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ISIDE SVELATA

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organismo fisico lo spirito vede, ode, e, se lo toccate, avverte il vostro tocco. Se lo dividete<br />

in due sentirà dolore come qualsiasi uomo vivente, perché è tuttavia materia, sebbene così<br />

raffinata da essere generalmente invisibile al nostro occhio... Una cosa, tuttavia, lo<br />

distingue da un uomo vivente, e cioè che quando le membra di un uomo sono divise, le<br />

parti non si riuniscono facilmente. Ma se tagliate un demone in due vedrete le parti subito<br />

riunirsi. (39) Così come l’acqua o l’aria si riuniscono dietro un corpo solido che le attraversi,<br />

senza che rimanga traccia, così il corpo del demone torna a condensarsi quando l’arma che<br />

lo ha penetrato è tolta dalle ferita. Ma nondimeno ogni ferita infertagli causa dolore. Per<br />

questo i demoni temono la punta della spada e ogni arma tagliente. Quelli che vogliono<br />

vederli fuggire facciano l’esperimento”.<br />

Uno dei più dotti studiosi del suo secolo, il demonologo Bodin, era della stessa<br />

opinione che tanto gli elementari umani quanto quelli cosmici “hanno gran paure delle<br />

spade e dei pugnali”. E questa è anche l’opinione di Porfirio, di Giamblico e di Platone.<br />

Plutarco cita più volte questo fatto. I teurghi praticanti lo sanno e agiscono conformemente;<br />

e molti di loro sostengono che “i demoni soffrono per ogni ferita inferta ai loro corpi”.<br />

Bodin ci racconta un’impressionante storia a questo proposito nella sua opera On the<br />

Daemons (Sui demoni), pag. 292.<br />

“Ricordo”, dice l’autore, “che nel 1557 un demone elementale, uno di quelli chiamati<br />

tuonanti, cadde col fulmine nella casa del calzolaio Poudot, e immediatamente cominciò a<br />

lanciar pietre nella stanza. Ne raccogliemmo tante che la padrona di casa ne riempì un<br />

grande baule dopo avere chiuso le finestre, le porte e il baule stesso. Ma questo non impedì<br />

in alcun modo al demone di continuare a lanciare pietre nella stanza senza tuttavia colpire<br />

alcuno. Latomi, che era allora Presidente del Quartiere, (40) venne a vedere quello che<br />

succedeva. Appena entrato, lo spirito gli fece cadere il cappello di testa e lo costrinse a<br />

fuggire. Il fenomeno durava da più di sei giorni, quando Jean Morgnes, Consigliere della<br />

Presidenza, venne a chiamarmi per vedere il mistero. Quando entrai nella casa, qualcuno<br />

avvertì il padrone di pregare Dio con tutto il cuore e di roteare una spada nell’aria per tutta<br />

la stanza; ed egli lo fece. Il giorno dopo, la padrona di casa ci disse che, da quel momento<br />

stesso, non avevano più udito alcun rumore nella casa; ma nei sette giorni precedenti<br />

durante i quali il fenomeno era continuato, non avevano avuto un momento di pace”.<br />

I libri sulla stregoneria del medio evo sono pieni di questi racconti. La rara e<br />

interessante opera di Glanvil, intitolata Sadducismus Triumphatus è, con quella di Bodin,<br />

che abbiamo menzionato, una delle migliori. Ma dobbiamo adesso far posto a certe<br />

descrizioni dei più antichi filosofi che, in egual tempo, spiegano quello che descrivono.<br />

In primo piano, in fatto di meraviglie, viene Proclo. Il suo elenco di fatti, da lui<br />

confermati, per la maggior parte, con la citazione di testimonianze — talora di noti filosofi<br />

— è impressionante. Egli ricorda molti casi del suo tempo di persone defunte che<br />

cambiarono la loro posizione orizzontale nel sepolcro e furono trovate sedute o in piedi,<br />

cosa che egli attribuisce alla loro natura di larvae, e che, egli dice, “è riferita dagli antichi<br />

quali Aristio, Epimednide ed Ermodoro”. Egli espone cinque di questi casi tratti dalla<br />

storia di Clearco, discepolo di Aristotele. 1) I1 caso di Cleonimo di Atene. 2) Quello di<br />

Policrito, uomo illustre fra gli Eoli: lo storico Nomachio riferisce che Policrito morì e tornò<br />

nove mesi dopo la sua morte; “Ierone di Efeso e altri storici” dice il traduttore, il Taylor,<br />

“ne testimoniano la verità”. 3) Lo stesso avvenne in Nicopoli a un certo Eurino: questo<br />

(39) Ubi secatur, mox in se iterum recreatur et coalescit... dictu velocius daemonicus spiritus in se revertitur.<br />

(40) Un magistrato del distretto.<br />

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