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ISIDE SVELATA

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Nessuna anima astrale, neppure quella dell’uomo più puro, più buono e virtuoso, è<br />

immortale nello stretto senso della parola: “è formata di elementi e deve tornare agli<br />

elementi”. Solo che, mentre l’anima del malvagio svanisce ed è assorbita senza redenzione,<br />

quella di ogni altra persona, anche scarsamente pura, cambia semplicemente le sue<br />

particelle eteree in altre ancora più eteree, e finché rimane in lui una scintilla di Divino,<br />

l’uomo individuale, o piuttosto il suo ego personale, non può morire. “Dopo la morte”, dice<br />

Proclo, “l’anima (lo spirito) continua a soggiornare nel suo corpo aereo (forma astrale),<br />

finché esso è interamente purificato da ogni irritabile e voluttuosa passione... allora si<br />

libera dal corpo aereo con una seconda morte come aveva fatto del corpo terreno. Per<br />

questo gli antichi dicono che vi è un corpo celeste sempre unito con l’anima, e che esso è<br />

immortale, luminoso e simile alle stelle”.<br />

Ma torneremo adesso, dalla nostra digressione, a considerare ancora la questione della<br />

ragione e dell’istinto. La prima, secondo gli antichi, procede dal divino, il secondo dal<br />

puramente umano. L’istinto è il prodotto dei sensi, una sagacità condivisa dagli animali più<br />

bassi, anche da quelli che non hanno ragione: è l’αισϋµτιχν; la ragione è il prodotto delle<br />

facoltà riflessive, il νοµιχον, ossia il giudizio e l’intellettualità umani. Di conseguenza un<br />

animale privo di poteri di ragionamento ha implicito in sé il suo istinto, facoltà infallibile<br />

che non è altro che una scintilla del divino nascosta in ogni particella della materia<br />

inorganica, essa stessa spirito materializzato. Nella Cabala ebraica il secondo e il terzo<br />

capitolo del Genesi sono spiegati così: Quando il secondo Adamo viene creato “dalla<br />

polvere”, la materia è divenuta così densa che regna suprema. Dalla sua sensualità evolve<br />

la donna, e Lilith possiede la miglior parte dello spirito. Il Signore Dio, “camminando nel<br />

giardino al fresco del giorno” (il crepuscolo dello spirito, o la luce divina oscurata dalle<br />

ombre della materia) maledice non solo coloro che hanno commesso il peccato, ma la terra<br />

stessa e tutti gli esseri viventi e soprattutto il serpente-materia tentatore.<br />

Chi, se non i cabalisti, può spiegare questo apparente atto di ingiustizia? Come<br />

possiamo capire questa maledizione di tutte le creature create, innocenti di ogni delitto?<br />

L’allegoria è evidente. La maledizione è inerente nella materia stessa. Quindi essa è<br />

condannata a lottare contro la sua propria pesantezza per purificarsi; la latente scintilla di<br />

spirito divino, sebbene attenuata, è ancora lì; e la sua invincibile attrazione verso l’alto la<br />

costringe a lottare con pena e fatica per liberarsi. La logica ci dimostra che, poiché tutta la<br />

materia ha un’origine comune, deve avere attributi in comune, e poiché la scintilla vitale e<br />

divina è nel corpo materiale dell’uomo, deve egualmente nascondersi in ogni specie<br />

subordinata. La mentalità latente che, nei regni inferiori è riconosciuta come semicoscienza<br />

e istinto, è largamente mitigata nell’uomo. La ragione, prodotto del cervello fisico, si<br />

sviluppa a spese dell’istinto, vago ricordo di un’onniscienza una volta divina: lo. spirito. La<br />

ragione, segno della sovranità dell’uomo fisico su tutti gli altri organismi fisici, è spesso<br />

costretta a vergognarsi di sé dall’istinto degli animali. Poiché il cervello umano è più<br />

perfetto di quello di ogni altra creatura, le sue emanazioni devono naturalmente produrre i<br />

più alti risultati di azione mentale; ma la ragione vale solo per considerare le cose<br />

materiali, è incapace di aiutare chi la possiede nel conoscere lo spirito. Perdendo l’istinto<br />

l’uomo perde le sue capacità intuitive, che sono il coronamento e il punto culminante<br />

dell’istinto. La ragione è l’arma grossolana degli scienziati, l’intuizione è la guida sicura<br />

del veggente. L’istinto insegna alle piante e all’animale il momento per la procreazione<br />

della loro specie, e guida il bruto a trovare il suo rimedio adatto quando è malato. La<br />

ragione, orgoglio dell’uomo, non riesce a dominare le tendenze della sua materia e non<br />

sopporta alcuna restrizione all’illimitata soddisfazione dei suoi sensi. Lungi dal guidarlo a<br />

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