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ISIDE SVELATA

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nostro scienziato ebbe infine l’autorizzazione, dai sacerdoti, di prendere con la dovuta<br />

reverenza il bambino fra le braccia e di portarlo lontano da loro così da essere sicuro che<br />

non poteva essere praticato alcun inganno di ventriloquio; allora il bambino fissò il severo<br />

accademico con uno sguardo “che lo fece rabbrividire”, come egli stesso dice, e ripeté le<br />

parole che aveva già pronunciato. Un particolareggiato resoconto di questa vicenda,<br />

confermato dalla firma del testimone, fu inviato a Parigi, ma i membri dell’Istituto, invece<br />

di accettare la testimonianza di uno scienziato di riconosciuta credibilità, conclusero che il<br />

Fiorentino o aveva ricevuto un colpo di sole, o era stato ingannato da qualche abile trucco<br />

di acustica.<br />

Sebbene, secondo Stanislas Julien, traduttore francese dei sacri testi cinesi, vi sia un<br />

verso nel Lotus (13) in cui è detto che “Un Buddha è difficile a trovarsi come i fiori di<br />

Udumbara e di Palâga”, se dobbiamo credere a molti testimoni oculari non è precisamente<br />

così. Naturalmente si tratta di un caso raro perché avviene solo alla morte di ogni grande<br />

Dalai-Lama; e questi venerabili vecchi vivono proverbialmente lunghe vite.<br />

Lo sfortunato abate Huc, le cui opere sui suoi viaggi nel Tibet e in Cina sono<br />

notissime, riferisce Io stesso fatto della resurrezione del Buddha. Egli aggiunge inoltre la<br />

curiosa circostanza che il bambino-oracolo comprova la sua affermazione di essere una<br />

vecchia mente in un giovane corpo dando a coloro che lo interrogavano “e che<br />

conoscevano la sua vita trascorsa, i più esatti particolari della sua precedente vita terrena”.<br />

E da notarsi che des Mousseaux, che indugia a lungo sul fenomeno, attribuendolo,<br />

come cosa naturale, al Diavolo, osserva severamente, a proposito dell’abate stesso, che il<br />

fatto di essere stato ridotto allo stato laicale “è un incidente che, lo confesso, non tende<br />

molto a rafforzare la nostra fiducia”. A nostro umile parere questa circostanza trascurabile<br />

la rafforza ancor più.<br />

L’abate Huc vide la sua opera messa all’Indice per la verità da lui sostenuta circa la<br />

somiglianza fra i riti buddhisti e quelli cattolici. Inoltre fu sospeso dalla sua attività<br />

missionaria per essere stato troppo sincero.<br />

Se questo esempio di fanciullo prodigio fosse isolato, potremmo ragionevolmente<br />

indulgere a qualche esitazione nell’accettarlo; ma, per non dir nulla dei profeti Camisard<br />

del 1707, tra i quali vi fu, il bambino di quindici mesi descritto da Jacques Dubois, che<br />

parlò in buon francese “come se Dio parlasse per la sua bocca”, e dei bambini delle<br />

Cevennes, i cui discorsi e le cui profezie vennero testimoniati dai principali sapienti<br />

francesi, abbiamo casi moderni dello stesso notevolissimo carattere. Il “Lloyd’s Weekly<br />

Newspaper” del marzo 1875 contiene il resoconto del seguente fenomeno: “A Saar-Louis,<br />

in Francia, nacque un bambino. La madre lo aveva appena partorito, la levatrice decantava<br />

a gran voce la bellezza della “benedetta creaturina”, e gli amici si congratulavano col padre<br />

fortunato, quando qualcuno chiese che ora era. Giudicate della sorpresa generale nell’udire<br />

il neonato rispondere distintamente: “Le due.” Ma questo fu nulla in confronto di quello<br />

che seguì. Tutti guardavano il piccolo, muti di sbigottita meraviglia, quando egli aprì<br />

gli occhi e disse: “Sono stato mandato in questo mondo per farvi sapere che il 1875 sarà un<br />

anno buono, ma che il 1876 sarà un anno di sangue”. Pronunciata questa profezia, si volse<br />

da un lato e spirò, dopo mezz’ora di vita”.<br />

Non sappiamo se questo prodigio sia stato confermato ufficialmente dall’autorità<br />

civile — naturalmente non ci aspettiamo una conferma dal clero, visto che non avrebbe<br />

potuto derivargliene alcun profitto né onore — ma anche se un rispettabile giornale<br />

(13) Le Lotus de la bonne Loi, tradotto dal sanscrito da E. Burnouf.<br />

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