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ISIDE SVELATA

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CAPITOLO XII<br />

“L’abisso invalicabile”<br />

Non udrete mai i veri difensori filosofici della dottrina dell’uniformità parlare di impossibilità<br />

nella natura. Essi non dicono mai, come li si accusa continuamente di dire, che è impossibile per il<br />

Costruttore dell’universo alterare la sua opera. Nessuna teoria li sgomenta (il clero inglese)...<br />

Anche se vengono sostenute le ipotesi più distruttive, purché in un linguaggio civile, essi le<br />

guarderanno in faccia”.<br />

TYNDALL, Conferenza sull’Uso scientifico della immaginazione<br />

“il mondo avrà sempre una religione di qualsiasi genere, anche a costo di abbandonarsi a<br />

quella prostituzione intellettuale che è lo spiritismo”.<br />

TYNDALL, Fragments of Science<br />

“Ma dapprima, mandato sulla terra come vampiro,<br />

Il tuo corpo sarà strappato dalla tomba...<br />

E succhierà il sangue di tutta la tua razza”.<br />

LORD BYRON, Il giaurro<br />

Confessione di ignoranza da parte degli scienziati<br />

Ci avviciniamo adesso al recinto sacro di quel dio Giano, il molecolare Tyndall.<br />

Entriamo a piedi nudi. Nel varcare la sacra soglia del tempio del sapere, ci avviciniamo al<br />

fulgido sole del sistema Huxleyocentrico. Abbassiamo gli occhi per non essere accecati.<br />

Abbiamo discusso le varie materie contenute in questo libro con tutta la moderazione<br />

che potevamo imporci di fronte all’atteggiamento che il mondo scientifico e teologico<br />

hanno mantenuto per secoli nei riguardi di coloro da cui essi hanno ereditato le vaste<br />

fondamenta di tutte le conoscenze adesso in loro possesso. Se ci mettiamo da parte e, come<br />

spettatori, consideriamo tutto ciò che gli antichi sapevano e tutto ciò che i moderni credono<br />

di sapere, ci meravigliamo che la slealtà dei nostri dotti possa passare inosservata.<br />

Ogni giorno ci porta nuove ammissioni degli scienziati stessi e nuove critiche degli<br />

osservatori profani bene informati. In un quotidiano troviamo il seguente passo:<br />

“E curioso notare le diverse opinioni che prevalgono fra gli uomini di scienza circa<br />

alcuni dei più comuni fenomeni naturali. L’aurora polare è un esempio notevole. Cartesio<br />

la considerava una meteora caduta dalle più alte regioni dell’atmosfera. Halley l’attribuiva<br />

al magnetismo del globo terrestre, e Dalton era della stessa opinione. Coates supponeva<br />

che questa aurora derivasse dalla fermentazione di una materia emanata dalla terra. Marion<br />

sosteneva che era la conseguenza di un contatto fra la brillante atmosfera del sole e<br />

l’atmosfera del nostro pianeta. Eulero pensava che procedesse dalle vibrazioni dell’etere<br />

fra le particelle dell’atmosfera terrestre. Canton e Franklin la consideravano un semplice<br />

fenomeno elettrico, e Parrot l’attribuiva alla combustione del carburo di idrogeno sfuggito<br />

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