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ISIDE SVELATA

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agenti cosmici di natura, ognuno confinato nel suo proprio elemento e incapace di superare<br />

i confini degli altri. Questi sono quelli che Tertulliano chiamava i “principi dei poteri<br />

dell’aria”.<br />

Si pensa che questa classe possieda solo uno dei tre attributi dell’uomo. Essi non<br />

hanno né spiriti immortali né corpi tangibili: solo forme astrali che partecipano, in modo<br />

distinto, all’elemento a cui appartengono e anche all’etere. Sono una combinazione di<br />

materia sublimata e di mente rudimentale. Alcuni sono immutabili. ma tuttavia non hanno<br />

una individualità distinta, agendo, per così dire, collettivamente. Altri, propri di certi<br />

elementi e specie, mutano forma secondo leggi fisse spiegate dai cabalisti. Il più solido dei<br />

loro corpi è generalmente abbastanza immateriale per sfuggire alla percezione della nostra<br />

vista fisica, ma non cosi insostanziale da non essere perfettamente riconosciuto dalla<br />

visione interiore o chiaroveggente. Essi non solo esistono e possono vivere nell’etere, ma<br />

possono impossessarsene e dirigerlo per la produzione di effetti fisici così facilmente come<br />

noi possiamo comprimere l’aria o l’acqua con apparecchi pneumatici o idraulici; e in<br />

queste attività sono aiutati dagli “elementari umani”. Inoltre possono condensare l’etere per<br />

formarsi dei corpi tangibili ai quali, per i loro poteri proteici, possono fare assumere la<br />

forma che vogliono prendendo a modello i ritratti che trovano stampati nella memoria delle<br />

persone presenti. Non è necessario che chi presenzia alla seduta pensi in quel momento alla<br />

personalità rappresentata: l’immagine di essa può essere svanita da molti anni. La mente<br />

riceve impressioni indelebili anche di conoscenze casuali di persone incontrate una volta<br />

sola. Come basta un’esposizione di pochi secondi per sensibilizzare una lastra fotografica e<br />

farle mantenere indefinitamente l’immagine della persona fotografata, così avviene per la<br />

mente.<br />

Dottrina di Proclo sugli esseri dell’aria<br />

Secondo la dottrina di Proclo, le regioni superiori dallo zenit dell’universo alla luna<br />

appartenevano agli dèi, o spiriti planetari, a seconda delle loro classi e gerarchie. I più alti<br />

di essi erano i dodici yper-ouranioi, o dèi supercelesti, che avevano intere legioni di<br />

demoni subordinati al loro comando. Essi erano seguiti in rango e potere dagli egkosmioi,<br />

gli dèi intercosmici, ognuno dei quali presiedeva su di un gran numero di demoni a cui<br />

impartivano il loro potere passandolo dall’uno all’altro a volontà. Si tratta evidentemente<br />

di forze personalizzate della natura nelle loro reciproche relazioni, le ultime delle quali<br />

sono rappresentate dalla terza classe di “elementali” che abbiamo appena descritto.<br />

Più oltre egli mostra sul principio dell’assioma ermetico dei tipi e dei prototipi, che le<br />

sfere più basse hanno le loro suddivisioni e classi di esseri come le superiori celesti, le<br />

prime sempre subordinate alle seconde. Egli sostiene che tutti e quattro gli elementi sono<br />

popolati di demoni, pensando, con Aristotele che l’universo è pieno e che in natura il vuoto<br />

non esiste. I demoni della terra, dell’aria, del fuoco e dell’acqua sono di un’essenza<br />

elastica, eterea e semi-corporea. Queste classi sono quelle che operano come agenti<br />

intermedi tra gli dèi e gli uomini. Sebbene di intelligenza più bassa di quella del sesto<br />

ordine di demoni superiori, questi esseri presiedono direttamente agli elementi e alla vita<br />

organica. Essi dirigono la nascita, la fioritura, le proprietà e i vari mutamenti delle piante.<br />

Essi sono le idee personificate, o virtù, versate dalla ylè celeste nella materia inorganica, e<br />

poiché il regno vegetale è su di un gradino più alto del minerale, queste emanazioni degli<br />

dèi celesti prendono forma ed essere nelle piante divenendo la loro anima. E ciò che la<br />

dottrina di Aristotele chiama la forma nei tre principi dei corpi naturali, da lui classificati<br />

come privazione, materia e forma. La sua filosofia insegna che oltre la materia originale, è<br />

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