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ISIDE SVELATA

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l’uomo. Egli dipinge a vivi colori il graduale condensarsi della materia cosmica in sfere<br />

gassose avvolte in un “guscio liquido non permanente”; la condensazione di entrambi; il<br />

conclusivo solidificarsi della crosta esterna; il lento raffreddamento della massa; i risultati<br />

chimici conseguenti all’azione di un intenso calore sulla primitiva materia terrestre; la<br />

formazione dei terreni e la loro distribuzione; il cambiamento nella costituzione<br />

dell’atmosfera; la comparsa di vegetazione e di vita animale; e finalmente l’avvento<br />

dell’uomo<br />

Un curioso passo di Ermes<br />

Torniamo adesso ai più antichi scritti lasciatici dai Caldei, l’ermetico Libro dei<br />

numeri, (2) e vediamo che cosa troveremo nel linguaggio allegorico di Ermete, Cadmo o<br />

Thuti, il tre volte grande Trismegisto. “Al principio del tempo il Grande Invisibile aveva le<br />

sante mani piene di materia celeste che egli diffuse nell’infinito. Ed ecco! Essa si trasformò<br />

in globi di fuoco e globi di creta, i quali fuggirono via come metallo mobile (3) in molti<br />

globi più piccoli cominciando a ruotare senza soste; e alcuni di essi, che erano globi di<br />

fuoco divennero globi di creta; e i globi di creta divennero globi di fuoco; e i globi di fuoco<br />

aspettavano il loro tempo per divenire globi di creta; e gli altri li invidiavano aspettando il<br />

momento di divenire globi di puro fuoco divino”.<br />

E forse possibile chiedere una definizione più chiara dei cambiamenti cosmici esposti<br />

così elegantemente dal Proctor?<br />

Troviamo qui la distribuzione della materia attraverso lo spazio; poi la sua<br />

condensazione in forme sferiche; la separazione delle sfere più piccole da quelle più<br />

grandi; la rotazione assiale; il graduale mutamento dei globi dalla consistenza<br />

incandescente a quella terrena; e finalmente la totale perdita di calore che segna il loro<br />

ingresso nello stadio di morte planetaria. Il mutamento dei globi di creta in globi di fuoco<br />

può essere inteso dai materialisti come un fenomeno simile a quello dell’improvvisa<br />

ignizione di una stella in Cassiopea nel 1572 e di una nel Serpentario nel 1604, che fu<br />

notata da Keplero. Ma in questa esposizione i Caldei non mostrano una filosofia più<br />

profonda di quella di oggi? Questo cambiamento in globi di “puro fuoco divino” non<br />

significa una continua esistenza planetaria, corrispondente allo spirito vitale dell’uomo,<br />

oltre il pauroso mistero della morte? Se i mondi hanno, come ci dicono gli astronomi, i loro<br />

periodi di embrionalità, di infanzia, di adolescenza, di maturità, di decadenza e di morte,<br />

non possono forse avere, al pari dell’uomo, un’esistenza continua in una forma sublimata,<br />

eterea o spirituale? I maghi lo affermano. Essi ci dicono che la feconda madre Terra è<br />

soggetta alle stesse leggi di ognuno dei suoi figli. Al suo tempo stabilito essa genera tutte<br />

le cose create; nella pienezza dei suoi giorni è accolta nella tomba dei mondi. Il suo corpo<br />

pesante e materiale si separa lentamente dai suoi atomi sotto l’inesorabile legge che chiede<br />

la loro nuova organizzazione in altre combinazioni. Il suo perfetto spirito vivificante<br />

obbedisce all’eterna attrazione che la trae verso il sole spirituale centrale da cui si evolse in<br />

origine, e che noi vagamente conosciamo sotto il nome di Dio.<br />

(2) Non ci risulta che una copia di questa antica opera appaia nel catalogo di una qualche biblioteca europea;<br />

ma è uno dei “libri di Ermete”, e se ne parla, facendone citazioni, nelle opere di una quantità di filosofi<br />

antichi e medievali. Tra queste autorità vi sono il Rosarium philosophorum di Arnaldo di Villanova, e il<br />

Lucensis opus de lapide di Francesco Arnolphius; il Tractatus de trasmutatione metallorum e la Tabula<br />

smaragdina di Ermete Trismegisto, e, in particolare, il trattato di Raimondo Lullo, Ab angelis opus divinum<br />

de quinta essentia.<br />

(3) Mercurio.<br />

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