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ISIDE SVELATA

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dell’universo”. Inoltre egli ha potuto “determinare con precisione problemi di fisiologia<br />

finora semplicemente sospettati, e sviluppare per la prima volta una filosofia massonica<br />

tale da essere la prima scienza e la prima religione, così come sarà l’ultima”; e, possiamo<br />

aggiungere infine, provare con dimostrazioni visibili che gli scultori e gli architetti egiziani<br />

ottennero i modelli delle loro bizzarre figure che adornano le facciate e i vestiboli dei loro<br />

templi, non da disordinate fantasie dei loro cervelli, ma dalle “invisibili razze dell’aria” e<br />

di altri regni della natura, che il Felt, al pari degli antichi Egizi, sostiene di rendere visibili<br />

grazie ai loro processi chimici e cabalistici.<br />

Schweigger dimostra che i simboli di tutte le mitologie hanno una base e una sostanza<br />

scientifiche. (32) Solo mediante recenti scoperte delle forze fisiche elettromagnetiche della<br />

natura, esperti di mesmerismo come Ennemoser, Schweigger e Bart in Germania, il barone<br />

Du Potet e Regazzoni in Francia e in Italia, poterono tracciare con esattezza quasi<br />

impeccabile la vera relazione in cui ogni teomito è con alcune di queste forze. Il dito<br />

ideico, che ha tanta importanza nell’arte magica di guarire, ha il significato di un dito di<br />

ferro che è attratto e respinto a turno dalle forze naturali magnetiche. Esso ha prodotto, in<br />

Samotracia, meraviglie di guarigione riportando organi malati nelle loro condizioni<br />

normali.<br />

Bart va più a fondo di Schweigger nell’interpretazione degli antichi miti, e studia<br />

l’argomento sotto entrambi gli aspetti, spirituale e fisico. Egli parla a lungo dei Dattili frigi,<br />

quei “maghi ed esorcisti della malattia”, e dei teurghi cabiri. Egli dice: “Quando parliamo<br />

della stretta unione dei Dattili con le forze magnetiche, non siamo necessariamente limitati<br />

alla pietra magnetica, e la nostra visione della natura non fa che gettare un colpo d’occhio<br />

sul magnetismo nel suo completo significato. Allora è chiaro come gli iniziati che si<br />

facevano chiamare Dattili sbigottivano il popolo con le loro arti magiche, compiendo,<br />

come fecero, miracoli di guarigione. A questo univano molte altre arti che il clero<br />

dell’antichità aveva l’abitudine di coltivare: l’agricoltura, la morale, il progresso dell’arte e<br />

della scienza, i misteri e le consacrazioni segrete. Tutto questo veniva fatto dai sacerdoti<br />

cabiri, e perché non sarebbero stati guidati e aiutati dai misteriosi spiriti della natura?”<br />

(33) Schweigger è della stessa opinione, e dimostra che i fenomeni dell’antica teurgia<br />

erano prodotti da poteri magnetici “sotto la guida degli spiriti”.<br />

Nonostante il loro apparente politeismo, gli antichi — per lo meno quelli delle classi<br />

colte — erano decisamente monoteisti; e questo secoli e secoli prima di Mosè. Nel Papiro<br />

Ebers questo fatto è dimostrato in modo conclusivo nelle seguenti parole, tradotte dalle<br />

prime quattro righe della Tavola I: “Io sono venuto da Eliopoli con i grandi esseri di<br />

Hetaat, i Signori della Protezione, i padroni dell’eternità e della salvezza. Io sono venuto<br />

da Sais con le dee Madri che stendevano su di me la loro protezione. Il Signore<br />

dell’Universo mi ha detto come liberare gli dèi da ogni morbo mortale”. Gli uomini<br />

eminenti erano chiamati dèi dagli antichi. La deificazione di uomini mortali e gli dèi<br />

immaginati non sono una prova contro il loro monoteismo più di quanto i monumenti dei<br />

cristiani moderni, che erigono statue ai loro eroi, non sia una prova del loro politeismo. Gli<br />

Americani del nostro secolo considererebbero assurdo il fatto che la loro posterità, fra<br />

tremila anni, li definisse idolatri per avere eretto statue al loro dio Washington. La filosofia<br />

ermetica era così avvolta nel mistero da far affermare a Volney che i popoli antichi<br />

adoravano i loro grossolani simboli materiali come divini in se stessi, mentre essi erano<br />

( 32)<br />

Schweigger, Introduction to Mythology through Natural History.<br />

( 33)<br />

Ennemoser, History of Magic, I, 3.<br />

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