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ISIDE SVELATA

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Le creature più basse nella scala degli esseri<br />

Le più basse, nella scala degli esseri, sono quelle creature chiamate “elementari” dai<br />

cabalisti. Ve ne sono tre classi distinte. La più elevata in intelligenza e astuzia è quella dei<br />

cosiddetti spiriti terrestri, della quale parleremo più categoricamente in altre parti di questa<br />

opera. Basti dire, per ora, che essi sono le larvae, o ombre di coloro che sono vissuti sulla<br />

terra, hanno rifiutato ogni luce spirituale, sono rimasti e sono morti profondamente<br />

immersi nel fango della materia, e dalle cui anime peccatrici lo spirito immortale si è<br />

gradualmente separato. La seconda classe è composta degli antetipi invisibili degli uomini<br />

che devono nascere. Nessuna forma può entrare nell’esistenza oggettiva — dalla più<br />

elevata alla più bassa — prima che l’idea astratta di questa forma — o, come Aristotele la<br />

chiamerebbe, la privazione di questa forma — sia evocata. Prima che un artista dipinga un<br />

quadro, ogni tratto di esso esiste già nella sua immaginazione; perché si possa vedere un<br />

orologio, bisogna che questo particolare orologio sia esistito in forma astratta nella mente<br />

dell’orologiaio. Lo stesso avviene per gli uomini futuri.<br />

Secondo la dottrina di Aristotele vi sono tre principi di corpi naturali: la privazione, la<br />

materia e la forma. Questi principi possono essere applicati in questo caso particolare. La<br />

privazione del bambino che sta per nascere è localizzata nella mente invisibile del Grande<br />

Architetto dell’Universo, poiché la privazione, nella filosofia aristotelica non è considerata<br />

come un principio nella composizione dei corpi, ma come una proprietà esterna nella loro<br />

produzione. La produzione, infatti, è un cambiamento col quale la materia passa dalla<br />

forma che non ha in quella che assume. Sebbene la privazione della forma del bambino<br />

non ancora nato, come quella della futura forma dell’orologio non ancora fabbricato, non<br />

sia ancora né sostanza, né estensione né qualità, né alcun genere di esistenza, è tuttavia<br />

qualche cosa che è, per quanto i suoi contorni, per essere, devono acquistare una forma<br />

oggettiva, in altre parole l’astratto deve divenire concreto. Così, appena questa privazione<br />

di materia è trasmessa, dall’energia, all’etere universale, diviene una forma materiale,<br />

sebbene sublimata. Se la scienza moderna insegna che il pensiero umano “influisce sulla<br />

materia di un altro universo simultaneamente con la sua azione sul nostro”, chi crede in<br />

una Causa Prima Intelligente come può negare che il pensiero divino sia egualmente<br />

trasmesso, dalla stessa legge di energia, al nostro comune mediatore, l’etere universale,<br />

anima del mondo? E se è così, deve seguirne che, una volta là, il pensiero divino si<br />

manifesti oggettivamente, e l’energia riproduca fedelmente i contorni di ciò la cui<br />

“privazione” è nata nella mente divina. Questo, però, non deve essere inteso nel senso che<br />

questo pensiero crei la materia. No; crea solo il disegno della forma futura. La materia che<br />

serve a fare questo disegno è sempre esistita ed è stata preparata a formare un corpo umano<br />

attraverso una serie di trasformazioni progressive, come risultato dell’evoluzione. Le forme<br />

passano; le idee che le hanno create e il materiale che dà loro l’oggettività, rimangono.<br />

Questi modelli, ancora privi di spiriti immortali, sono “elementali” — propriamente<br />

parlando embrioni psichici — i quali, quando arriva il loro tempo, muoiono per il mondo<br />

invisibile e nascono in quello visibile come bambini umani, ricevendo in transitu quel<br />

soffio divino chiamato spirito che completa l’uomo perfetto. Questa classe non può<br />

comunicare oggettivamente con gli uomini.<br />

Descrizione specifica degli elementali<br />

La terza classe è costituita dagli “elementali” propriamente detti, che non evolvono<br />

mai in esseri umani, ma occupano, per così dire, un particolare gradino nella scala degli<br />

esseri, e, a confronto con gli altri, possono essere propriamente chiamati spiriti di natura, o<br />

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