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ISIDE SVELATA

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uno scrittore anonimo, “avanzavano in una linea stretta e lunga, con la punta difesa da un<br />

congegno triangolare impenetrabile, spinto avanti su di una specie di rullo da una squadra<br />

invisibile. Avevano passaggi sotterranei coperti, con botole e scale, e la loro arte di dare la<br />

scalata, la loro strategia militare erano perfette... Conoscevano l’ariete e altri congegni<br />

bellici; ed esperti com’erano nell’arte di estrarre le pietre dalle cave, sapevano come<br />

praticare uno scavo sotto un muro per farlo franare”. Lo stesso scrittore nota che è molto<br />

più sicuro per noi citare quello che gli Egiziani sapevano che quello che non sapevano,<br />

perché ogni giorno ci presenta qualche nuova scoperta delle loro straordinarie conoscenze;<br />

“e se”, aggiunge, “dovessimo trovare che usavano il cannone Armstrong, il fatto non ci<br />

meraviglierebbe più di tanti altri già portati alla luce”.<br />

La prova che essi erano molto versati nelle scienze matematiche sta nel fatto che<br />

quegli antichi matematici che onoriamo come padri della geometria andavano a istruirsi in<br />

Egitto. Dice il professor Smyth, citato dal Peebles: “la conoscenza geometrica dei<br />

costruttori delle piramidi cominciava dove quella di Euclide finiva”. Prima che la Grecia<br />

esistesse, le arti egiziane erano mature e vecchie. Gli Egiziani conoscevano certo molto<br />

bene l’arte di misurare il terreno, che è fondata sulla geometria, poiché, secondo la Bibbia,<br />

Giosuè, dopo avere conquistato la Terra Santa, fu abbastanza abile da dividerla. E come<br />

poteva, un popolo così abile nella filosofia naturale, come l’egiziano, non esserlo in<br />

proporzione anche nella psicologia e nella filosofia spirituale? Il tempio era la scuola della<br />

civiltà più elevata, e solo esso possedeva quella superiore conoscenza della magia, che era<br />

in se stessa la quintessenza della filosofia naturale. I poteri occulti della natura venivano<br />

insegnati nella massima segretezza e le guarigioni più meravigliose venivano ottenute<br />

durante la celebrazione dei Misteri. Erodoto riconosce (24) che i Greci avevano appreso<br />

dagli Egiziani tutto quello che sapevano, compresi i sacri servizi nel tempio, e per questo i<br />

loro principali templi erano consacrati a divinità egiziane. Melampo, il famoso guaritore e<br />

indovino di Argo, doveva usare le sue medicine “secondo il modo degli Egiziani”, da cui<br />

aveva tratto la sua scienza, se voleva che le sue cure fossero veramente efficaci. Egli guarì<br />

Ificle della sua impotenza e della sua debolezza per mezzo della ruggine di ferro secondo i<br />

consigli di Manto, il suo soggetto magnetico o oracolo. Sprengel ci presenta molti esempi<br />

meravigliosi di queste cure magiche nella sua Storia della medicina (pag. 119).<br />

Diodoro, nella sua opera sull’Egitto (lib. I), dice che Iside ha ben meritato<br />

l’immortalità, perché tutte le nazioni della terra testimoniano il potere di questa dea nel<br />

curare le malattie con la sua influenza. “Questo è dimostrato”, dice, “non già dalla favola,<br />

come fra i Greci, ma da fatti autentici”. Galeno ricorda vari sistemi curativi conservati nei<br />

recessi dei templi dedicati alla medicina. Egli cita anche una medicina universale che al<br />

suo tempo era chiamata Iside. (25)<br />

Le dottrine di vari filosofi greci istruiti in Egitto dimostrano il loro profondo sapere.<br />

Orfeo, che secondo Artapano era un discepolo di Mosè, (26) Pitagora, Erodoto e Platone<br />

devono la loro filosofia agli stessi templi in cui il saggio Solone era stato istruito dai<br />

sacerdoti. “Anticlide riferisce”, dice Plinio, “che le lettere furono inventate in Egitto da un<br />

uomo chiamato Menone, quindici anni prima di Foroneo, il più antico re della Grecia”. (27)<br />

Jablonski dimostra che il sistema eliocentrico, come pure la sfericità della terra, erano noti<br />

ai sacerdoti dell’Egitto da tempi immemorabili. “Pitagora”, aggiunge, “prese questa teoria<br />

(24) Lib. II, cap. 50.<br />

(25) Galeno, De composit. Medic., lib. V.<br />

(26) Ancient Fragments; vedi il capitolo sui Primi Re dell’Egitto.<br />

(27) Plinio, lib. VII, cap. 56.<br />

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