne erano perfettamente al corrente. A meno<br />

che non si voglia ancora una volta considerare il fatto come una “coincidenza”, possiamo<br />

conoscere, entro certi limiti, il grado di calore del sole, la luce e la natura dei pianeti solo<br />

studiando le rappresentazioni simboliche degli dèi dell’Olimpo e i dodici segni dello<br />

zodiaco, a ognuno dei quali viene attribuita, in astrologia, una particolare qualità. Se le dee<br />

del nostro pianeta non differiscono in alcun particolare dagli altri dèi e dee, ma tutti hanno<br />

un’eguale natura fisica, questo non implica forse che gli osservatori che vegliavano giorno<br />

e notte sulla cima della torre di Bel tenendosi in comunicazione con le divinità<br />

evemerizzate, avevano notato, prima di noi, l’unità fisica dell’universo e il fatto che i<br />

pianeti sopra di noi sono fatti degli stessi precisi elementi del nostro? Il sole in Ariete,<br />

Giove, è considerato in astrologia come un segno maschile, diurno, cardinale, equinoziale,<br />

orientale, è caldo e secco, e risponde perfettamente al carattere attribuito al volubile “Padre<br />

degli dèi”. Quando il collerico ZeusAkrios strappa i fulmini dalla sua ardente cintura e li<br />

scaglia dal cielo, egli lacera le nubi e scende, come Giove Pluvio, in torrenti di pioggia. E<br />

il più grande e il più alto degli dèi, e i suoi movimenti sono rapidi come la folgore.<br />

Sappiamo che il pianeta Giove gira attorno al suo asse così rapidamente che ogni punto del<br />

suo equatore percorre 450 miglia in un minuto. Si pensa che un immenso eccesso di forza<br />

centrifuga all’equatore abbia fatto sì che il pianeta sia estremamente schiacciato ai poli; e<br />

in Creta il dio Giove personificato era rappresentato senza orecchie. Il disco del pianeta<br />

Giove è attraversato da strisce scure; con la loro varia larghezza, esse sembrano connesse<br />

con la sua rotazione attorno al proprio asse, e sono prodotte da disturbi nella sua atmosfera.<br />

Il volto del Padre Zeus, dice Esiodo, si macchiò di rabbia quando egli vide i Titani pronti a<br />

ribellarsi.<br />

Nel libro di Proctor, gli astronomi sembrano essere particolarmente condannati dalla<br />

Provvidenza a incontrare curiose “coincidenze” di ogni tipo, perché egli cita molti casi fra<br />

una “moltitudine” e addirittura fra “migliaia di fatti” (sic). A questo elenco potremmo<br />

aggiungere un esercito di egittologi e di archeologi che negli ultimi tempi sono stati i<br />

favoriti della capricciosa Signora Fortuna, la quale, inoltre, generalmente sceglie “Arabi<br />

ricchi” e altri gentiluomini dell’Oriente per dar loro la parte di genii benefici pronti ad<br />

aiutare orientalisti in difficoltà. Il professor Ebers è uno degli ultimi favoriti. È un fatto<br />

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