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ISIDE SVELATA

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offre all’intelligenza dirigente maggiori possibilità di agire nel migliorato sistema nervoso.<br />

Il musicista trarrà le sue onde di armonia molto meglio da un Erard che da una spinetta del<br />

sedicesimo secolo. Quindi, il fatto che questo impulso istintivo sia stato direttamente<br />

impresso sul sistema nervoso del primo insetto, o che ogni specie lo abbia sviluppato<br />

gradualmente in sé, imitando istintivamente gli atti dei suoi simili, come ritiene la più<br />

perfezionata dottrina di Herbert Spencer, non ha particolare importanza per il nostro<br />

argomento. Il problema riguarda solo l’evoluzione spirituale. E se respingiamo questa<br />

ipotesi come non scientifica e non dimostrata, anche l’aspetto fisico dell’evoluzione cadrà<br />

a sua volta perché l’una è non è dimostrata al pari dell’altro e l’intuizione spirituale<br />

dell’uomo non è autorizzata a fonderli insieme sotto il pretesto che “non è filosofica”. Lo si<br />

voglia o no, ricadremo nel vecchio problema delle questioni conviviali di Plutarco, se è<br />

apparso prima l’uovo o la gallina.<br />

Ora che l’autorità di Aristotele è stata scossa fino alle fondamenta da quella di Platone,<br />

e che i nostri scienziati respingono ogni autorità, anzi la detestano, eccetto la propria, ora<br />

che la stima generale della collettiva sapienza umana si trova al suo grado più basso,<br />

l’umanità, guidata dalla scienza stessa, è ancora irresistibilmente riportata al punto di<br />

partenza delle più antiche filosofie. Troviamo questa idea perfettamente espressa da uno<br />

scrittore nel “Popular Science Monthly”. “Gli dèi delle sette e delle specialità”, dice<br />

Osgood Mason, “possono forse venire a mancare delle reverenze a cui sono abituati, ma, in<br />

egual tempo, si vede albeggiare sul mondo, con una luce più dolce e più serena, la<br />

concezione, per quanto imperfetta possa essere, di un’anima attiva cosciente, origine di<br />

tutte le cose, che tutto pervade: l’Anima Superiore,” la Causa, la Divinità, non rivelata<br />

nella forma o nel linguaggio umani, ma che riempie e ispira ogni anima vivente nel vasto<br />

universo secondo la sua propria misura, il cui tempio è la Natura e il cui culto è<br />

l’ammirazione”. Questo è puro platonismo, buddhismo, la concezione esaltata ma vera dei<br />

primi Ariani nella loro deificazione della natura. E tale è l’espressione del pensiero<br />

fondamentale dei teosofi, dei cabalisti, degli occultisti in genere; e se la confrontiamo con<br />

le citazioni tratte da Ippocrate da noi già presentate, troveremo in essa esattamente lo<br />

stesso pensiero e lo stesso spirito.<br />

Ma torniamo al nostro argomento. Il fanciullo non ha la ragione, che è ancora latente<br />

in lui; e frattanto è inferiore all’animale quanto all’istinto propriamente detto. Egli si<br />

brucerà o si annegherà prima di imparare che il fuoco e l’acqua distruggono e sono<br />

pericolosi per lui, mentre un gattino li eviterà istintivamente. Quel poco di istinto che il<br />

bambino possiede svanirà via via che la ragione si sviluppa gradatamente in lui. Si potrà<br />

forse obiettare che l’istinto non può essere un dono spirituale perché gli animali lo<br />

possiedono molto più dell’uomo, e gli animali non hanno anima. Questa credenza è<br />

erronea e fondata su basi molto insicure. Essa proviene dal fatto che l’intima (427) natura<br />

dell’animale può essere sondata ancor meno di quella dell’uomo, che è dotato di parola e<br />

può esprimerci le sue facoltà psicologiche.<br />

Ma quali altre prove, se non negative, abbiamo che l’animale è privo di un’anima<br />

sopravvivente, se non immortale? Su di un piano strettamente scientifico possiamo addurre<br />

tanti argomenti pro quanti contro. Per esprimerci più chiaramente, né l’uomo né l’animale<br />

possono presentarci prove a favore o a sfavore della sopravvivenza delle loro anime dopo<br />

la morte. E, dal punto di vista dell’esperienza scientifica, è impossibile porre ciò che non<br />

ha esistenza oggettiva nella cognizione di ogni legge di scienza esatta. Ma Descartes e<br />

Bois-Raymond hanno esaurito la loro immaginazione sull’argomento, e Agassiz non<br />

poteva concepire l’idea di un’esistenza futura non condivisa dagli animali che amiamo, e<br />

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