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ISIDE SVELATA

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E inutile aspettare che gli scienziati trovino in queste opere qualche cosa di<br />

interessante eccetto quello che è in relazione diretta con la filologia o la mitologia<br />

comparata. Anche Max Müller, appena si riferisce al misticismo e alla filosofia metafisica<br />

diffusa nell’antica letteratura sanscrita, non vi scorge altro che “assurdità teologiche” e<br />

“fantastiche sciocchezze”.<br />

Parlando dei Brahmana, tutti pieni di misteriosi, e quindi, come fatto ovvio, assurdi<br />

significati, egli dice: “La maggior parte di essi sono semplici chiacchiere e, quel che è<br />

peggio, chiacchiere teologiche. Nessuno che non sia già al corrente del posto che i<br />

Brahmana occupano nella storia del pensiero indiano potrebbe leggerne più di dieci pagine<br />

senza esserne disgustato”. (13)<br />

Non ci meravigliamo della severa critica di questo erudito. Senza una (581) chiave per<br />

il vero significato di queste “chiacchiere” religiose, come può giudicare l’esoterico con<br />

l’essoterico? Troviamo una risposta in un’altra delle interessantissime conferenze dello<br />

scienziato tedesco: “Nessun Ebreo, nessun Romano, nessun Brahmano ha mai pensato di<br />

convertire la gente al suo proprio culto nazionale. La religione fu considerata come una<br />

proprietà privata o nazionale. Doveva essere difesa dagli stranieri. I più sacri nomi degli<br />

dèi, le preghiere con cui si poteva ottenere il loro favore, erano tenuti segreti. Nessuna<br />

religione fu più esclusiva di quella dei brahmani”. (14)<br />

Geloso esclusivismo degli Indù<br />

Per questo, quando incontriamo uno studioso che si immagina, per avere imparato il<br />

significato di pochi riti esoterici da un srotriya, un prete brahmano iniziato nei misteri<br />

sacrificali, di essere capace di interpretare tutti i simboli e di avere minuziosamente<br />

vagliato le religioni indù, non possiamo fare a meno di ammirare la completezza delle sue<br />

illusioni scientifiche. E questo tanto più in quanto vediamo lo stesso Max Müller affermare<br />

che, poiché “brahmani si nasce, anzi, si nasce due volte, e non si può divenire, nemmeno la<br />

più bassa casta, quella dei Sudra, aprirebbe le sue file a uno straniero”. Come è ancor meno<br />

probabile che un brahmano permettesse a uno straniero di svelare al mondo i suoi più sacri<br />

misteri religiosi, il cui segreto è stato custodito così gelosamente, per secoli, da ogni<br />

profanazione.<br />

No, i nostri scienziati non capiscono e non possono capire esattamente l’antica<br />

letteratura indù, così come un ateo o un materialista non possono apprezzare nel loro giusto<br />

valore i sentimenti di un veggente, di un mistico la cui intera vita è dedicata alla<br />

contemplazione. Essi hanno tutto il diritto di compiacersi nella dolce ninna nanna<br />

dell’autoammirazione e nella giusta coscienza del loro grande sapere, ma non quello di<br />

guidare il mondo nel loro errore facendogli credere di avere risolto l’ultimo problema<br />

dell’antico pensiero nella letteratura, sanscrita o altro, che dietro le “chiacchiere” esteriori<br />

non vi è molto di più di quanto sia stato mai sognato dalla filosofia esatta moderna, e che,<br />

sopra e oltre l’esatta traduzione delle parole sanscrite non vi è un pensiero più profondo,<br />

intelligibile da alcuni dei discendenti di coloro che lo velarono, nelle prime ore del giorno<br />

terreno, se non era adatto al lettore profano.<br />

Non ci stupiamo minimamente che un materialista, e anche un cristiano ortodosso,<br />

siano incapaci di leggere le antiche opere brahmaniche e quelle che ne derivano, la Cabala,<br />

il Codice di Bardesanes o la Scrittura ebraica senza provare disgusto per la loro<br />

(13) Aitareya Brahmana, conferenza di Max Müller.<br />

(14) M. Müller, Buddhist Pilgrims.<br />

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