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ISIDE SVELATA

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peso della materia presso il punto di partenza. Alcuni sfortunati cadono addirittura e<br />

perdono ogni possibilità di vittoria; altri tornano sui loro passi e cominciano da capo.<br />

Questo è ciò che gli Indù temono più di ogni altra cosa: la trasmigrazione e<br />

reincarnazione, ma solo in altri corpi inferiori, non mai in questo. Vi è tuttavia un modo di<br />

evitarlo, e Buddha lo insegna nella sua dottrina della povertà, del dominio dei sensi, della<br />

perfetta indifferenza per le cose di questa valle di lacrime terrena, della liberazione delle<br />

passioni e della frequente intercomunicazione con l’Atma, la contemplazione dell’anima.<br />

Dagli organi di senso viene l’”allucinazione” che chiamiamo contatto; “dal contatto il<br />

desiderio; dal desiderio la sensazione (che egualmente è un’illusione del nostro corpo);<br />

dalla sensazione l’attaccamento ai corpi esistenti; dall’attaccamento la riproduzione; e dalla<br />

riproduzione la malattia, la decadenza e la morte”.<br />

Così, come le rivoluzioni di una ruota, vi è una regolare successione di nascite e di<br />

morti, la cui causa morale è l’attaccamento agli oggetti esistenti, mentre la causa<br />

strumentale è il karma (il potere che controlla l’universo mettendolo in attività), il merito e<br />

il demerito. “E, dunque, il gran desiderio di tutti gli esseri che vorrebbero essere liberati<br />

dalla pena di nascite successive, cercare la distruzione della causa morale, l’attaccamento<br />

agli oggetti esistenti, o cattivo desiderio”. Coloro in cui il cattivo desiderio è interamente<br />

distrutto vengono chiamati Arhat. (18) La liberazione dal desiderio cattivo assicura il<br />

possesso di poteri miracolosi. Alla sua morte, l’Arhat non si reincarna mai; egli raggiunge<br />

invariabilmente il Nirvana, parola, fra parentesi, falsamente interpretata dagli studiosi<br />

cristiani e dai commentatori scettici. Il Nirvana è il mondo delle cause, in cui scompaiono<br />

tutti gli effetti ingannevoli o illusioni dei nostri sensi. Il Nirvana è la più alta sfera<br />

raggiungibile. I pitri (spiriti pre-adamitici) sono considerati reincarnati, dai filosofi<br />

buddhisti, sebbene in un grado molto superiore a quello degli uomini della terra. Non<br />

muoiono forse anche loro? I loro corpi astrali non soffrono forse e non gioiscono e sentono<br />

gli stessi illusori sentimenti di quando sono incarnati?<br />

Quello che Buddha insegnò nel sesto secolo a. C. in India, Pitagora lo insegnò nel<br />

quinto in Grecia e in Italia. Gibbon dimostra quanto fosse profondamente radicata nei<br />

farisei la credenza nella trasmigrazione delle anime. (19) Il circolo egiziano della necessità è<br />

indelebilmente impresso sui monumenti dell’antichità. E Gesù, quando guariva i malati,<br />

usava invariabilmente l’espressione: “I tuoi peccati ti sono perdonati”. Questa è pura<br />

dottrina buddhista. “Gli Ebrei dissero al cieco: “Tu sei nato completamente nel peccato e<br />

vuoi insegnarci?” La dottrina dei discepoli (di Cristo) è analoga al “Merito e Demerito” dei<br />

buddhisti, perché il malato guarisce se i suoi peccati gli vengono perdonati”. (20) Ma la vita<br />

precedente in cui credono i buddhisti non si svolge nello stesso ciclo e nella stessa<br />

personalità perché, più che in ogni altro popolo, il filosofo buddhista apprezzava la grande<br />

dottrina dei cicli.<br />

Le speculazioni di Dupuis, di Volney e di Godfrey Higgins sul segreto significato dei<br />

cicli, o dei kalpa, e degli yuga dei brahmani e dei buddhisti, servono a poco perché essi<br />

non possedevano la chiave della dottrina esoterica e spirituale in essi contenuta. Nessun<br />

filosofo ha mai speculato su Dio come su di un’attrazione, ma Lo ha considerato nelle Sue<br />

varie manifestazioni. La “Causa Prima” della Bibbia ebraica, la “Monade” pitagorica,<br />

l’”Esistenza una” del filosofo indù e l’”En-Soph” cabalistico, l’Infinito, sono identici. Il<br />

Bhagavant indù non crea: egli entra nell’uovo del mondo e da esso emana Brahm, così<br />

(18) Eastern Monachism, pag. 9.<br />

(19) Decline and Fall of the Roman Empire, IV, 385.<br />

(20) Hardy, Manual of Buddhism; Dunlap, The World’s Religions.<br />

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